Nel 1980 l'associazione Pro Natura Torino pubblicava il volumetto Proposta di pedonalizzazione della collina torinese, a cui seguivano nel 1985 le guidine Quattro passi sulla colline torinese, con cui iniziava a diffondersi la conoscenza del ricco patrimonio di sentieri e viottoli che solca la Collina Torinese. Poi la sezione di Moncalieri del CAI avviava la segnalazione dei sentieri del settore meridionale della collina e lanciava l'idea della Grande Traversata della Collina (GTC). Pro Natura e altre associazioni seguivano l'esempio del Cai, avviando la segnalazione e pulizia di altri sentieri. L'interesse per l'escursionismo collinare cresceva rapidamente e nel 1996 nasceva il Coordinamento per i sentieri della Collina Torinese, che raggruppa ancora oggi decine di associazioni dei molti Comuni su cui si estende la Collina Torinese (il toponimo comprende tutto il sistema collinare che da Torino va verso est fino al Monferrato).
Grazie al lavoro delle associazioni del Coordinamento (di cui è capofila Pro Natura) è stata effettuata la pulizia e segnalazione di molti sentieri, creando una fitta rete di itinerari pedonali, su strade poco trafficate, viottoli, sentieri più o meno impegnativi, che vengono riportati dal 2010 su 3 dettagliate carte in scala 1:15.000 che coprono tutto il territorio della Collina Torinese, a cui si affiancano 3 guide con la descrizione dei percorsi. Guide e mappe sono state aggiornate nel corso degli anni con nuove edizioni: la cartoguida n.1, dedicata alla parte di collina più vicina a torino è arrivata nel 2022 alla 7^ edizione !
Nel frattempo veniva istituito nel 1991 il Parco naturale della Collina di Superga, per proteggere 802 ettari della parte sommitale del rilievo, fra Pino Torinese e la Basilica, da cui una striscia di ambiente protetto - al confine fra Torino e San Mauro - scende fino a corso Casale, a pochi metri dal Po. Proprio in questa striscia si snoda il sentiero 29 proposto in questo articolo.
L'itinerario si snoda nel boscoso vallone del Rio di Costa Parigi, con una salita iniziale tranquilla, intervallata da brevi rampe e tratti pianeggianti; poi si affronta una salita piuttosto ripida con tratti a gradoni, infine alcuni viottoli portano alla stazione superiore della tramvia Sassi-Superga e al piazzale della Basilica.
Per la discesa si può utilizzare la tramvia a cremagliera , oppure un sentiero differente da quello di salita, con cui si attraversano i suggestivi ambienti di Pian Gambino, poi si percorre a ritroso un tratto del sentiero 29, infine si scende alla stradina di fondovalle che riporta al punto di partenza.
Tutti i numerosi bivi sono indicati da cartelli in laminato bianco e punta rossa secondo le normative del CAI e della Regione, ma accadrà di incontrare anche diciture tipo "bivio sentiero (già) 28 per Pian Gambino": questo non significa che il sentiero 28 sia inagibile, ma solo che è in corso un complesso lavoro di revisione della numerazione.
Sulla Collina Torinese infatti c'è una rete di sentieri molto più fitta di quella degli ambienti montani, con tracciati che si uniscono e si separano, e che nei tratti in comune sono stati indicati con entrambi i 2 numeri che li caratterizzano. Ma secondo le norme regionali ogni tracciato deve avere un solo numero, così le associazioni del Coordinamento dovrebbero modificare molte numerazioni... Un lavoro lungo e complesso, che si affianca all'imponente e continua opera di manutenzione dei sentieri.
L'ambiente della collina favorisce la crescita di piante infestanti da ripulire, i tratti fangosi o ripidi richiedono la costruzione di gradini e tornanti in legno (come sul sentiero 29), le passerelle, i segnavia bianco-rossi e i cartelli vanno rinnovati, guide e carte devono essere aggiornate periodicamente. Un lavoro notevole, svolto gratuitamente da centinaia di volontari delle associazioni, che purtroppo non vede aiuti economici dal Parco, mentre l'ultimo contributo dal Comune di Torino risale al gennaio 2017...
Un vero peccato per una città che sta diventando meta turistica e che già ora vede sui sentieri della collina non solo un gran numero di torinesi, ma anche molti turisti stranieri che apprezzano (e ci invidiano) la possibilità di fare passeggiate ed escursioni a pochi passi dal cemento e dall'inquinamento urbano, tra boschi, ambienti naturali, panorami magnifici e inattesi.
Le camminate sulla Collina Torinese sono adatte anche all'inverno, quando gli alberi senza foglie permettono di osservare scorci sulla città, e talvolta accadrà di iniziare l'escursione nella nebbia o nella foschia, per uscire dopo mezz'ora di cammino al sole, con la catena alpina che emerge da un mare di nebbia o di brume marroncine causate dalle emissioni inquinanti dei motori a scoppio e dei vecchi impianti di riscaldamento.
Arrivare in auto
Da Torino si percorre corso Casale (sp 590) in direzione di San Mauro, fino a incontrare il cartello che indica la fine del comune di Torino e poi quello che annuncia l'ingresso nel comune di San Mauro. Pochi metri dopo questo cartello si fa inversione a U per prendere una specie di controviale che termina subito in un ampio parcheggio.
Arrivando da San Mauro si percorre via Torino (sp 590) e subito dopo la pensilina della fermata "Croce" del bus 61 si entra nel controviale che porta al parcheggio.
Arrivare in bus
Da Torino si utilizza il bus GTT numero 61 e si scende alla fermata "Croce", subito dopo il cartello che annuncia San Mauro; a piedi si torna indietro sul marciapiede fino all'inizio del sentiero (2 min).
Scendere con la "dentiera"
Per la discesa si può utilizzare la tramvia a cremagliera (detta "dentiera"), prendendola alla stazione di Superga o a quella intermedia di Pian Gambino (si deve acquistare il biglietto prima della gita, all'emettitrice presso la stazione di Sassi). Arrivati a Sassi, si torna al punto di partenza della gita con il bus 61 (fermata "Croce).
Il mercoledì la tramvia non viaggia, quindi si deve prendere il bus 79/ nel piazzale di Superga o alla fermata Geisser, oppure a Pian Gambino (sul bus si utilizza il biglietto urbano GTT e le corse sono poco frequenti: vedere gli orari nel sito www.gtt.to.it).
Il percorso a piedi
Dal parcheggio (215 m) si attraversa il trafficato corso Casale, percorrendolo sul marciapiede in direzione di Torino; con pochi passi si supera il ponte sul rio di Costa Parigi e si costeggia un prato dove si trovano una bacheca e il cartello che indica l'inizio del sentiero 29.
Si inizia con una breve gradinata, poi il sentiero va in lieve salita e in piano tagliando in mezza costa il pendio boscoso che a sinistra digrada versa il rio di Costa Parigi. Si superano le passerelle in legno su alcuni ruscelli e si costeggia la recinzione che sulla destra delimita i terreni che ospitano gli allevamenti e le colture dell'IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente). Si sale dolcemente ma con qualche tratto a gradini e brevi rampe fangose. Tra gli alberi si vede la Villa Santa Croce in stile neogotico, si attraversano con lievi saliscendi due valloncelli e si giunge a un bivio con cartelli (25 min); si va a sinistra, trovando subito un altro bivio, dove ci si immette sul sentiero più ampio che proviene dal Pont d'la Carossera (286 m), situato poco più in basso. Si prosegue verso destra, salendo nel fitto bosco in cui appaiono le cime delle Alpi , mentre in alto si scorge la cupola della Basilica di Superga. Il sentiero fa una curva a destra da cui si domina l'incassato vallone di Costa Parigi, e giunge a un bivio (10 min).
Si va a sinistra in piano, si passa il guado in pietra su un ruscello e si trova subito un altro bivio: qui si svolta a destra, seguendo sempre il sentiero 29 che si alza con lievi tornanti nel bosco e arriva al bivio di quota 392 m (10 min). Lasciando a destra il sentiero verso la strada comunale di Superga, si svolta a sinistra, sull'ampio sentiero che va a lungo in mezza costa e in lieve discesa nel fitto bosco, giungendo a una bacheca presso un bivio (382 m, 10 min). Si lascia a destra il sentiero che si percorrerà in discesa al ritorno e si prosegue diritto a mezza costa, quasi in piano, passando il guado sul rio di Costa Parigi. Nel fitto bosco di latifoglie si notano alcuni esemplari di palma e di bosso, nati dai semi portati dagli uccelli dal parco della vicina Villa Viretti, e si arriva a un bivio (5 min).
Qui inizia la vera salita: il sentiero 29 si alza sulla destra sul ripido pendio con stretti tornanti ben costruiti con tronchi di legno e brevi gradinate che facilitano il cammino. In questo modo si sale lungo il costone che separa il rio di Costa Parigi (a destra) dalla conca del Guala (a sinistra), mentre verso l'alto si scorge tra i rami il cupolone di Superga. Si giunge così (25 min) a tre bivi vicini fra loro: al 1° confluisce da sinistra il sentiero 60, al 2° e al 3° si lasciano a destra due raccordi pianeggianti verso il sentiero 28, e si continua sul 29 che sale lungo il costone, giungendo al 4° bivio. Anche qui si trascura la diramazione verso destra (come le precedenti porta all'itinerario di discesa) e si affronta con alcuni gradoni in legno l'ultimo breve tratto di dura salita del sentiero 29, giungendo al 5° bivio (Bosco degli Aceri, 600 m, 15 min).
Questa volta si gira a destra, sempre sul 29 che va per pochi metri in discesa e poi in lieve salita a mezza costa, passando a valle di un grande edificio nascosto dalla vegetazione (ex Istituto provinciale per l'infanzia), e giunge sul tornante di un viottolo (bacheca e cartelli, 5 min).
Si lascia a destra il sentiero 26 che si percorrerà in discesa, per effettuare la digressione che porta alla Basilica. Si va diritto sul viottolo in lieve salita che costeggia i muri di alcune case, fa un tornante a sinistra dove diventa asfaltato, costeggia i binari della dentiera e con un tornante a destra passa sotto i binari, giungendo a un bivio: si svolta sul ramo di sinistra che porta alla vicina stazione di Superga della dentiera. Senza entrare in stazione, si sale una gradinata, si fa un tratto a balcone che si affaccia sulla stazione con lo sfondo delle Alpi , e con un'altra gradinata si esce sulla stradina asfaltata che verso destra porta subito al piazzale della Basilica (670 m, 15 min).
Dopo la sosta per ammirare il panorama sulle Alpi e la Basilica, capolavoro di Juvarra si ripercorre in discesa l'ultima parte dell'itinerario 29, con cui si tocca la stazione, si passa sotto la dentiera, si fa il tornante a destra e con pochi passi sul viottolo sterrato si arriva al bivio con bacheca (10 min).
Qui si abbandona il 29 e il percorso di salita, per svoltare a sinistra sul viottolo (segnavia 26) che si abbassa dolcemente nel bosco, fa un tornante a destra, si restringe e dopo un breve tratto fangoso arriva a un bivio con bacheca dell'Anello Verde (Camp de tennis, 10 min).
Si va anche qui a sinistra, continuando sul largo sentiero 26 che scende in diagonale nel bosco, confluisce sul sentiero 27-28 e prosegue in piano a mezza costa, con staccionata verso valle. Con un lieve saliscendi esce in una radura con un vecchio casello della dentiera e sullo sfondo la cupola di Superga (550 m, 15 min).
Non si passa sotto la ferrovia, ma la si costeggia per un breve tratto, poi il sentiero piega a destra e torna nel bosco, dove scende ripido giungendo su un piccolo ripiano con bacheca e tavolo da pic-nic. Dalla bacheca si segue verso sinistra il viottolo che taglia in lieve discesa il pendio boscoso e giunge subito a un bivio (10 min; andando diritto si arriva a un sottopasso della tramvia e alla strada di Superga, con a destra la fermata di Pian Gambino).
Il nostro itinerario invece va a destra, sul largo sentiero 28 che scende nel bosco, si restringe e va giù più ripido (pochi vecchi segni bianco/rossi). In un tratto si sdoppia, con una scorciatoia per le bici e due tornanti per i camminatori, fa altre due svolte, percorre una gradinata in legno, e arriva alla bacheca all'incrocio con il sentiero 29 fatto in salita (382 m, 15 min).
Ora si ripercorre a ritroso un tratto del sentiero 29 che va prima in piano e lieve salita, poi scende a svolte nel bosco, fino al bivio per il Pont d'la Carossera (286 m, 25 min).
Qui si può lasciare a sinistra l'itinerario 29, per seguire il viottolo che scende a un traliccio dell'alta tensione e al Pont d'la Carossera avvolto dalla vegetazione, su cui si attraversa il rio di Costa Parigi (5 min).
Si continua sulla stradina asfaltata (via Santa Croce) che costeggia il rio, tra alberi e campi, transita a valle della neogotica Villa Santa Croce, infine tra cascine e vecchie case giunge a corso Casale, di fronte al parcheggio dove è iniziata l'escursione (15 min).
Informazioni utili
Dislivello: 550 m.
Tempo di salita: 2 ore.
Tempo complessivo: 3.45 ore.
Difficoltà: E; non uscire dai sentieri segnalati; utili scarponi con buona suola per i tratti con fango.
Periodo consigliato: autunno, inverno, primavera.
Carta: carta dettagliata scala 1:15.000 allegata alla guida Sentieri della Collina Torinese 1, 7^ edizione, 2022, curata dal Coordinamento per i sentieri della Collina Torinese e reperibile presso Pro Natura, via Pastrengo 13, oppure alla libreria La montagna, via Sacchi 28 bis.
Informazioni: Pro Natura Torino, tel. 011 5096618, ore 14-18 da lunedì a venerdì.
Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese, info via mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Informazioni sulla dentiera Sassi-Superga: GTT servizi turistici, tel. 011 5764733
Previsioni meteo: www.nimbus.it
Note: i cani si possono portare, ma con guinzaglio di 2 metri di lunghezza massima, come previsto dal Regolamento per la tutela degli animali del Comune di Torino.
* Furio Chiaretta, giornalista e "sentierologo", progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.