Presidente ci racconta la sua vita con il parco?
La mia vita con il parco? Ma quanto tempo abbiamo a disposizione?...Potrei riassumerla, dividendola in tre tappe: la nascita del parco, la sua crescita, il suo decimo compleanno, dato che ha appena compiuto dieci anni.
Ma lei tratta il parco come fosse una sua creatura...
Sì, è vero, risponde Franca Olmi con quell'immediatezza che contraddistingue chi è di origine toscana. E inizia a raccontare dalla metà degli Anni Ottanta, quando l'dea di creare il parco nacque in occasione del convegno "Turismo integrato", organizzato nel 1985 dall'allora Comprensorio del Verbano Cusio Ossola di cui iei stessa era presidente.
Cosa succede dal 1985 al 1992, anno di istituzione del parco?
Trascorsero sette anni di lavoro accanito. Nel 1991 la legge quadro sulle aree protette individuò ìa Vaì Grande come parco nazionale. Nel '92 nacque il parco con decreto ministeriale; nel '93 con un decreto presidenziale del 23 novembre venne istituitol'Ente parco e nel maggio '94 si riunì perla prima volta il consiglio direttivo e iniziò il periodo più faticoso: quello della gestione.
Il parco diventa così operativo?
Operativo? Si fa per dire. Bisognava mettere in funzione un ente di parastato e mancava completamente il personale. Erano stati nominati solo il presidente, cioè la sottoscritta, e il consiglio direttivo. Fortunatamente, l'anno prima ero andata in pensione dal mio lavoro di preside di scuola media e potevo quindi dedicarmi a tempo pieno al parco. Non si potevano certamente deludere le attese dei comuni che aspettavano interventi immediati per rivitalizzare la loro economia. Gli ambientalisti, dal canto loro, temevano che provvedimenti affettati potessero compromettere le peculiarità dell'area selvaggia. Ci si mosse con prudenza, ma anche con determinazione. Per esempio, ci impegammo da subito perché l'unica via di accesso al parco (che si percorre quasi ed esclusivamente a piedi su sentieri) e precisamente la provinciale Rovegro-Cicogna, lunga 7 km,strettissima, tortuosa, a picco sul torrente, venisse dotata di barriere di protezione. Così pure individuammo alcuni sentieri storici da recuperare per gli escursionisti. E' chiaro che, trattandosi di un parco wildemess, non si può mai parlare di sentieri sicuri. Per questo devono essere percorsi con grande prudenza e conl'accompagnamento di guide.
Quali strutture avete realizzato?
Bivacchi aperti per gli escursionisti in area parco. Fuori, centri visita alle entrate principali; il Museo della pietra ollare e degli scalpellini a Malesco che prelude alla realizzazione di un Ecomuseo della pietra (di questo territorio è la Cava Madre del Duomo di Milano); un centro di educazione arribientale a Cossogno e un rifugio a Trontano. Inoltre abbiamo realizzato dieci sentieri natura tematici attrezzati di bacheche informative.
E coloro che non possono fare lunghe ore di cammino a piedi?
Abbiamo dato grande spazio, fin dall'inizio della nostra attività all'educazione ambientale, intesa in senso lato: natura e uomo. La storia del parco è legata anche a cinque secoli di presenza di pastori in transumanza prima che l'abbandono della valle da parte degli alpigiani, avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, facesse della Val Grande un'area wilderness. A questo proposito penso che possa interessare iì fatto che, a ricordo della religiosità degli alpigiani, il parco sia stato dedicato a una Madonna miracolosa venerata nel Santuario di Re, nella vicina Vigezzo. E' l'unico parco in Europa protetto da una santa patrona.it
Il successo di questi anni di cui va fiera?
L'istituzione del gruppo culturale "Le donne del parco". Oltre cento donne dei Comuni del parco, nei costumi della tradizione, mantengono viva l'identità della gente delle nostre montagne e sono le ambasciatrici per far conoscere gli antichi mestieri, i prodotti e i piatti tipici. Con il loro aiuto stiamo valorizzando l'ecoturismo e abbiamo organizzato una rassegna enogastronomica di successo: "I sentieri del gusto".
E un insuccesso?
Uno in particolare non lo ricordo...
Nel futuro del parco c'è in vista un ampliamento?
Io penso e spero di sì. Il parco ormai è diventato patrimonio di tutti. I Comuni di Druogno e Verbania hanno deliberato di verificare l'ipotesi di entrare nel parco. Se i confini raggiungeranno lago, il parco avrà un nuovo punto di forza su cui contare e aumenterà ìa sua visibilità e il suo prestigio.
Dove prende tutta questa energia?
Dante risponderebbe: "Amor che muove il sole e e le altre stelle". Abbiamo scomodato nientemeno che il massimo dei poeti. Tuttavia è vero che l'amore è il motore di ogni cosa.
Cosa farà il prossimo anno, quando scadrà il suo mandato che conclude per legge il suo incarico?
Prenderò un po' di tempo per me...
... Tuttavia risulta difficile crederle dopo aver conosciuto la passione per la terra dove ha trascorso la sua vita, iÌ suo carattere cocciuto e forte simile a un "macigno di FiesoÌe" come era solita definirla suo padre in ricordo della terra dove è nata.