In tempi antichi erano sirene e mostri marini tentacolari, esseri ispirati a storie mitologiche e leggende. Sono parte di ogni cultura, dal Kraken norvegese al Bunyip degli aborigeni australiani, il cui nome stesso oggi è sinonimo di "bufala". Li indaga una pseudoscienza che si chiama criptozoologia, letteralmente 'studio degli animali nascosti'. Dalla mitologia alle leggende metropolitane, alle fake news: oggi l'esistenza di questi ibridi prodigiosi si diffonde attraverso il Web, quella dei forum sensazionalistici e dei social network, e soprattutto può fare affidamento a elaborazioni grafiche potenti come quelle basate sull'IA (novant'anni dopo la famosa foto scattata da Robert Kenneth Wilson nei pressi di Invermoriston, con la silhouette nera brontosauroforme dentro Loch Ness, rivelatasi poi... un falso).
Un merluzzo "illuminato" al largo della Groenlandia
Uno degli ultimi - in ordine cronologico- di questi avvistamenti prodigiosi è quello del "merluzzo triocchiuto" pescato al largo delle coste groenlandesi. L'immagine è comparsa il 21 giugno scorso nella categoria "r/Europe" di Reddit, noto aggregatore di social news, senza molti dettagli se non il titolo Three-eyed cod caught off the coast of Greenland e il nome dell'autore, u/Drahy, prolifico diffusore di contenuti, di origine danese.
Immediatamente, è stata ricondivisa da molti magazine on line e social network, senza l'aggiunta di altre fonti o contenuti se non il richiamo diretto alla serie di cartoni animati The Simpsons, più volte evocata come profetica in molte delle sue invenzioni narrative: in due episodi del 1990 compariva infatti, nelle acque limitrofe alla centrale nucleare di Springfield, proprio un "Three-Eyed Fish" arancione (ribattezzato dai fan "Blinky"). Frutto, ça va sans dire, di qualche "fuga radioattiva" dall'impianto, una minaccia che preoccupa gli oppositori del nucleare e che va di pari passo con gli studi sempre in corso su flora e fauna nei dintorni di Cernobyl, che confermano mutazioni genetiche negli esemplari limitrofi. Il thread lunghissimo di commenti generati dal post andava da commenti ponderati ("è un caso di exophtalmia sull'occhio sinistro, che probabilmente non funziona") a battute sarcastiche ("sembra che anche i pesci possano raggiungere l'illuminazione", con riferimento all'apertura del terzo occhio delle discipline esoteriche).
La leggenda metropolitana e la sua imprescindibile scintilla nel reale
Le scienze naturali, in realtà, ci raccontano di un animale acquatico con tre occhi realmente esistente. È molto diverso dal merluzzo: si tratta in realtà di un invertebrato, un Notostraca, ovvero un piccolo crostaceo Branchiopode, conosciuto anche come Triops, termine di origine greca che significa appunto "tre occhi".
Questi animali - identificati anche come gamberetti-girino o gamberetti-dinosauro- sono comparsi oltre 200 milioni di anni fa e sono considerati quasi dei "fossili viventi": appartenenti a un antico gruppo di crostacei, sono dotati di due occhi composti principali e di un terzo ocello che li aiuta a percepire la luce.
"Tri-occhiuti" nella cronaca degli ultimi anni
Forte della suggestione e del rimando narrativo alla forma contemporanea, pop, più vicina al mito antico - il cartone animato dei Simpsons, appunto - la notizia di un pesce a tre occhi rinvenuto in modo poco chiaro non è affatto un unicum. Si è già verificata, infatti, nell'ottobre del 2011, in un lago nella provincia di Cordoba in Argentina, Chorro de Agua Caliente. Guarda caso, nei pressi della centrale nucleare di Embalse.
In realtà al momento non c'è unanimità nella comunità scientifica sulle mutazioni genetiche della fauna sottoposta a radiazioni. Le analisi hanno infatti evidenziato come la foresta attorno a Chernobyl resti in larga parte caratterizzata da tassi di radioattività al di sopra del normale, ma nonostante questo la fauna della zona sia riuscita a resistere, adattarsi e vivere. I canidi che hanno vissuto nelle vicinanze della centrale nucleare dopo l'incidente risultano geneticamente distinti rispetto agli esemplari che si trovano a distanza di pochi chilometri, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances e condotto dagli scienziati Elaine Ostrander e Timothy Mousseau del National Institutes of Health degli Stati Uniti a Bethesda nel Maryland su circa 300 cani che vivevano nella centrale elettrica e intorno alla città per lo più deserta di Chernobyl.
Sembra invece verificata da più fonti autorevoli – Newsweek, The Indipendent, The Telegraph - la notizia della nascita, nella primavera del 2021 in Galles, di un vitellino con un terzo occhio in mezzo alla fronte. L'eccezionalità dell'evento è stata accolta con favore da un santuario Hindu non lontano, che ha adottato l'animale salvandolo dalla macellazione e ribattezzandolo "Shiva".
Prima dell'IA – le sirene "manufatte"
La Sirena di Modena è un "falso mostro", un ibrido artificiale realizzato nella prima metà dell'Ottocento ed esposto dal 1875 al Museo civico di Modena.
Si tratta di un manufatto mostruoso, pastiche ottocentesco di materiali eterogenei - gesso, parti di pesce e parti di scimmia- di forma vagamente antropomorfa, assemblato per soddisfare il gusto per l'esotico e il grottesco dei collezionisti ottocenteschi.
È cugina della Sirena delle Figi, un assemblato analogo che fece fare grandi incassi a Phineas Taylor Barnum, l'inventore dei musei popolari americani, luoghi di intrattenimento a basso costo con esposizioni di rarità e freak show. Gli ibridi artificiali presentati come sirene sembrano dunque essere nati in Giappone come rappresentazione religiosa e culturale delle ningyo, demoni del mare della cultura orientale, per poi subire un'evoluzione di significato. Divennero così manufatti, dalle forme caricaturali e associati all'idea occidentale di sirena, realizzati da esperti tassidermisti per il collezionismo dell'esotico e dell'eclettico.
La loro esistenza ci racconta molto, da un punto di vista culturale e antropologico, di cosa significassero i grandi viaggi per mare tra Settecento e Ottocento.
La trota impellicciata
Da annoverare nell'ambito di queste leggende naturalistiche e ittiologiche è sicuramente quella della "trota pelosa" creatura leggendaria del folklore islandese, importata in quello americano dove ha prodotto affascinanti cronache fin da un articolo del 1929 nella rivista Montana Wildlife, a firma di J.H. Hicken. Come per le "sirene delle Fiji", esistono esemplari tassidermizzati, come quello al Royal Museum of Scotland, con una pelliccia di coniglio bianca ingegnosamente attaccata.
In realtà esiste una malattia, la Saprolegnia o "muffa del cotone", che può dare origine a pesci ricoperti di una peluria bianca che non ha nulla a che fare con una vera pelliccia: si tratta infatti di una forma di parassita, gli oomiceti, che sono Chromista sprovvisti di clorofilla e che assomigliano molto ai funghi e infettano i pesci in particolare in acque dolci a basse temperature. Questa "muffa acquatica" è saprofita, cioè si nutre di residui organici. Quindi un pesce ferito o sofferente può essere attaccato dal parassita le cui ife bianche fuoriescono dal corpo del pesce, formando una specie di peluria intorno alle lesioni.
Dal XX Secolo, l'osservazione di pesci affetti da questa patologia sono quindi legati alle forme di inquinamento nei fiumi causati dagli scarichi industriali incontrollati. Insomma, dal Lodsilungur ("trota arruffata", in islandese) alle trote impellicciate realmente avvistate, è stato un attimo.
Fenomenologia della bufala, ovvero: ogni fake news è un sintomo, ogni animale fantastico un messaggio
Alla fine di questa personale analisi, compiuta a cavallo tra la storia culturale e l'antropologia, la domanda più utile, forse può essere non tanto se il merluzzo con un occhio in più esista realmente oppure no, ma che cosa solleciti l'immagine di questo pesce.
Al di là del riferimento culturale diretto, l'associazione al cartone animato che "ne ha infilata un'altra giusta", il fatto che a suo modo la storia del pesce triocchiuto cominci a modo suo a essere ricorrente implichi alcune deduzioni di carattere, diciamo così, semiotico.
In alcuni dei casi citati il pesce – come nella storia argentina - nuota non lontano da una centrale nucleare o da un sito fortemente inquinato: la creatura racconta quindi la storia dell'impatto antropico sull'ecosistema, tale da provocare conseguenze nella morfologia degli animali, come avviene di fatto per le "trote impellicciate". O come nella stranota storia degli alligatori nelle fogne newyorkesi, monito contro l'abbandono dei piccoli animali vinti alle fiere o comprati e abbandonati.
E se le sirene manufatte ottocentesche erano "souvenir" di mondi alieni, il merluzzo triocchiuto è l'alienazione del mondo di oggi: la figurazione di un'esortazione a rispettare il Pianeta e ogni sua forma di vita.
Bibliografia
Animali del mistero -Creature leggendarie, mostri e meraviglie della natura: un'indagine scientifica, di Andrea Albini
All'ombra dei falsi mostri. Criptozoologia, tradizioni popolari e scoop giornalistici, di Pasquale Saggese
Sitografia
Il Buynip, la "bufala" degli aborigeni australiani
Three-eyed cod caught off the coast of Greenland
The dogs of Chernobyl: Demographic insights into populations inhabiting the nuclear exclusion zone
Three-Eyed Cow Spotted on Farm: 'Never Seen Anything Like This Before'
Holy cow: Three-eyed Welsh calf saved from slaughter to be worshipped as a god
Calf born with third eye on forehead — but still destined for slaughter di Liam James
L'affascinante storia delle scimmie di mare
Creature dall'aspetto preistorico
La tragica storia delle trote pelose
Com'è nata la leggenda degli alligatori nelle fogne di New York