Tutto il viaggio nascosto in una pedana di legno. Probabilmente è arrivato così, in Piemonte il Tarlo asiatico, Anoplophora glabripennis, noto come il tarlo asiatico del fusto, coleottero cerambicide di orgine asiatica che si nutre del legno di molti alberi e arbusti (acero, salice, betulla, pioppo, ippocastano, olmo, etc.). In Piemonte la sua presenza è stata riscontrata per la prima volta a fine luglio 2018 nel Comune di Vaie (TO): l'introduzione potrebbe essere avvenuta a seguito della costruzione del parcheggio di un supermercato adiacente alla zona infestata con utilizzo di materiale da costruzione trasportato in imballaggi di legno. La segnalazione, partita da una cittadina, ha portato a un primo sopralluogo con ritrovamento dell'insetto in un giardino pubblico, relativa chiusura dello spazio e interdizione all'uso della fontana del Penturetto per il rifornimento della celebre acqua di Vaie. In tempi brevissimi è stata data comunicazione del ritrovamento al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Servizio fitosanitario centrale e alla Commissione Europea tramite Europhyt, il sistema di notifica dell'Unione europea per le intercettazioni a fini fitosanitari, cui sono seguiti tre trattamenti fitosanitari, sopralluoghi, monitoraggi e un incontro informativo con la popolazione.
Sono state individuate due zone con livello di infestazione differente e in cui sono state applicate misure diverse di monitoraggio e di intervento: in una, dove Anoplophora glabripennis ha infestato le piante e un areale di 100 metri attorno, sono stati eseguiti interventi di abbattimento e gestione delle piante malate e monitoraggi di controllo; nell'altra, una zona 'cuscinetto' con un raggio di 2 chilometri al di là del confine dalla prima, si è provveduto a monitorare e controllare eventuali diffusioni del tarlo.
Le piante infestate sono state quindi abbattute, con cippatura del legno e conferimento a un impianto a biomasse. Inoltre, è stata data comunicazione ufficiale agli operatori del legno attivi nella zona circa l'area soggetta alle restrizioni di taglio e, in collaborazione con i Carabinieri forestali, è stata fornita una formazione specifica per gli operatori del legno di Vaie e dei comuni limitrofi. Il monitoraggio intrapreso nella zona cuscinetto ha dato esiti positivi, non sono state ritrovate altre piante infestate, e nel 2023 il tarlo asiatico è stato considerato eradicato dall'area, con relativa chiusura del focolaio ai sensi della Decisione UE 893/2015: "Se, in base alle ispezioni e ai monitoraggi in una zona delimitata non è rilevata la presenza di un organismo specificato per un periodo pari ad almeno un ciclo di vita, più un altro anno, ma in ogni caso non inferiore a quattro anni consecutivi, è possibile revocare la delimitazione della zona".
L'emergenza a Cuneo
A fine settembre 2018 è stato accertato un secondo focolaio a Cuneo: l'introduzione potrebbe essere avvenuta con imballaggi in legno (bancali) per il trasporto di pietre dalla Cina da parte di un importatore. E' stato predisposto un Tavolo di emergenza con il Comune di Cuneo, i Carabinieri Forestali di Cuneo, il Settore Fitosanitario Regionale e l'IPLA, sono stati definiti la zona delimitata e il Piano d'Azione e sono state effettuate ispezioni presso le aziende vivaistiche nell'area demarcata, con distruzione di diverse piante di un vivaio prossimo alla zone focolaio. A seguito delle attività di monitoraggio nel 2019, è emerso che 1 chilometro di linea ferroviaria ricadeva all'interno della zona infestata. È stato quindi effettuato un laborioso intervento specifico e il materiale tagliato è stato trasportato di notte in un'area per la cippatura. A inizio 2023, nell'area si sono ancora rilevati due alberi infestati che sono stati tempestivamente tagliati comprese le piante suscettibili nel raggio di 100 metri; le attività di taglio e monitoraggio sono in corso, anche attraverso l'utilizzo di trappole per l'eventuale cattura degli insetti e di cani segugi.
La lotta al tarlo asiatico
Le norme europee prevedono la lotta obbligatoria al tarlo asiatico, considerato un insetto di quarantena prioritario per l'Unione Europea, che ha stabilito specifiche misure obbligatorie per impedirne l'introduzione e la diffusione. In linea con queste disposizioni, i Servizi fitosanitari regionali effettuano monitoraggi annuali per individuare alberi e arbusti attaccati e, nel caso di focolai accertati, predispongono interventi di lotta quali estirpo e distruzione delle piante infestate ed eventuali trattamenti insetticidi, se necessari. E' infatti previsto l'abbattimento obbligatorio non solo delle piante attaccate ma anche di tutte quelle appartenenti a determinate specie (aceri, betulle, carpini, Cercidiphyllum, faggi, frassini, ippocastani, Koelreuteria, olmi, ontani, pioppi, platani, salici e tigli) presenti nel raggio di 100 metri dalle piante infestate, anche in assenza di segni evidenti di infestazione. Inoltre, per un periodo di almeno quattro anni dall'ultimo ritrovamento dell'insetto, devono essere controllate, in un raggio di 2 chilometri, tutte le piante delle specie che possono essere attaccate, sia su suolo pubblico sia su suolo privato. Le piante da abbattere vengono tagliate e sostituite a spese della Regione Piemonte.
La collaborazione tra enti
Dalle esperienze piemontesi è emerso che solo con la fattiva collaborazione della popolazione dell'area infestata è possibile intervenire con elevate probabilità di ottenere l'eradicazione dell'insetto nell'arco di pochi anni, riducendo danni economici e disagi per i cittadini coinvolti. Per questo, il settore Fitosanitario di Regione Piemonte è impegnato in attività di sensibilizzazione e formazione nelle scuole e in una campagna informativa permanente.
Naturalmente, la gestione di un problema complesso come la lotta alle specie invasive non può prescindere da una forte cooperazione tra enti territoriali confinanti. A questo proposito, lo scorso 14 dicembre 2023, si è svolto a Fondo Toce (VB) il secondo incontro tra Regione Piemonte, Regione Lombardia e il Servizio forestale Svizzero del Canton Ticino. L'incontro sulle modalità di contrasto alle specie esotiche invasive ha dedicato una sezione al tarlo asiatico, problema comune delle istituzioni convenute, ed è emersa piena disponibilità a collaborare per rafforzare gli interventi di eradicazione di questo vorace parassita. I colleghi svizzeri hanno inoltre manifestato vivo interesse verso gli interventi effettuati in Piemonte e Lombardia, dove una precoce individuazione dei focolai di infestazione si è rivelata fondamentale per il contenimento di questo insetto nocivo. Anche la copertura delle spese di taglio e sostituzione delle piante attaccate, da parte delle Regioni, facilita le attività di eradicazione della specie, rendendo i cittadini più inclini a segnalare e ad agire prontamente.
Conosciamolo meglio
Anoplophora glabripennis è lungo dai 20 ai 35 mm, ha un colore nero brillante con macchie bianche e le sue antenne, anulate e lunghe, sono caratterizzate da bande bianche e nere. Attacca i fusti e i rami principali delle piante, scavando ampie gallerie in cui la larva passa l'inverno, e si diffonde rapidamente alle piante circostanti, causando danni ingenti ad alberi e arbusti di giardini, parchi, viali, frutteti e boschi.
Si ringraziano per la collaborazione: Paola Gotta (Settore Fitosanitario Regione Piemonte), Matteo Massara (Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali Regione Piemonte) e Alessandro Bianchi (Servizio Fitosanitario Regionale della Lombardia).