Negli ultimi 150 anni la temperatura superficiale globale media del nostro pianeta è aumentata di un valore compreso fra 0,6 e 0,8 °C. Le analisi condotte dalla NASA hanno mostrato che gli otto anni più caldi dell'ultimo secolo sono tutti successivi al 1998. Il maggior riscaldamento si è verificato nell'emisfero Nord, in particolar modo a latitudini elevate, dove la temperatura superficiale durante l'inverno e la primavera è aumentata approssimativamente due volte rispetto alla media globale, con forti fluttuazioni durante gli ultimi 100 anni. Il lavoro del Comitato Intergovernativo per lo studio dei Cambiamenti Climatici (IPCC), dopo un attento esame degli articoli pubblicati nella letteratura scientifica internazionale e un'ampia discussione scientifica che ha coinvolto migliaia di ricercatori, ha concluso nel 4° rapporto tecnico pubblicato nel 2007 che "il riscaldamento globale è inequivocabile" Le Alpi costituiscono una delle zone a livello mondiale in cui i cambiamenti climatici sono già percepibili da tempo, come dimostrato dal generale ritiro dei ghiacciai montani riscontrato negli ultimi decenni. Dal 1900 a oggi in tale area le temperature risultano essere aumentate fino a 2°C soprattutto alle altitudini maggiori; tale aumento è pertanto di circa tre volte il riscaldamento globale medio del 20° secolo. In Italia nord-Occidentale l'analisi dei dati indica, per il periodo 1952 – 2002, un aumento significativo delle temperature medie di circa 1 °C, incremento particolarmente evidente per i mesi invernali ed estivi. (Ciccarelli et al., 2008) A livello previsionale, i modelli climatici regionali indicano, ad esempio per la Svizzera, che entro il 2100, le temperature invernali subiranno un aumento di 3-5 °C e quelle estive di 6-7 °C in funzione degli scenari prodotti dalle emissioni di gas serra, mentre per quanto riguarda le precipitazioni si prevede un aumento in inverno e una forte diminuzione in estate. Tali cambiamenti climatici potrebbero portare a un maggior numero di eventi naturali, influenzando in tal modo sia l'ambiente naturale sia importanti settori economici, quali il turismo, la produzione di energia idroelettrica, l'agricoltura. Il riscaldamento globale sta provocando importanti effetti sull'atmosfera, sull'idrosfera, sulla criosfera, sulla biosfera e sulla complessa rete di interazioni e di cicli biogeochimici che intercorrono fra loro. In particolare, l'influenza dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi lacustri è ormai ampiamente riconosciuta. Molti studi hanno dimostrato strette connessioni tra clima, proprietà termiche dei corpi lacustri e fisiologia degli organismi acquatici, abbondanza della popolazione, struttura delle comunità e struttura della rete alimentare. Comprendere la complessa interazione esistente tra clima, variabilità idrologica, struttura degli ecosistemi e il loro funzionamento è essenziale per la valutazione del rischio legato alla gestione futura delle risorse lacustri, in particolare nelle aree alpine, così sensibili ai cambiamenti climatici, ed è una delle principali attività trattate nell'ambito del progetto europeo SILMAS (Sustainable Instruments for Lakes Management tools in Alpine Space, www.silmas.eu), Programma di Cooperazione Territoriale Spazio Alpino 2007 – 2013, a cui Arpa Piemonte partecipa in qualità di partner. Gli impatti del riscaldamento globale sulla qualità delle acque perilacuali è di notevole importanza ecologica, ricreativa ed economica. Dal 1970 la biodiversità delle acque dolci ha subito una diminuzione più rapida rispetto alla biodiversità marina e terrestre, a causa di un complesso insieme di fattori di pressione, le principali delle quali risultano essere un intenso uso delle acque (pesca, navigazione prelievi di acqua), un aumento di nutrienti e del carico organico, l'acidificazione e il degrado dell'habitat. A queste si aggiungono i cambiamenti climatici, che interagiscono con loro attraverso complesse relazioni causa-effetto, influenzate dall'aumento di temperatura e da una variazione in termini di precipitazioni. I primi risultati del progetto SILMAS mostrano un riscaldamento delle acque lacustri costante a tutte le profondità: in generale l'aumento è più rapido negli strati superficiali rispetto alle acque profonde, dimostrando un aumento della stabilità termica in tutte le stagioni. In particolare, per il Lago di Viverone, situato al confine tra le province piemontesi di Torino e di Vercelli, a sud est della città di Ivrea, si evidenzia per le medie estive delle temperature (mesi di giugno, luglio e agosto) un aumento di temperatura pari a 0,61 °C per decade sia in superficie che sul fondo. L'aumento, sempre per il lago di Viverone, è osservabile anche per le medie dei mesi invernali (gennaio – febbraio), ed è rispettivamente di 0,10 °C per decade ad una profondità di 5 metri, e di 0,07°C per decade ad una profondità di 48 m. Un incremento della temperatura dell'acqua può portare alla diminuzione del tempo di permanenza di ghiaccio sullo strato superficiale lacustre, e ad un aumento della durata della stratificazione estiva, con una conseguente diminuzione dell'ossigeno negli strati profondi del lago: questo potrebbe portare a un maggior rilascio di nutrienti, a un cambiamento nel processo di rimescolamento e a una possibile straordinaria presenza di blooms algali, con conseguenze sulla navigazione, balneabilità, uso delle acque a scopi idropotabili e quindi in generale a livello di utilizzo delle risorse idriche lacustri. Negli ultimi anni il monitoraggio degli ecosistemi lacustri in Europa è cambiato in modo significativo: mentre in passato era maggiormente diffuso l'uso di parametri fisico-chimici e di alcuni specifici parametri biologici (come ad esempio la clorofilla), la Direttiva Quadro Europea sulle acque pone l'accento sull'utilizzo di indicatori biologici. Attualmente viene monitorata una grande varietà di organismi (fitoplancton, macrofite, invertebrati bentonici e pesci) con misure integrate attraverso monitoraggi idromorfologici e fisico-chimici. I sistemi di valutazione verificano quindi l'impatto di una molteplicità di fattori. L'effetto dei cambiamenti climatici è stato raramente considerato nei sistemi di valutazione e non è specificatamente segnalato dalla Direttiva Quadro sulle acque. Tuttavia, poiché l'impatto causato dai cambiamenti climatici sulle acque dolci sarà tra i più importanti fattori di pressione e avvierà processi complessi e difficili da analizzare, in futuro quasi tutti gli indici utilizzati per il monitoraggio dello stato ecologico dei laghi europei vedranno il coinvolgimento dei cambiamenti climatici. L'analisi dei parametri lacustri si prefigge l'obiettivo di verificare lo stato di avanzamento di tali processi; successivamente tali parametri costituiranno la base per la creazione di un set di indicatori, da integrare in sistemi di valutazione già attualmente utilizzati. Gli indicatori possono essere differenti, a causa delle differenze climatiche presenti nell'arco alpino (zona fredda, zona temperata e zona calda). I primi risultati del progetto SILMAS mostrano, per gli indicatori "stratificazione", "riduzione di ossigeno", "effetti della temperatura del'acqua sul fitoplancton", "effetti della temperatura dell'acqua sullo zooplancton" la presenza di variabilità climatica nell'area di studio. Il prossimo passo sarà quello di valutare gli indicatori e stimare i cambiamenti climatici futuri possibili e il loro impatto sui laghi, utilizzando scenari idrologici ed ecologici per le diverse tipologie di laghi della zona alpina. A questo sarà necessario e fondamentale associare un'attività di divulgazione che Arpa Piemonte sta ad esempio attuando nell'area interessata dai Laghi del Gorzente (Lavagnina, Badana, Bruno e Lungo), situati nella parte sud-orientale della Regione Piemonte in Provincia di Alessandria, all'interno del Parco Capanne di Marcarolo e del Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) IT1180026 "Capanne di Marcarolo". In tale area si stanno organizzando giornate tematiche dedicate agli alunni delle scuole primarie per approfondire la tematiche dell'ecosistema lacustre, dei cambiamenti climatici sui laghi e delle buone pratiche legate allo sviluppo sostenibile. Un corretto utilizzo delle risorse, associato a una maggior consapevolezza ambientale, permetterà alle future generazioni di affrontare i cambiamenti climatici, che rappresentano attualmente una delle più importanti sfide alla sostenibilità.
COS'E' IL PROGETTO SILMAS SILMAS coinvolge 15 partner appartenenti alle realtà lacustri di 5 stati diversi: Germania, Slovenia, Francia, Austria e Italia. I laghi trattati presentano caratteristiche molto differenti fra loro: dal più grande, Bodensee, in Germania (avente una superficie di 536 km2) al più piccolo, Lake Bohinj in Slovenia, caratterizzato da una superficie di 3,3 km2. Scopo principale del progetto è facilitare il dialogo tre le diverse istituzioni coinvolte nella gestione dei laghi alpini, al fine di trovare strumenti di gestione comuni, in particolare relativamente a tre tematiche: l'influenza dei cambiamenti climatici sui laghi, la risoluzione dei conflitti riguardanti i differenti usi dei laghi e l'educazione allo sviluppo sostenibile nell'ambito dei laghi alpini. Arpa Piemonte, coinvolta in tutte le attività progettuali, si occupa in particolar modo dell'analisi dei cambiamenti climatici e dell'attività di divulgazione dei risultati, e degli effetti che essi hanno sugli ecosistemi lacustri: analizzando i trend dei parametri fisici (temperatura, tempi di stratificazione..), chimici (concentrazioni di nutrienti) e biologici (fioriture primaverili, composizione del fitoplancton e abbondanza dello zooplancton) di serie storiche misurate nei laghi alpini, e l'influenza delle condizioni meteorologiche (temperatura e precipitazioni) misurate nelle aree interessate da laghi, cercando di stabilire quali fattori siano realmente in grado di influenzare le caratteristiche dell'ecosistema lacustre, e quali strumenti di gestione possano ridurre o contrastare gli effetti su tale ecosistema.