Passeggiando con le ciaspole, tra le rari nevi che hanno coperto le nostre montagne di questi tempi, può capitare di imbattersi in un arbusto spinoso, i cui falsi frutti, affusolati e commestibili, dal colore rosso scarlatto, spiccano decisamente tra la neve. Si tratta della Rosa canina e, nonostante il nome, non morde...Il curioso epiteto specifico "canina" deriverebbe dal greco "kynosbator", cioè "kynos" = cane e "batos" = arbusto spinoso; si credeva infatti che la radice di questa pianta potesse far guarire dalla rabbia.
L'origine del nome del genere è incerta: secondo alcuni deriverebbe dal latino "rosa" e secondo altri dal greco "rhódon" = rosa appunto; secondo altri ancora deriverebbe dal sanscrito "vrad" o "vrod" = flessibile, con allusione alla flessibilità dei rami, o dal celtico "rhood" o "rhuud" = rosso.
Antenata della rosa domestica, è una graziosa e preziosa alleata della nostra salute, specie in inverno.
I falsi frutti, erroneamente chiamati "bacche", sono definiti in botanica "cinorrodi".
Dal gradevole sapore leggermente acidulo sono veri e propri serbatoi di vitamina C, tra i più concentrati e biodisponibili che la natura ci offre; possiedono proprietà vitaminizzanti, astringenti, antinfiammatorie, diuretiche e anche protettrici vasali, grazie ai polifenoli in essi contenuti.
Possiamo raccoglierli quando già ammorbiditi dal gelo, masticandoli durante le nostre escursioni ma, prima di farne una scorpacciata, sarà meglio aver cura di scartare i peli all'interno, irritanti per il retto; eviteremo così fastidiose conseguenze. D'altronde, il nome volgare nel dialetto piemontese, "gratacù", non richiede grossi sforzi di fantasia per intuire le imbarazzanti conseguenze di una assunzione eccessiva e incauta...Curiosamente però, secondo l'antico principio della Signatura (che associava la forma e altre caratteristiche della pianta alla funzione) proprio la forma affusolata e il colore rosso dei cinorrodi e quindi la rassomiglianza con le emorroidi, facevano pensare a un suo impiego esterno come antinfiammatorio per le stesse.
La quantità di questa preziosa vitamina contenuta al loro interno, a cui la scienza riconosce un ruolo chiave nella cura di moltissime patologie sia infettive che infiammatorie, è tale che durante la seconda guerra mondiale si erano guadagnati l'appellativo di "arance del nord". Venivano così dati da mangiare ai bambini britannici in sostituzione degli agrumi (allora difficili da reperire), rispetto ai quali ne contengono ben 50-100 volte in più.
Proprio per questo rappresentano un eccellente tonico, in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell'organismo, per fronteggiare l'esaurimento e la stanchezza, sconfiggere lo stress, stimolare l'eliminazione delle tossine (soprattutto gli acidi urici, che provocano gotta e reumatismi) attraverso la diuresi.
Inoltre, possiedono un alto contenuto di provitamina A, benefica per il sistema immunitario e toccasana per rigenerare le cellule della pelle, mantenendola giovane, elastica e nutrita.
Per tali motivi la rosa canina non solo rappresenta un ottimo rimedio nella prevenzione di allergie e nella cura di rinite, congiuntivite e asma dovute al contatto con pollini; ma è consigliata nelle affezioni infantili come le tonsilliti, le rinofaringiti, otiti, tosse e raffreddore di origine infettiva e nelle alterazioni delle mucose nasali, degli occhi e delle prime vie aeree, con conseguente produzione di catarro.
L'azione vitaminizzante assieme a quella antiossidante dei bioflavonoidi, contenuti nelle polpa e nella buccia, ottimizza anche a circolazione sanguigna.
Questo benefico effetto è dovuto alla sua capacità di favorire l'assorbimento di calcio e del ferro nell'intestino, equilibrando il livello di colesterolo, contribuendo alla produzione di emoglobina e rendendo attiva la vitamina B9 (acido folico), dal leggero effetto antistaminico.
Recenti studi hanno dimostrato gli effetti benefici anche in casi di artrosi e artrite, impiego già adottato nella medicina popolare, che consigliava bagni delle estremità, affette dalla patologia, nel decotto tiepido ottenuto dai falsi frutti.
Non solo: essendo ricchi di antiossidanti quali carotenoidi, flavonoidi, polifenoli e leucoantociani, sono anche impiegati nella prevenzione delle patologie tumorali e cardiovascolari.
Bere giornalmente un tè di cinorrodi di rosa canina quindi, porta grandi benefici a tutto il corpo e alla nostra pelle.
Il gemmoderivato dei giovani germogli vanta pure proprietà immunomodulanti. La sua assunzione migliora la risposta immunitaria a livello respiratorio nei soggetti a tendenza allergica e nei bambini, ma possiamo usarlo senz'altro anche per aiutare i nostri amici a quattro zampe, in particolare per prevenire la laringite di cane e gatto nel periodo invernale.
Insomma, una pianta davvero utile, che ci permette di affrontare l'inverno e i cambi di stagione, con una marcia in più.
Le preparazioni
Uso cosmetico
Si può preparare facilmente a casa una maschera di bellezza frullando i cinorrodi freschi (tagliati, svuotati con cura e lavati più volte per eliminare i piccoli peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle). E' efficacissima per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle.
Uso culinario
La polpa di rosa canina può essere utilizzata per preparare ottime marmellate o trasformata in gelatina.
Per fare il tè di rosa canina basta semplicemente versare una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di cinorrodi schiacciati, freschi o secchi; lasciare riposare per almeno 5 min e aggiungere miele a piacimento.
Un buon modo per assumere i frutti freschi è metterne 5 o 6 (sempre aperti e svuotati) tra gli ingredienti di frullati di frutta, rigorosamente vegetali.
I petali possono essere usati per abbellire le insalate e altre pietanze.