L'individuazione di due aree di tranquillità "a maggior tutela", nell'areale compreso tra il Monte Cazzola e il Vallone di Misanco, permetterà di ridurre e minimizzare l'impatto delle attività invernali (sci fuori pista, sci alpinismo, racchette da neve, escursioni a piedi) sullo svernamento di due specie emblematiche: il fagiano di monte (Lyrurus tetrix) e la pernice bianca (Lagopus muta).
Un accordo pubblico - privato
E' questo il risultato dell'accordo di collaborazione stipulato fra l'Ente di gestione delle aree protette dell'Ossola e la Cooperativa Devero 2.0 s.c.a r.l. formalizzato con una Delibera di Consiglio (la n.44 del 4/10/2023). Le "aree di quiete", che erano già state individuate attraverso sopralluoghi e verifiche in loco durante il passato inverno, verranno ora perimetrate in maniera chiara ed evidente in vista della stagione invernale.
E' questo il risultato dell'accordo di collaborazione stipulato fra l'Ente di gestione delle aree protette dell'Ossola e la Cooperativa Devero 2.0 s.c.a r.l. formalizzato con una Delibera di Consiglio (la n.44 del 4/10/2023). Le "aree di quiete", che erano già state individuate attraverso sopralluoghi e verifiche in loco durante il passato inverno, verranno ora perimetrate in maniera chiara ed evidente in vista della stagione invernale.
Saranno realizzati e posizionati pannelli informativi alle stazioni di valle e di monte degli impianti del Monte Cazzola, nonché all'ingresso della traccia di salita in località Pedemonte. Inoltre, nei prossimi mesi, verranno organizzati incontri informativi con professionisti del settore e verrà promossa una campagna formativa e informativa, attraverso i canali social e web e attraverso ciascun mezzo di comunicazione delle due parti.
"Si tratta di un'azione che rientra nelle misure di conservazione, che prevedono la possibilità di pervenire ad accordi con i gestori delle stazioni sciistiche e che fa parte del percorso intrapreso da lungo tempo, attraverso alcuni progetti quali RESICETS e Be Part of the Mountain" – spiega Daniele Piazza, Direttore dell'Ente di gestione delle Aree Protette dell'Ossola. "Sono anni che lavoriamo, più in generale, nella regolazione degli aspetti più impattanti del turismo invernale nelle sue varie declinazioni. Da circa un anno l'Ente parco collabora con la società che gestisce gli impianti di risalita del Monte Cazzola. Abbiamo individuato le aree frequentate dagli sci alpinisti o da coloro che utilizzano le ciaspole. L'inverno 2022-2023 è stato dedicato ai sopralluoghi, condotti anche con il supporto dei maestri di sci, per individuare le cosiddette aree di sovrapposizione, in cui le persone che transitano possono venire a contatto con la fauna, in particolare con i fagiani di monte. Soprattutto i boschi più radi, in condizioni di neve farinosa, sono le aree preferite dal fagiano di monte e dalla pernice bianca: ne abbiamo individuato un'estensione di circa 80 ettari. Successivamente siamo pervenuti all'accordo con la Cooperativa Devero 2.0, la società che gestisce gli impianti di risalita, che abbiamo stipulato formalmente. L'ente parco ha quindi predisposto la cartellonistica, concordando grafica e contenuti con la cooperativa. Quest'ultima, dal canto suo, ha già iniziato da tempo una campagna per comunicare alla propria clientela che è comunque possibile continuare a praticare gli sport invernali veicolando le necessarie informazioni. Lo stesso verrà fatto a partire dall'apertura degli impianti, prevista per inizio dicembre, compatibilmente con le condizioni di innevamento. Le aree verranno contrassegnate con bandierine in loco di colore giallo acceso, mentre sono già disponibili online varie cartografie e tracce gpx e kml per l'individuazione in loco delle aree anche mediante dispositivi mobili (smartphone, gps, ecc.)".
Tutte le indicazioni sono reperibili sul Sito dell'ente di gestione a questo link.
"Anche il nostro Parco informerà gli utenti sui social e sulla newsletter istituzionale, che possono contare su circa 20mila contatti raggiungibili. Inoltre verranno organizzati incontri informativi differenziati per categorie, dalle guide escursionistiche ai maestri di sci, fino ai gestori delle strutture ricettive della zona e ai soci delle locali sezioni del CAI" conclude Piazza.
Le conclusioni del progetto
"L'indicazione più importante che abbiamo tratto da questa esperienza è che iniziative del genere si realizzano non con regole imposte dall'alto in modo coercitivo ma attraverso la collaborazione con i vari attori del territorio" spiega ancora Piazza. "Mi sento di affermare che in questo caso abbiamo fatto un po' da apripista anche per realtà in cui operano gestori turistici di scala maggiore. Questi percorsi non sono mai brevi nè semplici, tuttavia gradualmente si riesce ad arrivare ad ottimi risultati e a buonissimi livelli di condivisione e - soprattutto - comprensione dei motivi e delle soluzioni".
Perchè è importante non disturbare queste specie in inverno?
In inverno l'energia che gli animali consumano deve essere ridotta al minimo perché il cibo presente è poco e di scarso valore calorico. I movimenti delle varie specie, in presenza di terreno innevato, sono limitati all'essenziale. Gli animali percepiscono la presenza dell'uomo come un pericolo e reagiscono, com'è naturale, con la fuga. Ma se nelle altre stagioni, dopo un grande spavento, il selvatico può spostarsi velocemente e trovare un altro posto tranquillo, in inverno abbandonare il proprio rifugio rappresenta un dispendio di energie eccessivo che stressa l'animale e lo rende più vulnerabile a malattie e ai predatori. Per questo motivo scialpinisti o ciaspolatori dovrebbero rimanere sui percorsi consigliati o già battuti e, se percepiscono la presenza di un animale, cambiare direzione o fermarsi, aspettando che si allontani. Inoltre, se si porta con sé il proprio cane sugli itinerari dove ciò è consentito, occorre tenerlo sempre al guinzaglio.
La situazione altrove
In altri Paesi dell'arco alpino (Francia, Svizzera, Austria) queste iniziative sono comuni e diffuse, mentre in Italia quest'esperienza rappresenta un'importante innovazione. Le aree protette dell'Ossola lavorano da tempo sulla protezione faunistica, in particolare delle specie cui sono state dedicate le nuove "aree di quiete" . Vengono svolte regolarmente attività di studio, monitoraggio, progettazione e pianificazione dal Centro di Referenza denominato "Tipica fauna alpina" che è istituito presso l'Ente di Gestione delle aree protette dell'Ossola in associazione con l'Ente di Gestione delle aree protette delle Alpi Cozie e con l'Ente di Gestione delle aree protette del Monviso. La relazione tecnica sulle attività di monitoraggio di galliformi alpini nei parchi naturali dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona, è pubblicata regolarmente sul sito dell'ente.
Tra le altre aree protette piemontesi, le Marittime hanno da tempo intrapreso un percorso analogo a quello dell'Ossola, con la campagna di sensibilizzazione "Attenti al fagiano", partita nel 2021 e dedicata principalmente agli scialpinisti.
Ma più in generale le iniziative di sensibilizzazione si stanno moltiplicando negli ultimi anni a causa dell'aumento di frequentatori molte volte inconsapevoli del loro impatto su un ambiente così fragile come quello montano. Una delle più efficaci campagne di informazione sull'arco alpino è Be Part of the Mountain, nata dalla cooperazione tra aree protette, organizzazioni di protezione della natura, istituzioni, club alpini e altri portatori d'interesse per la crescita della consapevolezza tra gli appassionati di attività outdoor. Per chi fosse interessato è possibile diventare ambasciatore di Be Part of the Mountain sottoscrivendo online a questo link una dichiarazione di intenti (versione italiana).
Per approfondimenti:
Progetto Be Part of the Mountain
Cartine di riferimento con la segnalazione delle aree di tranquillità e i tracciati di discesa e salita (sito Aree protette dell'Ossola)
Il fagiano di monte (sito Aree protette Alpi Marittime)
I galliformi alpini (pubblicazione della Regione Piemonte)
Linee guida per la gestione della fauna alpina in Piemonte
Tuteliamo il gallo forcello (Piemonte Parchi, 8 febbraio 2023)
La pernice bianca a rischio per il clima che cambia (Piemonte Parchi, 26 aprile 2023)