Sono stati pubblicati sulla newsletter periodica delle Aree Protette dell'Ossola, i dati sui censimenti autunnali delle popolazioni di camoscio sia sull'Alpe Veglia che sull'Alpe Devero, effettuati tra fine ottobre e primi di novembre. Le condizioni ambientali (assenza di neve fino a 2.800 metri e temperature elevate per la stagione) hanno ridotto l'osservabilità degli animali, dispersi in piccoli gruppi, a quote molto elevate e in settori difficili da controllare. Le condizioni hanno portato a una sottostima del numero di animali.
La situazione dei camosci del Veglia Devero
Sono stati censiti 98 camosci. È il numero più basso osservato dal 1993, quando è iniziato il monitoraggio sistematico della popolazione. Mai così pochi camosci osservati in trent'anni. Racconta l'amico naturalista Radames Bionda, tecnico faunistico delle Aree protette dell'Ossola: "La popolazione di camoscio del Veglia - Devero sta mostrando una tendenza negativa da almeno 20 anni, e quindi si trova da tempo a bassa densità. Il risultato di quest'anno è almeno in parte imputabile, oltre che alle condizioni ambientali che come abbiamo detto hanno verosimilmente ridotto la contattabilità degli animali, anche a una scarsa presenza di capretti. Il successo riproduttivo è stato infatti solamente di 3,5 piccoli ogni 10 femmine, quando in media è di 6,5 piccoli per femmina. In assoluto il più basso osservato in 32 anni di censimenti".
Le fake news sul camoscio
Il camoscio è un animale rupicolo (Rupicapra rupicapra), vittima di stereotipi consolidati: emblema della fauna selvatica alpina in realtà è diffuso anche nei boschi di fondovalle e si trova a suo agio sulle scogliere a mare di Marsiglia, e non produce il formaggio "Camoscio d'Oro" (una bambina un giorno mi chiese come facevano a mungerli).
Forse l'animale alpino per eccellenza è lo stambecco: presente in centinaia di esemplari sulle Alpi dell'Ossola, ma assente in Val Grande e nei boschi della Bassa Ossola.
A Veglia e Devero si trova a casa sua, ma anche in Antrona e sul Monte Rosa. Come per gli uomini, anche per gli animali circolano "bugie bestiali". Se il re delle Alpi è probabilmente lo stambecco, il camoscio è sicuramente il principe. Il camoscio è un po' più "adattabile" dal punto di vista ecologico e più legato al bosco, ma è una specie a sua volta tipica dei sistemi montuosi. Sono un esempio di come l'evoluzione possa far coesistere due specie simili nello stesso ambiente.
(Fonte: 'Leopontica 43')