l'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore è attivamente impegnato nel migliorare la qualità dell'ambiente, aumentando la capacità di adattamento del territorio alle criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, come alluvioni e piogge violente e improvvise, o situazioni opposte come quelle derivanti da una siccità severa.
Ma come è possibile raggiungere questi risultati? Ad esempio con la realizzazione di infrastrutture verdi e la rivegetazione delle sponde e delle piane alluvionali o, ancora, grazie ad interventi finalizzati a trattenere le acque per favorire gli habitat naturali, ricaricare le falde e rinforzare le difese spondali in caso di eventi meteorologici estremi.
Le attività realizzate al Ticino Lago Maggiore
Recentemente sono stati avviati nelle Aree protette del Ticino e Lago Maggiore dei cantieri, grazie a finanziamenti da parte della Regione Piemonte e ad una preziosa collaborazione tra Enti diversi, che lavorano in stretta sinergia per garantire interventi mirati ed efficaci ai fini della riqualificazione naturalistica, valorizzazione e sistemazione idrogeologica a tutela del patrimonio naturale. Gli effetti positivi di questi interventi saranno duraturi per le comunità locali residenti nelle aree protette e in quelle limitrofe.
A questo proposito l'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e Lago Maggiore ha organizzato una giornata di studio, lo scorso 25 settembre, in occasione della quale sono stati effettuati alcuni sopralluoghi sul territorio protetto per illustrare al gruppo di partecipanti (tecnici appartenenti a Enti Parco, Enti locali, Associazioni irrigue e liberi professionisti) una serie di tecniche naturalistiche che vengono impiegate in ambiti particolari di intervento.
Tra i cantieri visitati si annoverano quelli in cui vengono realizzate "fasce tampone arbustive", che svolgono funzioni di riduzione degli inquinanti di origine agricola, sostegno delle sponde e protezione dai fenomeni erosivi, e sono poste su gabbionate lungo alcuni tratti della Roggia Molinara di Oleggio (NO), i siti di realizzazione di palificate vive spondali presso la Riserva Naturale di Fondotoce (VB) e le opere di consolidamento di versante e di impluvio, realizzate rispettivamente a Miazzina (VB) e Pollone (BI).
La giornata si è completata con una presentazione nella quale, oltre alla parte descrittiva, si sono approfonditi gli aspetti inerenti i limiti di applicabilità di queste tipologie di intervento. E' da sottolineare come realizzare progetti di recupero e sistemazione ambientale e territoriale con tecniche di ingegneria naturalistica implichi necessariamente il coinvolgimento di professionisti esperti nella ricostituzione della compagine vegetale naturale e di mano d'opera specializzata e adeguatamente formata per la realizzazione degli interventi.
L'importanza dell'ingegneria naturalistica
Tra le attività di prevenzione del dissesto, sistemazione e recupero del territorio, è sempre più importante il ricorso all'ingegneria naturalistica. Si tratta di un insieme di tecniche di intervento in ambito geologico e biologico che prevedono l'utilizzo del materiale vegetale vivo e del legname come materiale da costruzione, in abbinamento in con altri materiali (terra agraria, ferro, geosintetici ed inerti) per risolvere un'ampia gamma di problematiche di consolidamento e drenaggio di versanti, scarpate e sponde, nonché di miglioramento della qualità delle acque superficiali.
Lo scopo di queste misure è di ridurre le cause di innesco di fenomeni di dissesto e degrado puntuali causati da fenomeni meteorologici intensi e concentrati nel tempo in un generale quadro di degrado territoriale e di dissesto idrogeologico progressivamente aumentato nel corso degli anni, soprattutto nei territori montani, dove tutto ha origine.
Spesso le tecniche di ingegneria naturalistica rappresentano la soluzione ottimale in molti interventi di consolidamento superficiale e rivegetazione di superfici erose, perché consentono di ristabilire i processi biologici e la copertura vegetale, con benefici anche dal punto di vista paesaggistico.
"Si possono individuare tre funzioni principali dell'ingegneria naturalistica" spiega Luca De Antonis, funzionario tecnico del Settore sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali della Direzione ambiente, energia e territorio della Regione Piemonte. " Una prima funzione è quella ecologica, di creazione o ricostruzione di ambienti naturali attraverso lo sviluppo di associazioni vegetali autoctone ed il miglioramento delle caratteristiche del terreno e delle acque. Una seconda importante funzione è quella idrogeologica, di consolidamento del terreno, di protezione dall'erosione, di drenaggio e trattenuta delle precipitazioni atmosferiche. L'ingegneria naturalistica, infine, svolge anche un ruolo socio-economico in un'ottica di utilizzo corretto di risorse e manodopera locale e anche di ottimale gestione delle risorse finanziarie disponibili".
In conclusione, fatte salve particolari esigenze statiche ed idrauliche, il corretto impiego in ambiti sempre più ampi delle tecniche di ingegneria naturalistica rappresenta una significativa scelta verso interventi ecocompatibili, dotati di un sicuro risvolto educativo e culturale, spesso risolutivi, che affrontando con successo reali problemi di dissesto idrogeologico permettono al tempo stesso di salvaguardare e recuperare i valori ambientali e paesaggistici.