Non c'è tempo da perdere: le specie animali e vegetali devono avere libertà di accesso e di passaggio attraverso i corridoi ecologici presenti in Valle padana e lungo il Po, altrimenti rischiano di non riuscire ad adattarsi ai cambiamenti climatici in corso.
È quanto emerge dall'incontro "Connessioni. Il Fiume Po, possibile corridoio ecologico della Pianura padana", svoltosi a Torino lo scorso 16 ottobre e organizzato dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Parco paleontologico astigiano, le Aree protette del Po piemontese, del Ticino e Lago Maggiore, e il Crip (Centro referenza ittiofauna Piemonte) nell'ambito del progetto Life NatConnect2030.
Emergenza climatica, habitat e specie
Dopo i saluti istituzionali, introdotto da Matteo Massara, funzionario della Regione Piemonte e moderatore dell'intera giornata, è intervenuto, a inizio mattinata, Giuseppe Bogliani, dell'Università di Pavia, secondo il quale il clima si sta surriscaldando e le specie cercano un gradiente termico ottimale spostandosi lungo l'asta del Po, verso Nord oppure salendo in montagna. La barriera è costituita dallo sperone di Stradella. L'istrice, grosso mammifero roditore, è arrivato quasi all'imbocco della Valle d'Aosta. In tutto ciò il Grande Fiume Po è l'elemento di connessione, insieme a quelli che scendono dalle Alpi e dagli Appennini. L'impresa urgente è mantenere la connettività nei varchi rimasti aperti oppure molte specie non potranno più adattarsi.
Per Maria Rita Minciardi di Enea la situazione del reticolo idrico non è più sostenibile in quanto nel mosaico dinamico tridimensionale che ci riguarda noi prendiamo acqua, riversiamo reflui, utilizziamo risorsa idrica per l'energia e coltiviamo i terreni. A tutto ciò si aggiunge poi il cambiamento climatico che stressa i fiumi o con le piene o con le secche. Lungo il Po ci sono 54 siti Natura 2000 e molte volte coincidono con i parchi, e questa è una fortuna. Le specie esotiche invasive causano una perdita di biodiversità, come il Myriophillum aquaticum nell'estate del 2016 o l'esplosione di Elodea Nuttallii nel 2022.
L'Ipcc ha designato i fiumi alpini come i principali bersagli del cambiamento climatico. Nel 2022 Danubio e Po hanno visto l'aggravarsi delle pressioni sugli habitat vegetali. Un inizio della soluzione potrebbe essere cominciare da casa nostra con una cartografia sull'uso del suolo più efficiente.
Stefano Fenoglio, dell'Università di Torino, ha poi aggiunto che uno dei grandi problemi attuali è l'alterazione della portata dei fiumi. Fiumi che ospitano dal 6 all'8 percento della biodiversità complessiva.
E non solo: gli insetti sono stimati appartenere a 27 ordini differenti e la metà hanno rappresentanti acquatici e fluviali. In un metro quadro di fiume ve ne è una concentrazione enorme: si va dagli imenotteri – esistono anche le vespe acquatiche – alle cozze fluviali. La portata, che scientificamente si indica con la lettera "Q", è una parola introdotta nel vocabolario scientifico da Leonardo da Vinci. Oggi abbiamo un tipo di regime schizofrenico. Le secche stanno diventando sempre più ricorrenti nei fiumi alpini. Dopo ogni secca c'è un filtro: la gran parte delle specie non resiste e assistiamo a una riduzione enorme di biodiversità. Bisogna poi tenere presente anche la qualità dell'acqua: i depuratori sono tarati su portata e numero di abitanti e quando la risorsa idrica si riduce, a farne le spese è proprio la quantità di acqua pulita che resta.
Per l'ittiologo Stefano Bovero il distretto idrografico padano-veneto comprende anche alcuni territori sloveni e albanesi, a causa dell'evoluzione geologica di queste zone. Ogni distretto ha la sua specificità ed è come se fosse un'isola rispetto agli altri. I pesci d'acqua dolce del gruppo vertebrati sono i più a rischio di estinzione per l'alterazione degli habitat. Le alluvioni, per esempio, rientrano nel normale ciclo di vita dei fiumi e sono fondamentali per portare a valle pesci e geni e consentire così un rimescolamento delle specie.
Il fotografo subacqueo Mattia Nocciola ha catturato l'attenzione della platea con la proiezione di straordinarie immagini e filmati ripresi in acqua dolce, rivelando abitudini e comportamenti anche insoliti di alcune specie ittiche incontrate sott'acqua, unendo riflessioni sui cambiamenti progressivi degli habitat.
Misure e interventi sul territorio
Negli interventi più 'tecnici' del pomeriggio e portatori di esemplificazioni territoriali, è intervenuta l'Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po (ADBPO). secondo cui i problemi del Grande Fiume sono l'eutrofizzazione delle acque superficiali, l'inquinamento sia di quelle superficiali che di quelle sotterranee, la carenza idrica e la siccità, oltre alle alterazioni idromorfologiche e della funzionalità dei corsi d'acqua. Lungo il Po deve essere costruito un corridoio ecologico e sociale che colleghi le diverse riserve Mab (Man and biosphere) e crei delle connessioni fra uomo e ambiente al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio.
Paolo Piovani di AiPo ha illustrato i primi interventi previsti dal Pnrr per la "rinaturazione" del Fiume Po, da abbinare alla gestione delle risorse idriche, della biodiversità, alla ricostruzione morfologica e al restauro ecologico. Fra questi vi sono la riforestazione, la riqualificazione di lanche e rami abbandonati del fiume e il controllo delle specie invasive. L'area del Po è stata anche oggetto di sperimentazioni di riforestazione, specie di pioppeti, da parte del Cnr.
Numeri e materiali del seminario formativo
"Connessioni. Il Fiume Po, possibile corridoio ecologico della Pianura Padana" è il secondo seminario formativo organizzato da Regione Piemonte nell'elegante cornice di Palazzo Madama- dopo quello del 30 settembre intitolato "Ambienti umidi, fragilità e resileinza al cambiamento" nell'ambito del progetto Life NatConnect2030,
LifeNatConnect è un progetto europeo della durata di 9 anni (2024-2032) che coinvolge 16 partner, tra cui la Regione Lombardia, capofila, e altre regioni come Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, e la Provincia Autonoma di Trento. Tra i partner figurano anche enti come l'Autorità di Bacino del fiume Po, l'Agenzia Interregionale per il fiume Po, WWF Italia, LIPU, Legambiente Lombardia onlus, e vari enti regionali e locali. L'obiettivo principale è il consolidamento di un sistema di gestione integrato della rete Natura 2000 per garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione della biodiversità.
Entrambi gli appuntamenti hanno riscosso successo di pubblico e di critica: il 30 settembre sono stati 70 i partecipanti in presenza e 50 collegati da remoto, mentre il 16 ottobre, 100 quelli in presenza e 88 collegati da remoto.
E' possibile rivedere gli incontri sul canale YouTube di Piemonte Parchi e sul sito web del progetto scaricare i materiali proiettati.
Ambienti umidi, fragilità e resilenza al cambiamento (30 sett 2024) - Materiali
Connessioni. Il Fiume Po, possibile corridoio ecologico della Pianura padana (16 ott 2024) - Materiali