Elemento d'impatto dal valore paesaggistico fortemente evocativo per la sua imponenza, posto all'ingresso principale del Parco naturale La Mandria, Viale Roveri ha per anni rappresentato il primo spazio d'accoglienza per chiunque si concedesse una passeggiata nel Parco La Mandria, alle porte di Torino. Ma non solo! Pensiamo a quale sensazione doveva suscitare in passato, negli ospiti che erano stati invitati a raggiungere il Castello della Mandria direttamente al cospetto della famiglia reale.
Il viale, posto alla base di un rilievo sui cui poggiano gli appartamenti Reali, nasconde ai curiosi la vista della facciata del Castello e ne indirizza lo sguardo. Lo stesso Castello. per essere raggiunto. obbliga a un percorso in salita, paragonabile a una ascensione che conduce al cospetto della figura regale, rafforzando il connubio forza-divinità di cui ogni re è investito.
I motivi della sua chiusura
Viale Roveri è chiuso al pubblico dal 2013 a causa del lento ma inesorabile deperimento di alcune piante che hanno reso rischioso il passaggio sotto alle chiome. Gli esemplari più instabili e precari, sono stati sottoposti a opere di consolidamento con ancoraggi facilmente riconoscibili a occhio nudo. A seguito di questi interventi e della sua chiusura al pubblico, il Viale è stato "musealizzato", limitando al minimo indispensabile i lavori diretti sui maestosi esemplari presenti fino al violento temporale del 30 giugno 2022 che ha spezzato, sradicato e danneggiato quasi ogni quercia, risparmiando ben pochi alberi .
Tuttavia, le querce morte non sono state mai rimosse perché almeno un quinto degli organismi censiti nel Parco naturale La Mandria è legato al ciclo di decomposizione degli alberi vetusti. Questi alberi sono anche detti "alberi habitat" poichè in essi coesistono uno o più microhabitat - ovvero quell'insieme di parametri che determinano l'ambiente di vita di una specie che occupa un'area molto ristretta e specifica - che sono essenziali per una o più fasi di vita di specie animali e vegetali (piante, licheni e funghi).
In particolare, questo ambiente è diventato il rifugio per tre specie di coleotteri saproxilici - insetti in cui almeno in uno stadio del loro ciclo vitale è svolto in stretta relazione con il legno deperiente o morto - tutelati a livello europeo ed inseriti della negli elenchi di specie ed habitat allegati alla Direttiva Habitat 92/43/CEE.
Si tratta del rarissimo Osmoderma eremita, del Cerambyx cerdo, ovvero il più grosso coleottero italiano, e del Lucanus cervus, detto Cervo volante.
Le larve di tali specie trascorrono anni all'interno di cavità di grossi alberi senescenti. Qui scavano gallerie per poi fuoriuscirne a maturità raggiunta, all'inizio della stagione estiva. Le gallerie vengono sfruttate ed allargate da altri insetti che le rendono colonizzabili da micromammiferi e perfino dai chirotteri (pipistrelli) .
Gli alberi, che hanno ormai raggiunto la fase finale del loro ciclo di vita, rappresentano ancora una risorsa fondamentale per la biodiversità, ospitando ricche comunità di organismi altamente specializzati.
La quercia, albero maestoso simbolo di forza
La quercia è un albero considerato dalle famiglie nobiliari di tutto il mondo come simbolo di forza e rappresentativo di una lunga e gloriosa progenie. Per questo motivo, se ne ritrovano spesso esemplari monumentali nelle corti dei castelli e numerose sono anche le rappresentazioni negli stemmi nobiliari.
A questi alberi deve dire grazie anche la storia dell'uomo. Si pensi che i primi colonizzatori del territorio oggi noto come Inghilterra, furono Vichinghi che la raggiunsero grazie a navi costruite con legno di quercia. Di questo materiale eccellente fecero tesoro, 500 anni dopo, i Re inglesi che usarono buona parte delle querce delle foreste dell'Inghilterra del sud per costruire la famosissima flotta navale britannica. Come sempre però, l'uomo quando agisce, non considera i tempi della natura: per costruire una singola fregata (nave da guerra a tre alberi) era necessario tagliare all'incirca 2000 tronchi di quercia causando il disboscamento di intere aree. Oggi in Inghilterra come in Europa, le querce ultracentenarie sopravvissute alla febbre del colonialismo, non sono poi molte e per questo quelle conservate nel Parco La Mandria assumono un valore ecologico ma anche storico importante .
Cosa attende il Viale dei Roveri nei prossimi anni?
L'Ente di Gestione delle Aree protette dei Parchi Reali monitora costantemente il Viale e ha allo studio futuri interventi capaci di preservare il valore storico-culturale e paesaggistico dello spazio. Fra questi ultimi vi sono la conservazione e l'implementazione della necromassa legnosa e i microhabitat necessari a garantire la riproduzione dei coleotteri saproxilici; la musealizzazione e l'installazione di opere artistiche e naturalistiche per sensibilizzare il pubblico sull'importanza di una corretta e sostenibile gestione del legno morto; l'eliminazione delle piante invasive esotiche; l'allevamento e la selezione di nuove piante di quercia nate spontaneamente dalle farnie originarie del Viale e, infine, il riallestimento del Viale con nuovi impianti di querce della stessa specie di quelle originarie.