La conservazione della biodiversità è di solito considerata dall'opinione pubblica come la protezione di ambienti ancora inviolati, o perlomeno solo sfiorati, dalla mano dell'uomo, come le lussureggianti foreste tropicali.
Raramente, invece, si considera il Vecchio Continente ed in particolare le sue aree aperte, ricche di moltissime specie animali e vegetali, in cui un certo tipo di agricoltura tradizionale ha contribuito al loro mantenimento. Anche queste aree sono a rischio: la sempre più diffusa intensificazione delle pratiche agricole, infatti, ha avuto come conseguenza una semplificazione ed un impoverimento degli ambienti naturali, portando una seria minaccia alla sopravvivenza di molte specie animali e vegetali legate a questi ambienti.
Molti sforzi si sono fatti, anche a livello dell'Unione Europea, per un'agricoltura più amica dell'ambiente e dell'uomo. In questo contesto è estremamente importante intensificare azioni volte allo studio e al monitoraggio dello stato della biodiversità degli ambienti agricoli e in questo arduo compito gli uccelli possono svolgere un ruolo essenziale fungendo da "indicatori" facili da osservare grazie alle migliaia di studiosi e appassionati birdwatchers, che li monitorano in tutta Europa.
Ma ancora più importante è che i risultati di queste ricerche non siano accessibili solo agli specialisti, ma possano essere a disposizione di tutti, in modo da far comprendere il ruolo che ognuno può avere nell'influenzare con i propri comportamenti quotidiani le politiche comuni.
Febbraio 2020
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