I francesi l'hanno chiamata randonnée nordique, e si effettua sugli itinéraires de montagne: sono percorsi sulla neve battuti all'incirca ogni 7-10 giorni (se non vi sono pericoli di valanghe), che si snodano su strade che salgono in quota per raggiungere un colle, un rifugio o una conca di alpeggi. Strade su cui d'inverno non transitano gli spazzaneve, ma i battipista, che lisciano la neve per renderla facilmente percorribile. Nei casi migliori il battipista traccia tre "corsie" parallele : una per i camminatori con le ciaspole, una con i binari per il fondo a passo alternato, una ampia e piatta per skating, per scialpinismo e discesa sugli sci.
In questo modo fondisti e camminatori possono muoversi in ambienti di solito riservati agli scialpinisti, tra alpeggi coperti da due metri di neve, bianchi spazi a perdita d'occhio, neve farinosa non trasformata dal sole, cime di 3000 metri sullo sfondo...
I camminatori devono rimanere rigorosamente nel tracciato a loro riservato, e possono utilizzare le ciaspole o farne a meno: ma la neve dura che al mattino presto è adatta agli scarponi, con il passare delle ore si scalda e diventa molle, così sulla via del ritorno si sprofonda ad ogni passo, trasformando il tracciato in una fila di buche, atroci per chi vi camminerà il giorno successivo. Meglio dunque utilizzare le "raquettes", o averle almeno sullo zaino per la discesa. I camminatori non devono dimenticare che si tratta di itinerari di 7-9 chilometri, che diventano 14-18 km fra andata e ritorno: ma in caso di stanchezza ci si può fermare e fare dietro-front in qualsiasi momento.
I fondisti invece devono avere una buona esperienza nella salita e soprattutto nella discesa. I dislivelli sono di 400-600 metri, con pendenze moderate ma continue: farli in salita a passo pattinato richiede un ottimo allenamento, mentre risulta meno faticoso il passo alternato con sci dalla soletta squamata. Inoltre non ci sono contropendenze per rallentare la discesa (come accade sulle piste classiche): quindi per la discesa si deve utilizzare la raspa, lo spazzaneve, o fare brevi curve a sci uniti (qualcuno mette le ciaspole nello zaino e le utilizza in discesa...). Sugli itinéraires de montagne si possono incontrare anche mute di cani che trainano una slitta, e persino ciclisti su mountain bike...
Purtroppo il cambiamento climatico ha conseguenze anche sulle condizioni degli itinéraires de montagne: è frequente la formazione di placche di ghiaccio (verglas), oppure la caduta di pietruzze sul tracciato (devastanti per le solette degli sci): in tali casi gli itinerari vengono dichiarati chiusi (fermé) e si percorrono a proprio rischio (senza lamentarsi con l'ufficio turistico in caso di guai). Perciò prima di partire è opportuno verificare le condizioni degli itinerari sul sito www.nordicalpesdusud.com/bulletin-neige
Nel Parc naturel du Queyras vengono battuti abitualmente 4 itinéraires de montagne, per "scoprire una montagna selvaggia, avvicinarsi a una attività più naturale, e soddisfare gli amanti delle lunghe distanze": un tracciato sale da Ceillac tra gli alpeggi del vallone del Cristillian, un altro sale da Brunissard alla Casse Déserte e - con neve sicura - al Col d'Izoard. Altri due itinerari - descritti qui - percorrono i valloni che da Molines-en-Queyras si spingono verso la cresta di confine con l'Italia: il vallone dell'Aigue Agnelle, che si può percorrere da Fontgillarde fino ai 2580 m del refuge Agnel e il vallone dell'Aigue Blanche, con il tracciato che da Saint-Veran sale alla Chapelle de Clausis e al refuge de la Blanche (2500 m).
La maggior parte dei fondisti ed escursionisti invernali si ferma in questi rifugi per il pranzo, ma qualcuno comincia ad apprezzare il fascino di un pernottamento a 2500 metri, in un luogo privo di inquinamento luminoso, da cui osservare un incredibile cielo stellato.
Purtroppo il refuge Agnel non è aperto a gennaio, che è un mese ideale per andare in Francia: è bassa stagione, quindi si trova facilmente posto in alberghetti e gîtes d'étape o si può affittare un alloggio a prezzi ridotti e per pochi giorni (mentre di solito gli alloggi vengono affittati a settimana). Da inizio febbraio a inizio marzo vi sono invece le settimane bianche dei francesi, con crescita dei turisti e dei prezzi.
Anche se il Queyras è vicino al confine, il viaggio in auto è piuttosto lungo (per il Colle del Monginevro o il Colle della Maddalena), quindi si deve programmare una vacanza di qualche giorno: così si potranno effettuare almeno un paio di itinéraires de montagne, a cui affiancare sciate sulle piste da fondo e passeggiate sui percorsi di fondovalle dedicati ai camminatori, con o senza ciaspole.
Senza dimenticare la visita dei paesi: Saint-Véran conserva splendide architetture in legno, ma anche le altre station-villages del Queyras hanno visto un attento recupero delle antiche abitazioni, mentre i nuovi edifici per turisti sono quasi sempre ben inseriti nell'ambiente e le meridiane - antiche e moderne - sono ovunque.
Arrivare in auto
Con l'autostrada A32 del Frejus si percorre la Valle di Susa, si superano la barriera di pedaggio e le 2 uscite di Oulx, per prendere l'uscita immediatamente successiva per il Monginevro. Si prosegue sulla SS24 salendo a Claviere e scendendo a Briancon, da cui la N94 porta alla rotonda di Mont-Dauphin (140 km da Torino): qui si sale a sinistra verso Guillestre, che si contorna seguendo alle rotonde le indicazioni per il Queyras. Si percorre l'impressionante strada che domina le Gorges du Guil, si lascia a destra la strada per Ceillac, si continua sul fondo della Combe du Queyras, si supera il pittoresco Château-Queyras e si arriva alla rotonda di Ville-Vieille (32 km, ufficio turistico del Queyras ed esposizione-vendita degli artigiani locali). Qui si va a destra, salendo a Molines-en-Queyras (5,5 km), dove si trova un altro bivio: il ramo di sinistra (indicazione "Italie") sale a Fontgillarde e al parcheggio del Pont de Lariane (5 km, itinerario 1); diritto invece si raggiunge Saint-Véran (5,5 km, itinerario 2).
I percorsi sulla neve
1. Da Fontgillarde al refuge Agnel
Dislivello: 600 m.
Lunghezza: 15 km a/r.
Difficoltà: facile ma piuttosto lungo.
Da Fontgillarde si raggiunge in auto il parcheggio del Pont de Lariane (2024 m). Calzati sci o racchette, senza attraversare il ponte si prosegue sul tracciato della strada che d'estate porta al Colle dell'Agnello. La strada risale la valle sempre sulla sua destra orografica, tra piccole conche, strettoie, ripiani, e tocca un alpeggio , in un paesaggio che si fa via via più grandioso. Dopo un tornante a sinistra si va per un tratto verso nord-ovest, con vista sulla valle percorsa fin qui, ma poco dopo con un tornante a destra (2370 m) si riprende la direzione est, in un ambiente di montagna innevata che di solito si ammira solo nelle gite scialpinistiche. Ancora in diagonale si raggiunge un'altra coppia di tornanti e in breve appare il refuge Agnel , a cui si arriva con un tratto finale quasi pianeggiante. La quota di 2580 m del rifugio è forse la più elevata a cui si spinge una pista da fondo delle Alpi. Nelle vacanze di Capodanno e poi da inizio febbraio il refuge Agnel è aperto ed è difficile resistere alla tentazione di uno spuntino sul terrazzo al sole del rifugio , con lo sfondo della cima del Pan di Zucchero. Per chi non è troppo stanco e dispone di sci da fondo-escursionismo o ciaspole c'è la possibilità - con neve sicura - di continuare fino al Colle dell'Agnello (2744 m), per affacciarsi sulla Val Varaita.
Il ritorno è sullo stesso tracciato, ma arrivati nella piana che annuncia il parcheggio, i fondisti possono svoltare a sinistra, sulla pista che si snoda al di là del torrente con diversi saliscendi.
2. Da Saint-Véran al refuge de la Blanche
Dislivello: 600 m.
Lunghezza: 16-18 km a/r.
Difficoltà: facile ma lungo.
Saint-Véran è diventata una frequentata meta turistica grazie al suo record di sede comunale più alta delle Alpi (2050 m): l'ingresso nel centro abitato è riservato ai residenti, mentre i visitatori devono utilizzare i parcheggi prima del paese, muovendosi a piedi o con i bus navetta.
Giunti in auto in vista di Saint-Véran si trova sulla destra un primo grande parcheggio. Subito dopo la strada si biforca (loc. Beauregard, 1970 m): si lascia a sinistra il ramo che porta ai parcheggi degli impianti di risalita e si va diritto, trovando dopo pochi metri il parcheggio 2 (a destra). Poco più avanti inizia il divieto di transito per i non residenti e si prosegue a piedi sulla strada in lieve salita (direzione sud-est) tra le grandi, antiche case in legno, si sfiora il piccolo tempio valdese e si trova un bivio (minuscoli cartelli gialli): si prosegue diritto sulla stradina in piano che giunge in un parcheggio per residenti (2011 m, 15 min).
Qui si calzano sci o racchette e si inizia a percorrere la strada innevata, toccando l'Oratoire de Sainte-Luce. Si continua sulla strada che si alza, con pendenza moderata ma costante, tra vasti pascoli esposti al sole . Dopo circa 3 km si raggiunge il bivio presso la cappella di Sainte-Elisabeth (2223 m), che merita pochi passi di digressione (qui confluisce una pista nera che i fondisti possono utilizzare per la discesa). La strada ora va quasi in piano verso est dominando dall'alto una bella conca e tocca i ruderi degli impianti di una antica miniera di rame abbandonata. Poi riprende a salire e si dirige verso la cappella di Clausis , ottima meta intermedia a quota 2399 m, da cui si domina tutta la valle dell'Aigue Blanche percorsa fin qui. Quindi il tracciato si alza con pendenza più sostenuta, fino a raggiungere il refuge de la Blanche (2499 m), dove termina dopo 9 km.
Si scende sullo stesso itinerario fino alla cappella di Sainte-Elisabeth, dove i fondisti un po'esperti possono verificare se è stata battuta la pista nera "Les Loups". In tal caso la si percorre scendendo verso est fino alla conca vista dall'alto; qui la pista attraversa L'Aigue Blanche e svolta a destra, per scendere lungo il torrente sul versante ombroso della valle : i boschi e l'esposizione garantiscono quasi sempre una buona una neve, ideale per una discesa veloce ma impegnativa fino al Pont Vieux e al successivo Pont de la Choumasse; attraversando questo ponte si può risalire in diagonale fino ai parcheggi di Saint-Véran da cui è iniziata l'escursione.
Informazioni utili
Periodo consigliato: da metà dicembre a inizio marzo, secondo l'innevamento.
Carte: negli uffici turistici si trova la carta schematica dell'Espaces nordique Molines / Saint-Veran e la mappa Ign scala 1:25.000, foglio 3637OT (www.ign.fr).
Informazioni: Office de tourisme du Guillestrois et du Queyras, tel. 0033/4/92467618, con sede alla rotonda per Château Ville-Vieille; in ogni paese c'è un ufficio turistico e postale (orari in www.lequeyras.com): per la gita 1 a Molines-en-Queyras, tel. 0033/4/92458322; per la gita 2 a Saint-Veran, tel. 0033/4/92458221.
Per le condizioni delle piste da fondo e degli itinéraires de montagne: www.nordicalpesdusud.com/bulletin-neige
Parc naturel régional du Queyras, tel. 0033/4/92468820, www.pnr-queyras.fr.
Per dormire: su https://reservation.lequeyras.com si trovano i dati di alberghi, gîte d'ètapes e alloggi in affitto, che si possono prenotare direttamente dal sito. Il refuge Agnel è aperto dal 28.12.023 al 7.1.024 e poi dal 7.2.024 ad aprile, www.refugeagnel.com; il refuge de la Blanche è aperto dal 16.12.023 al 31.3.024, www.refugedelablanche.com.
Previsioni meteo: meteofrance.fr
* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.