Il Piemonte ospita 319 alberi monumentali rispetto ai 3.665 attualmente censiti in Italia. La maggior parte di questi imponenti vegetali vive nei nostri centri urbani e per questo è comunissimo averne visto uno o magari averlo proprio a pochi passi da casa.
Storie di alberi
Alcuni alberi hanno compiuto dei veri e propri viaggi intercontinentali - da soli o aiutati da qualche esploratore umano - altri sono luoghi sacri che conservano racconti di popoli interi. Infine abbiamo alberi che sono diventati simboli e che con il loro legno o i loro frutti hanno rappresentato la fortuna economica di un paese intero. Degli alberi, in termini di allevamento e sviluppo, ormai si è detto tutto: tipo di chioma, necessità nutritive, potatura e molto altro ancora. Non saranno tuttavia questi i temi che affronterò in questa rubrica che vi accompagnerà lungo tutto il 2024, mensilmente.
Platani in giro per il Piemonte
Il Platanus x acerifolia è un albero dalle dimensioni imponenti (può raggiungere e superare i 30 m di altezza) che si dice fosse tra i preferiti di Napoleone. Durante le guerre potersi nascondere o rinfrescare all'ombra dei platani era sicuramente una manna dal cielo per i soldati e per questo motivo, sembra che Napoleone fosse solito ordinare di piantare lungo le strade francesi dei platani. Ma non solo: a Spinetta Marengo (AL) tutt'oggi si trova un platano detto "Albero di Napoleone". Riconosciuto quale albero monumentale e Luogo del cuore FAI, si narra che questo esemplare sia stato impiantato dal Generale francese nel 1800 per onorare i caduti ed i feriti di ambo gli eserciti, francese e austriaco, che qui si scontrarono nella celebre battaglia di Marengo il 14 giugno 1800, conclusasi con una schiacciante vittoria dell'esercito francese che pose le basi territoriali su cui sarebbe nato l'impero napoleonico.
Avvicinandoci al capoluogo di regione, incontriamo a Campiglione Fenile (TO), due maestosi esemplari che hanno sviluppato le loro branche in modo da intrecciarsi e costruire un intrico complesso di rami che confonde lo sguardo di chi guarda. Si tratta dei "Platani imbrocciati" che hanno una età stimata intorno ai 200 anni. A colpire, oltre alla curiosa forma assunta da questi esemplari, è anche la caratteristica trama a squame del legno. Questo effetto è comunemente detto "effetto a pelle di serpente" rimandando anche ad una credenza popolare secondo cui fu proprio nel tronco cavo di un platano che si nascose il serpente dell'Eden.
A Venaria Reale (TO) il Viale Carlo Emanuele II, è fiancheggiato per 1,3 km da soli platani e collega la Reggia di Venaria con il Parco naturale della Mandria. Percorrendo questo rettilineo si gode dell'ombra degli alberi e si possono notare a terra le foglie larghe e piatte ovvero dal greco "plati" da cui il platano ha tratto il suo nome.
Giganti fragili
Probabilmente durante la seconda guerra mondiale (1939-45), sfruttando manufatti per i rifornimenti dell'esercito americano prodotti in madrepatria con legno infetto, fu introdotta una gravissima malattia che prende il nome di cancro colorato del platano. Contro questa malattia funginea, che si diffonde durante le fasi di potatura di piante infette, sono previsti in ogni regione italiana piani di controllo e prevenzione. Come segnalato sul sito della Regione Piemonte, la malattia si manifestò per la prima volta nel 1954 a Caserta, dove fece strage dei 900 platani secolari che costituivano l'alberata monumentale del viale di accesso alla omonima reggia.
A causa del cancro colorato del platano, oggi sono molto più rari gli impianti di viali di Platanus x acerifolia e questo ci può far riflettere su come potrebbero cambiare, o sono cambiati, alcuni scorci che amiamo.