Il 2024 sarà un anno da ricordare. Dopo circa dieci anni di progetto e sette di amorevoli cure da parte del Centro Emys Piemonte, sono stati rilasciati in natura 40 individui di testuggine palustre europea, piccoli esserini sgambettanti di età compresa fra i tre e i sette anni.
Emys è una specie a rischio di estinzione e l'avvenimento è un primo piccolo ma grande passo per ricostituire un nuovo nucleo di animali lungo il Po e nuovo tassello dei progetti di ripristino ambientale che riguardano le Aree protette del Po piemontese.
Si lavora all'interno di un programma di quattro anni che prevede il rilascio di un centinaio di testuggini nel Parco naturale del Po Piemontese e un'altra cinquantina di animali all'interno della Zona Speciale di Conservazione Paludi di San Genuario e San Silvestro dove è ancora presente una popolazione residua, alcuni riproduttori sono stati presi da lì.
Cronaca di una reintroduzione
La luce del laboratorio è spenta "Così non si spaventano - sussurra Silvia Fiore, erpetologa del Centro Emys - si accorgono immediatamente delle presenze estranee, quando è accesa vedono che mi muovo, magari qualcuna non mangia, altre si nascondono, al buio invece c'è pace e posso osservarle senza interferire nei loro comportamenti; a loro la luce non manca, ciascun acquario ha il proprio impianto di illuminazione". Insieme alle testuggini abita nella vasca una pianta di ceratofillo, negli abbracci delle sue fronde le tartarughe trovano rifugio e sulle sue foglie si arrampicano per respirare. In questa fase di vita le piccole hanno le dimensioni di una moneta da due euro, sono voracissime e litigano per il cibo, lo fanno perché non sono animali che vivono in comunità e non sono abituate a stare insieme, in natura vivono in colonie, ma ognuno pensa per sé".
Sul carapace hanno un numero bianco che consente di identificarle senza rischio di errore. Resteranno in acquario protette e al caldo per tutto l'inverno, questo significa che non andranno in letargo, continueranno a crescere e saranno più forti al momento di cambiare ambiente. Ogni acquario contiene tra i 10 e i 14 animali ma appena raggiungeranno i sette - otto centimetri alcune verranno trasferite e ciascun acquario ospiterà tra i sette e i dieci esemplari per assicurare loro il massimo agio.
Queste Emys sono nate la scorsa estate, tra agosto e settembre. Al Centro c'è anche una nursery, un'area all'aperto di 3400 metri quadrati divisa in quattro vasche coperte da una rete per proteggerle dai predatori, ogni vasca di tre metri per quattro contiene un maschio e tre o quattro femmine. Lì si riproducono e depongono uova che vengono prelevate, messe in incubatrice per aumentare il loro successo di schiusa, le piccole nate vengono poi stabulate negli acquari.
"Una volta prelevate le uova le sistemiamo nella vermiculite per scongiurare la formazione di muffe, spiega Fiore. Solo dopo questo passaggio le mettiamo in incubatrice a una temperatura idonea alla nascita di femmine, sistemandole al di sopra di un fondo d'acqua per fornirle di un valore di umidità ottimale". Questo perché le uova dei rettili sono influenzate dalla temperatura e nel caso delle Emys quando la temperatura è più elevata nascono femmine.
Identikit della specie
In natura la proporzione tra i sessi è sfalsata a favore dei maschi. Parecchie aree umide sono ormai circondate da una coltre boschiva importante con alberi piuttosto alti che ostacolano l'arrivo dei raggi del sole al suolo, di conseguenza la temperatura media si mantiene al di sotto dei 28 gradi e porta alla nascita di maschi. La proporzione di una popolazione sana di Emys orbicularis dovrebbe essere di uno a uno o, meglio ancora, più femmine che maschi. Ogni femmina fa mediamente sei uova e un numero maggiore di femmine garantisce la sopravvivenza delle specie.
Le testuggini palustri europee sono animali erranti, soprattutto i maschi che in primavera, si attivano intorno a marzo, vanno in cerca delle femmine per l'accoppiamento.
"Il bello delle testuggini è che la femmina può trattenere lo sperma del maschio per tre o quattro anni; quindi, non è necessario che negli anni successivi quella femmina incontri un altro maschio perché può produrre in autonomia uova fertili" aggiunge Fiore.
Una volta adulte le Emys raggiungono la maturità sessuale attorno ai 15 anni. Le dimensioni standard della specie sono comprese tra i 20 e i 22 cm, i maschi sono un po' più piccoli, tra i 15 e i 18 centimetri. Ci si augura che la loro sia una lunga vita, è una specie longeva, in natura può raggiungere anche i 40 anni.
Dopo l'inverno in acquario vengono stabulate nel "laghetto" per tutto il tempo che precedere il rilascio in natura. "Nei dintorni di Livorno Ferraris abbiamo creato da zero un'area umida" spiega Riccardo Cavalcante, il direttore del Centro. Ricreando nei minimi dettagli uno specchio d'acqua naturale, ci abbiamo messo tutto quello che serve, anche la vegetazione autoctona, il nannufero, il morso di rana, l'erba vescica comune e tante altre ancora. Il fondo ha profondità variabili in modo che gli animali possano scegliere le condizioni più idonee a seconda delle stagioni, compreso il periodo freddo quando si infossano nel fango per trascorrere il letargo".
"In primavera alcune delle piccole Emys dagli acquari vengono trasferite nell'area umida dove gli animali si autogestiscono, il rischio di predazione c'è però ci aiuta a comprendere le dinamiche naturali in una struttura facilmente osservabile: per loro il cambiamento è tanto, negli acquari le nutriamo noi, non ci sono predatori, la temperatura è ottimale, fuori sono libere ma la vita è più dura", dice ancora Fiore.
Sì, perché la loro unica tutela nell'area umida è una barriera di plexiglass alta circa 80 centimetri che la circonda per intero, serve a evitare l'ingresso di eventuali predatori, oltre a nutrie, Trachemys e gamberi esotici e a non farle uscire: il Centro è vicino a una statale ed è circondato da campi di risaia, la dispersione non è idonea, troppo alto il rischio.
Vengono lasciate nel laghetto per un tempo variabile, potrebbero essere rilasciate anche l'anno successivo alla nascita ma è questione di scelte. Il rebus è se rilasciare animali preparati alla cattività quindi meno adattabili alle condizioni naturali ma più grandi e potenzialmente meno predabili oppure animali piccoli e più adattabili ma decisamente più predabili. Come sempre la strategia migliore è la diversificazione e così è stato fatto e si farà.
Le uova sono le più soggette a predazione: cinghiali, volpi, tassi o ratti possono farne strage. L'uovo, che non è particolarmente piccolo e misura circa tre centimetri, è super proteico. In bibliografia la probabilità di predazione sul nido è di oltre il 90%. Le piccole appena nate possono essere predate dagli stessi cinghiali, ratti, tassi e volpi ma anche dagli ardeidi. Invece, la predazione sugli adulti è molto più difficile. La femmina, più grande del maschio, raggiunge anche un chilo di peso, le testuggini hanno un carapace molto duro nel quale ritrarsi.
Poi un bel giorno arriva il momento del rilascio in natura. "Il Sito di Interesse Comunitario ospite è stato scelto con cura, per il ricco sistema di aree umide, risorgive, stagni con acque basse e prati, l'habitat indispensabile per la specie, prosegue Cavalcante. Si tratta di un sistema di lanche e acquitrini in cui l'acqua è presente tutto l'anno oppure che intercettano la falda del Po nel momento in cui monta in superficie nei momenti di maggiore portata del fiume, normalmente in primavera. Quando il livello dell'acqua sale si gonfia tutta la falda perifluviale e filtra verso l'alto attraverso il suolo permeabile di sabbia e ghiaia tipico di quell'ambiente. L'esito è che tutti gli specchi d'acqua si colmano".
Il progetto è reso possibile da sostegni incrociati. L'intero comparto allevamento, gestione e monitoraggio è realizzato grazie al finanziamento dell'ente no profit Fondazione Cappellino (cibi per animali Almo Nature) mentre la collaborazione con il progetto europeo LIFE URCA PROEMYS (URgent Conservation Actions pro Emys orbicularis) garantisce analisi genetiche affinché vengano esclusi dalle liberazioni gli animali incompatibili con il territorio a cui sono destinati e indagini sanitarie attraverso tamponi, analisi del sangue e campioni fecali per scongiurare la presenza di patologie che potrebbero interferire negativamente sulla reintroduzione. I campioni raccolti sono analizzati dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.
Un lavoro certosino, lungo e complesso, a più mani, necessario perché le Emys sono in deciso calo. Il motivo è da ricercare nelle azioni compiute dagli esseri umani spiega Riccardo "perché al 99% la causa sono loro: riducono, alterano, frammentano gli habitat, bonificano gli ambienti, inquinano, sia con sostanze chimiche che attraverso fattori biologici, immettendo specie esotiche che mettono in crisi gli equilibri naturali. Anche in modi inaspettati che hanno sulla nostra realtà effetti imprevedibili. Un esempio concreto è la presenza, con casi accertati in Spagna e Svizzera, di parassiti di Trachemys (testuggine di origine nordamericana), mai rilevati nel continente europeo fino a qualche anno fa: il problema è che il ciclo biologico di quei parassiti non è ancora noto con chiarezza e se è certo che possono originare diverse patologie è difficile capire come intervenire. Anche la costruzione di interruzioni o di strade è un problema grande. Mettiamoci per un momento nei panni di quei piccoli affarini che percorrono pochi passi al minuto: per loro una strada larga anche solo sei metri è sconfinata, attraversarla è un'impresa titanica, in quei sei metri rischiano la vita e lo stesso avviene nei campi agricoli dove devono fare i conti con i mezzi agricoli. In questo barattolo ce n'è una schiacciata da un'auto o ancora più probabilmente da un mezzo agricolo essendo stata trovata in una strada bianca tra le risaie subito dopo la schiusa, povera lei, travolta a Fontana Gigante, un'altra delle Aree protette del Po piemontese".
Per tutte queste ragioni si fa il possibile per aiutarle a vivere. Appuntamento, dunque, alla prossima primavera per il rilascio di un altro gruppo di piccine.
Il Centro Emys Piemonte (Società Cooperativa Eleade) accoglie su prenotazione scuole e gruppi, il contributo richiesto è minimo ed è un aiuto a sostenere le attività del centro.
Per informazioni: Pagina Facebook @CentroEmysPiemonte