Arrivato l'autunno e l'inverno è alle porte. Primi freddi e piogge non rallentano i nostri ritmi, anche se così vorrebbe la Natura e, in un attimo, ci troviamo raffreddati e sotto le coperte...Allora potrebbe essere giunto il momento di chiedere aiuto al mondo vegetale, attingendo alle sue molteplici risorse.
E a volte, anche un semplice fiore può rivelarsi un valido alleato per il nostro organismo. Come la bellissima Echinacea, pianta esotica che spesso fa bella mostra di sè come ornamentale nei giardini. Ha le sembianze di una grossa margherita, di colore dal porpora al rosa pallido, dalle cui radici si ottengono estratti dalla comprovata azione immunostimolante, che possono fornire una marcia in più al nostro organismo, così vulnerabile in questa stagione.
Il genere Echinacea, originaria del Nord America, fa parte della famiglia delle Composite Tubiflore e comprende diverse specie (E. purpurea, angustifolia, atrorubens, levigata, pallida, paradoxa, simulata, tennessensis), ma quelle più importanti dal punto di vista fitoterapico sono l'Echinacea angustifolia e l'Echinacea purpurea.
Il nome del genere deriva dal greco Echinos = riccio, in riferimento al tipico ricettacolo spinoso.
Numerose popolazioni di nativi americani (tra le quali Cheyenne, Comanche, Sioux) utilizzavano alcune preparazioni della sua radice per trattare ferite e ustioni, tosse, malattie da raffreddamento, mal di gola, per cacciare gli insetti molesti, per curare i morsi dei serpenti, nel trattamento delle infezioni e durante i periodi dove c'era maggior rischio di epidemie.
Battezzata prima come Rudbeckia da Linneo nei suoi trattati di tassonomia, è stata una pianta sconosciuta agli Europei fino alle prime colonizzazioni del XVIII° secolo. Poi, un medico tedesco, Meyer la conobbe attraverso la tribù dei Pawnee e creò un farmaco che venne chiamato "purificatore sanguigno" per il trattamento di intossicazioni del sangue, morsi di serpente e genericamente come agente antinfettivo. Da qui poi, con gli inizi del '900 ebbe inizio l'avvio della produzione "industriale" di rimedi a base di Echinacea, che l'ha portata attraversando varie vicissitudini fino ai giorni nostri ad essere un prodotto che negli USA, alla fine degli anni '90, vantava un mercato di svariate centinaia di milioni di dollari, ed in Germania è ad oggi l'ingrediente di più di 300 preparazioni farmaceutiche.
Anche in Italia l'interesse e il mercato sulla pianta sono crescenti. Basti pensare che nel 2001, la superficie investita ad echinacea si aggirava sui 30 ha, per la gran parte condotta in biologico, con una prevalenza di E. pallida, seguita da E. purpurea ed E. angustifolia. Le regioni più interessate a queste colture sono: Piemonte, Veneto, Umbria e Toscana.
Pur non appartenendo quindi alle tradizioni popolari della nostra medicina, si trova sempre più frequentemente tra gli ingredienti di vari prodotti per affrontare la stagione invernale, poiché ampiamente studiata e valutata da numerosi ricercatori mitteleuropei per le sue proprietà immunostimolanti, antinfiammmatorie, cicatrizzanti, antibatteriche, antifungine e antivirali.
Grazie alla sua azione di modulazione e stimolazione aspecifica del sistema immunitario, aumenta la resistenza dell'organismo contro gli agenti patogeni, consentendo un incremento della fagocitosi (cattura ed eliminazione dei patogeni a carico dei globuli bianchi), e del numero di neutrofili e dei linfociti T (globuli bianchi deputati alla difesa aspecifica dagli agenti patogeni) nonché la stimolazione del rilascio di tutte quelle molecole coinvolte nella risposta immunitaria "di primo intervento".
Un'assunzione regolare può permettere quindi di prevenire, abbreviare o rendere meno violenti i sintomi delle malattie da raffreddamento, delle manifestazioni influenzali, fino ai fastidiosi herpes alle labbra e micosi genitali. Per uso esterno l´echinacea viene utilizzata per le sue proprietà cicatrizzanti ed antinfiammatorie per ulcere, ferite, dermatiti.
Attenzione però a non eccedere nella lunghezza del trattamento: gli esperti consigliano di non superare le 8 settimane di assunzione. Particolare cautela poi va osservata in caso di malattie autoimmuni e assunzione di altri farmaci, a causa della probabile interazione o antagonismo con essi, specie se immunosoppressori.
La sua efficacia nella prevenzione dei malanni invernali la rende davvero una sorta di alleato vegetale che, con i suoi principi attivi (principalmente polisaccaridi), ci offre uno scudo in più contro i nemici del nostro benessere.