Una popolazione di rospi smeraldini sverna nelle fessure alla base della nostra casa.
Le mamme pipistrello hanno fatto una nursery nel nostro sottotetto.
Una colonia di balestrucci ha scelto il nostro sotto balcone per riprodursi.
Un codirosso ha trovato un buco perfetto nel muro per il suo nido.
I rondoni ogni anno tornano fra le nostre tegole per riprodursi.
Un gheppio ha trovato una nicchia nella parete ideale per allevare i suoi pulcini.
Una civetta ha scelto il nostro tetto come casa.
Quante volte ci è capitato di ascoltare una delle precedenti esclamazioni? Anche a noi sarà capitato di osservare il nido di una rondine sulproprio balcone di casa, o quello di un codirosso nel buco di un muro.
Alcuni esempi di come, i nostri edifici possano accogliere ospiti 'particolari': acuni animali hanno infatti imparato a usare le nostre strutture edilizie in alcuni momenti del loro ciclo vitale.
In linea di massima, questo accade per due principali motivi. Il primo è che spesso l'ambiente naturale compromesso, ha sempre meno a disposizione luoghi idoneiai loro scopi (come le grosse cavità degli alberi); il secondo è che la presenza dell'uomo, in alcuni casi, potrebbe tenere lontani i predatori naturali di alcune specie.
La fauna che utilizza i nostri edifici è ovviamente diversa, a seconda del contesto ambientale e del tipo di rifugio che offre la struttura stessa. Da queste poche condizioni è già intuibile che l'elenco degli animali selvatici che possiamo incontrare negli edifici non sia così limitato a poche specie e che queste abbiano esigenze ecologiche diverse.
Quali specie e in quali edifici
Vecchi edifici, case attrezzate con nidi artificiali, grandi costruzioni, torri, castelli, chiese, cantine, granai, scuderie, stalle, magazzini, cascinali e strutture abbandonate... Sono queste tutte strutture che possono offrire luoghi ideali alla riproduzione e svernamento di alcune specie, oppure offrire luoghi di sosta per una grande varietà di animali selvatici.
Fra gli ospiti più popolari, tanto che i pulli sono monitorati spesso con web-cam, c'è il Falco pellegrino (Falco peregrinus) del "Pirellone" di Milano, o quello della cupola di San Gaudenzio di Novara: un chiaro esempio di adattamento di un selvatico, predatore, agli ambienti urbani ricchi di prede (i piccioni).
Altrettanto noti e importanti sono alcuni siti di riproduzione di colonie di pipistrelli, come quello nelle grotte artificiali dell'Isola Bella dove ogni anno torna a insediarsi una colonia riproduttiva plurispecifica con il Vepertilio maggiore (Myotis myotis), il Vepertilio minore (Myotis blythii) e il Vepertilio di Capaccini (Myotis capaccinii), oppure la colonia dell'Abbazia di Staffarda, con Vepertilio maggiore e Vespertilio minore, o ancora la colonia della grotta votiva alla Zelata di Bereguardo, dove troviamo la specie Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus).
A queste presenze molto note, si aggiungono esempi meno eclatanti con altre specie più "comuni" insediate nelle nostre abitazioni. Qualche esempio? Rondoni, taccole, gheppi, civette, lucertole, pipistrelli, ghiri, barbagianni, rondini, upupe, gechi... e tanti altre ancora, senza dimenticare insetti, ragni e piantine.
L'aumento delle ristrutturazioni, incentivate anche dai bonus edilizi, sta tuttavia causando non pochi impatti negativi sulla "biodiversità urbana", riducendo gli spazi.
Nelle ristrutturazioni sarebbe infatti opportuno lasciare un po' di spazio anche agli animali, con la creazione di idonee strutture che possano facilitare il loro insediamento. Sarebbe d'obbligo, se non altro morale, rispettare poi un "calendario dei lavori" nei casi in cui il nostro edificio sia "popolato" da qualche specie e aspettare, pazientemente, che il nostro inquilino abbia almeno completato la fase del suo ciclo vitale. Purtroppo l'attenzione su questi aspetti è ancora scarsa, sebbene anche questi sarebbero accorgimenti utili alla nostra biodiversità che vive tra le nostre mura, compresi muschi e licheni che respirano fra le pietre della nostra casa.
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