Armati di rastrello e retino, ma soprattutto di buona volontà, si sono dati appuntamento alle 7.30 lungo i Murazzi del Po. Una cinquantina di 'volontari' – tra canottieri, funzionari di Citta Metropolitana di Torino, Regione Piemonte, Parco del Po torinese, Ipla, Enea e Legambiente, ma anche gente comune – ce l'hanno messa tutta per eradicare Myriophyllum acquaticum, la pianta invasiva che ha infestato l'estate del grande fiume e che è salita agli onori delle cronache di questi giorni.
Probabilmente bisogna ringraziare qualche cittadino torinese che, incautamente, ha gettato nello scarico domestico, insieme all'acqua del proprio acquario, anche qualche esemplare di Myriophyllum acquaticum che ci ha messo un attimo a espandersi nel Po, favorito dalla vicina diga dei Murazzi che rende le acque del fiume più ferme: la corrente, infatti, avrebbe scoraggiato l'espansione di questa pianta acquatica invasiva.
Si badi bene, pianta acquatica, e non alga: paradossalmente, infatti, trattandosi di una pianta e non di un'alga, abbiamo un segnale che certifica un fiume in buone condizioni, ma non da un punto di vista biologico poiché Myriophyllum acquaticum è responsabile di impatti significativi sulla biodiversità degli ambienti acquatici, soprattutto su laghi, stagni e canali.
Per questo Myriophyllum acquaticum - originario del Rio delle Amazzoni - è stato inserito nella lista nera delle piante infestanti dalla Regione Piemonte e nella Lista del Regolamento Europeo delle specie esotiche invasive che, una volta rilevate sul territorio, devono essere prontamente eradicate.
In realtà, da campionamenti fatti dall'Ipla, l'Istituto che monitora le piante da legno e l'ambiente, risulterebbero in totale sette le specie di piante che hanno colonizzato il tratto di Po ai Murazzi: la lenticchia d'acqua comune e quella d'acqua di palude, il ranuncolo acquatico, il millefoglio d'acqua comune, l'erba gamberaria, le branche. Si tratta però di specie non invasive che hanno trovato l'ambiente adatto per svilupparsi e che non determinano i problemi ambientali creati dal Myriophyllum acquaticum.
L'eradicazione manuale messa in opera dai 'volontari' accorsi sulle rive del Po è un primo tentativo che mira a colpire la parte fotosinetetica della pianta acquatica per indebolirla. Sarebbe però poi necessaria, nei giorni successivi, interventi sul fondo del fiume per eradicarla definitivamente. Il che non è così scontato visto che un primo intervento di eradicazione meccanizzata attraverso il noleggio di imbarcazioni disponibili in altre regioni italiane, specializzate nella pulizia dei fiumi e laghi, sarebbe costato almeno 50mila euro al Comune di Torino, che ha preferito optare per la 'chiamata' dei volontari.
Fatto sta che il Myriophyllum acquaticum è la prima volta che lo si vede in Piemonte e per questo ci sarà un bel da fare per il Gruppo di lavoro della Regione Piemonte che si occupa di studiare le specie vegetali esotiche, di cui fa parte Matteo Massara, funzionario del settore Biodiversità e Aree naturali che spiega: « Al fine di creare uno spazio di confronto tra i diversi Enti che si occupano in Piemonte di specie vegetali esotiche e delle problematiche tecniche e gestionali determinate dalla loro presenza in ambito agricolo, sanitario e di conservazione della biodiversità, è stato attivato dal 2012 il Gruppo di Lavoro sulle specie vegetali esotiche coordinato dalla Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio della Regione Piemonte (Settore Biodiversità e aree naturali). Uno dei primi risultati raggiunti dal Gruppo di Lavoro è stata la redazione di elenchi di specie esotiche invasive (Black List) che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l'applicazione di misure di prevenzione/gestione/lotta e contenimento, elenchi che peraltro sono stati aggiornati di recente, lo scorso febbraio 2016».
Leggi il Comunicato stampa della Regione Piemonte
Guarda il video delle operazioni di eradicazione di Myriophyllum acquaticum