"Ma sulla strada incontrammo una capra che era curiosa di noi. Mio padre le andò più vicino e lei si lasciò catturare. Così la legammo alla corda e venne con noi".
Difficile trovare un incipit più evocativo per questa breve rassegna sulle camminate "transfrontaliere" delle parole finali de "La casa di Hilde". Francesco De Gregori aveva ancora la chioma intatta e in quel disco raccontava di "Alice che guarda i gatti", di Vietnam e di contrabbandieri. Ne "La Casa di Hilde" un bambino descrive le emozioni di un viaggio sui monti con il papà che di nascosto porta diamanti oltre il confine. Oltre "un confine".
Contrabbandieri, gente che i confini li passava di soppiatto. La nebbia era loro alleata, scivolavano come fantasmi nelle notti senza luna.
Altri tempi. Sui colli passavano pastori, soldati, pellegrini, emigranti. Gente che non conosceva la parola "escursionismo" (figurarsi "trekking"), e che i confini li passava per necessità contingente. In cammino per un giorno o per sempre, per un pascolo o per una vita.
Camminare toccava, non c'era alternativa.
I sentieri erano le loro strade. Grandi Opere realizzate nei secoli, pietra dopo pietra, scalino dopo scalino.
Grandi Opere utili ancora oggi.
Passare un confine...
... è sempre un momento particolare. Un momento adrenalico, anche nel tempo nostro, negli anni 2000, tempo dei viaggi virtuali "senza limiti e confini".
Oltre confine magari non si trovano "fiori diversi", ma nuovi orizzonti e diversi paesaggi. Una diversa lingua e, spesso, un diverso modo di intendere l'ambiente. E passare un confine a piedi, con il tempo lento del cammino, è più particolare ancora. Aggiunge pathos, la gita diventa viaggio.
Camminare, oggi è spesso una scelta. Lo si fa per diletto, si traduce trekking, walking, outdoor e rappresenta una prospettiva di futuro per terre "marginali". Economia, insomma. In fin dei conti sempre di necessità contingente si tratta.
Camminare: necessità e opportunità...
... colte un po' ovunque sull'arco alpino. Si tratti della rilettura di un percorso storico o dell'anello intorno alla vetta-icona, sono molti gli itinerari che hanno assunto ufficialità continentale. Un marchio, un sito, un sistema.
Non fa eccezione la terra ex sabauda e, soprattutto, non fanno eccezione i parchi "di confine". Che hanno fatto dei "grandi tour" internazionali gli elementi portanti dei loro progetti di cooperazione transfrontaliera.
Così è sulle Marittime e sulle Cozie, sulle Graie sulle Pennine e sulle Lepontine. "Ma-Con-Gran-Pena-Le". Due terzi dell'acronimo scolastico per antonomasia sta nelle Alpi del nord-ovest. Ma le Alpi vanno dal Passo di Cadibona alla Slovenia e dunque è giusto aprire la rassegna con:
La Via Alpina
Il progetto di passi "senza frontiere" per antonomasia. Una rete di 5 itinerari escursionistici che tocca gli otto paesi dell'arco alpino. Più di 5000 km e 342 tappe giornaliere.
Via Alpina: un vero viaggio di conoscenza nella Alpi.
Tour del Marguareis
La montagna regina delle Alpi Liguri, cuore dell'omonima area protetta. Cinque giorni fra calcare e foreste di abete bianco. Fra Valle Pesio e Valle Tanaro con digressione sul verde pascolo transalpino del Pian Ambrogi. E attraversare la conca delle Carsene a inizio estate è un'intensa esperienza di colori e profumi.
Info Tour Marguareis
Tra Marittime e Mercantour
"Sette giorni in posti da lupi". Questo lo stimolante promo del Trekking del Lupo. Un anello fra Parco delle Alpi Marittime e Parc national du Mercantour. Due aree protette... due aree protette? La ormai decennale cooperazione fra i due parchi rende tutt'altro che retorica la dicitura di "parco europeo", un'unica, vasta area di tutela nelle Alpi del Sole.
Fil rouge della camminata è appunto il lupo, specie (come il gipeto) al centro di progetti comuni di gestione faunistica. Si collegano i due centri dedicati al carnivoro: il Centro Uomini e Lupi, a Entracque, e il Centro Alpha a Borèon (Saint Martin Vésubie).
Info Trekking del Lupo
Anello del Chambeyron
Brec e Aguille, le vette gemelle regine delle Cozie meridionali. Una settimana completa (sette tappe) nelle Alpi di Re Cozio, fra Maira, Varaita e Ubaye. Spazi tibetani e profumi di Provenza da occidente. E affacciarsi dal Col Gippiera sul Lago dei Nove Colori (Lac des Neuf Couleurs) è un'esperienza che non si dimentica.
Info Anello Chambeyron
Gran Tour del Monviso
Nel cuore delle Cozie, un tour fra i più gettonati dell'arco alpino. Intorno alla montagna simbolo della terra piemontese.
Si uniscono Parco del Po cuneese e Parc regional du Queyras. Le sorgenti del Po, i cembri dell'Alevé, il Pertus, la salamandra di Lanza. Varietà di ambienti e di natura assicurata, riconosciuta anche dal conferimento all'area dello status di Sito della Biosfera dell'UNESCO: "Area della Biosfera del Monviso" (Programma MaB UNESCO, Man and Biosphere).
Tre giorni il giro classico che diventano 5 con la digressione a nord in Val Pellice. Un tour per tutti, agevolato e in sicurezza a partire dall'anno prossimo grazie al ripristino e all'aggiornamento della segnaletica previsto dal Progetto di valorizzazione del Gran Tour del Monviso e del Buco di Viso.
Oltre alla segnaletica il progetto prevede anche la messa in sicurezza del "buco" sotto il Colle delle Traversette. Lo storico Pertus, primo traforo commerciale, sulla Via del Sale dalla Provenza al Piemonte.
Tour della Punta Ramière
Si traversa sempre in Queyras, ma le Cozie sono quelle settentrionali, dell'Alta Valsusa e Val Germanasca. La Punta Ramière, o Bec Froid, la cima più di confine più elevata di questo settore, è il fulcro di questa quattro giorni che coinvolge la Val Thuras e la Valle Argentera, polmoni di natura dell'Alta Val Susa.
Camminate distese, ampi orizzonti, la fontana ottagonale di Thures.
Info sul Tour della Punta Ramière
Tour della Bessanese
Le Graie meridionali sono l'ambiente, ostico e selvaggio quanto basta, che accoglie i camminatori impegnati in questo mini-tour fra Valli di Lanzo e Moriana. Tre giorni "soltanto", ma di grande impegno, con valichi superiori ai "tremila" metri (Collerin su tutti: 3200 m).
Info sul Tour della Bessanese
Tour del Monte Rosa
"Alzi la mano chi conosce il nome della cima più alta del Monte Rosa". Una classica da quiz la domanda, alla quale ben pochi sanno rispondere. Pur raggiungendo la quota di 4633 metri (seconda sulle Alpi), la Cima Dufour, o Dufourspitze, ha un limite: si avvicina al cielo soltanto una manciata di metri in più delle vette di contorno. Nordend (4609 m), Zumstein, (4561 m), Gnifetti (4554 m), Parrot (4436 m), e via scendendo: sul Rosa sono ben 19 le sommità che superano i fatidici "quattromila". E nel tour ai 4000 del Rosa occorre aggiungere quelli del Vallese. Insomma, le Alpi al loro massimo.
Calcolare una settimana almeno. Valsesia (con l'omonimo parco, il più "alto" del continente), Valle Anzasca, Valle di Saas, Valle di Zermatt, Val d'Ayas e Val di Gressoney. Molte le possibilità di varianti, ma conclusione d'obbligo nel valsesiano Vallone di Otro.
Tra i villaggi Walser del vallone, un ambiente pastorale accogliente, necessario per far decantare i tanti passi alla luce abbagliante dei ghiacciai.
Info sul Tour del Monte Rosa al n. 158 di Piemonte Parchi
Ossola - Vallese. E ritorno
C'è davvero solo l'imbarazzo della scelta in quest'angolo estremo di Piemonte. Un angolo "poco piemontese" che offre al camminatore moderno infinite possibilità di andare sulle strade del camminatore di ieri. A partire dall'Alta Via dei Walser con tutte le sue varianti.
E una variante è la:
Via dell'Arbola
Quattro giorni da Baceno a Binn e ritorno. Andata per il ferrigno Passo della Rossa, ritorno sulla più agevole Bocchetta d'Arbola, su una mulattiera a tratti ancora selciata del tempo di Roma antica.
Si uniscono il Parco naturale dell'Alpe Devero al Parco naturale della Binntal, due aree protette già unite da anni di collaborazione.
Info sulla Via dell'Arbola su Piemonte Parchi
E per finire la rassegna in modo congruo:
Alpeggi senza confini
Un cammino attraverso una civiltà altrove dissolta, ma che nelle Lepontine, tra l'Ossola e il Goms, è ancora vitale e contribuisce a mantenere quel paesaggio, aspro e accogliente allo stesso tempo, che attirò fin dal secolo dei lumi the tourists d'oltre Manica.
La civiltà dell'alpeggio, senza confini, appunto. Perché le Alpi non sono barriera ma cerniera. Così è sempre stato per gli alpigiani e così è oggi per gli escursionisti, invitati ad andare di valle in valle, di Paese in Paese, a conoscere un mondo che esiste ancora.
"Alpeggi senza confini": un viaggio di 5 giorni dalla Val Divedro alla Val Bedretto. Da farsi nel cuore dell'estate, quando il verde intenso dell'erba e il blu del cielo sono le tonalità predominanti, e sull'usuale tappeto sonoro di brezze e acque si inseriscono muggiti belati e campanacci.