La Riserva naturale speciale di Chianocco è stata istituita nel 1980 per proteggere l'unico popolamento di lecci che crescono spontanei in Piemonte. Il leccio (Quercus ilex) è una pianta sempreverde tipicamente mediterranea, piuttosto diffusa nella nostra penisola ma solo in territori più caldi, mentre è assai rara nell'Italia settentrionale.
L'interesse della Riserva naturale - che si estende su 49 ettari - è dato anche dallo spettacolare Orrido, una stretta gola scavata nel corso dei millenni dal torrente Prebèc nella bancata rocciosa che si innalza alle spalle di Chianocco, con pareti strapiombanti alte circa 50 metri su cui nidificano corvo imperiale, gheppio, una colonia di taccole e altre specie di uccelli.
Purtroppo il sentiero che entra nell'Orrido è attualmente chiuso per il pericolo di caduta massi, quindi abbiamo provato e descritto un tratto agibile del "Sentiero dell'Orrido" che permette di osservare la stretta gola da un ripiano alluvionale alle spalle dell'Orrido, proseguendo poi sul "Sentiero del leccio" che si snoda ad anello in prossimità dei confini della Riserva naturale.
Lungo il percorso si toccano alcuni punti panoramici da cui si domina la gola e la Valle di Susa, si fa una piacevole digressione per raggiungere un aereo terrazzino in legno, da cui si possono vedere e riconoscere gli esemplari più grandi di leccio, cresciuti su uno scosceso pendio. Inoltre si osservano dai due versanti della valle i Calanchi del Molè, scoscese erosioni del pendio su cui sorge la borgata omonima, e si percorrono tratti delle antiche mulattiere che collegavano Pavaglione e Molè con il fondovalle.
Oltre al "Sentiero dell'Orrido" e al "Sentiero del leccio" nella conca del Prebèc si snoda il "Sentiero delle borgate", che effettua un anello più ampio.
I primi interventi di pulizia e segnalazione di questi sentieri (e di altri a quote più elevate) sono stati effettuati tra il 1980 e il 1985 dal "Gruppo Ricerche Cultura Montana", di cui ho fatto parte. Il GRCM aveva anche realizzato - nell'ambito del progetto "Alpi e cultura" della Regione Piemonte - la guida "L'Orrido di Chianocco", che in 128 pagine descriveva in dettaglio i diversi aspetti della Riserva naturale e dell'intera Conca del Prebèc, con le sue particolarità storiche, ambientali e geologiche, come l'imponente erosione della Gran Gorgia.
E' stato un grande piacere ritrovare il "Sentiero del leccio" in perfette condizioni di percorribilità, ben segnalato e dotato dei nuovi cartelli a norma CAI. Mentre sul tracciato si trovano ancora alcuni cartelli in legno e bandierine rosso-bianco-rosse con il simbolo del leccio, che avevamo installato 35 anni fa...
Arrivare in treno
Con i treni SFM 3 da Porta Nuova si raggiunge la stazione di Bussoleno, con treni ogni mezz'ora circa (orari su www.sfmtorino.it).
Arrivare in auto
Si percorre l'autostrada del Frejus (A32) fino all'uscita di Bussoleno/Chianocco, e si percorre la ss 25 verso Bussoleno per 1 km; di fronte ad una antica fabbrica che ora ospita un supermercato, si svolta a destra in direzione del nucleo storico di Chianocco e dopo 1 km si arriva di fronte alla sua chiesa; a fianco c'è un piccolo parcheggio, mentre andando a destra - oltre il ponte - ce ne sono altri due parcheggi: uno è sulla destra, l'altro nella piazzetta del Municipio. Volendo risparmiare qualche euro, si lascia la A32 all'uscita di Avigliana ovest, per proseguire sulla ss 24 fino a Borgone, dove si continua diritto sulla ss 25, giungendo al bivio per Chianocco.
Il percorso a piedi
Nella stazione di Bussoleno (420 m.) si esce sul lato nord, a monte del binario 4, arrivando direttamente su corso Peirolo. Si prosegue in direzione est su corso Peirolo - parallelamente alla ferrovia - per 300 metri, fino a una rotonda ellissoidale. Si va a sinistra su via San Lorenzo, tra casette e giardini, e dopo 400 metri si trova un bivio: si prende a destra via Campoasciutto che dopo un tratto fra i vigneti svolta a sinistra. Qui la si abbandona per proseguire diritto sulla stradina inghiaiata che sale tra coltivi e recinzioni di case isolate e poi lungo un muro in pietra, giungendo a un bivio. Un cartello in metallo della Riserva naturale indica a destra il "Percorso treno-parco". Si percorre il piacevole viottolo inerbito che va quasi in piano, a tratti fiancheggiato da muri in pietra, incrocia uno stradello, sale un poco e poi va in piano nel bosco fino al cimitero di Chianocco (sulla rupe a sud del cimitero si trova la cappella di S.Ippolito, dell'XI secolo). Dal cimitero una stradina asfaltata porta subito alla parrocchiale seicentesca, di fronte a cui sorge una delle due antiche case-forti di Chianocco (550 m, 45 min.). Fin qui si può arrivare in auto.
A fianco della parrocchiale un pannello illustrativo della Riserva naturale e i cartelli indicano il largo sentiero che sale nel bosco, costeggiando il torrente Prebèc in destra orografica ed entra in una forra umida e ombrosa. Si arriva subito a una briglia dove il torrente forma una cascatella : qui fa un tornante a sinistra e si biforca presso il cosiddetto "roccione" (5 min.).
Il ramo che entra in un caratteristico tunnel tra la parete e un roccione - quasi un "ingresso" nell'Orrido - è attualmente chiuso al transito per il pericolo di caduta massi (vedi il box "Il sentiero nell'Orrido").
Evitando tale digressione si segue il ramo di sinistra (segnavia 565), che in diagonale sale nel bosco, si unisce a quello che sale da Campoasciutto, piega a destra e in una radura si sdoppia: il ramo diritto è più ripido, mentre quello di destra sale più dolcemente con una curva e si riunisce subito al precedente. Il sentiero ora poggia a destra in diagonale e arriva a un bel punto panoramico a picco sull'Orrido, protetto da una staccionata (20 min.): si osservano dall'alto la stretta gola scavata dal Prebèc, le case di Chianocco e l'ampio fondovalle verso la pianura.
Dopo pochi passi si esce sul tornante di una pista sterrata costruita per liberare periodicamente l'alveo del Prebèc dal materiale che la corrente accumula contro le briglie: si segue il ramo di destra (segnavia 541b) che in discesa transita in prossimità di alcuni lecci e raggiunge un ripiano alluvionale colmo di ghiaie portate dal Prebèc, dove si individua il punto migliore per il guado (5 min.). Sull'altra sponda due cartelli bianco-rossi tra gli alberi indicano la prosecuzione del sentiero. Ma prima di raggiungerli conviene seguire il corso d'acqua per pochi passi verso la grande briglia in cemento, per osservare le strapiombanti pareti dell'Orrido , che verso l'alto sembrano toccarsi (5 min. a/r).
Dai cartelli segnavia si segue il sentiero 541b che va a destra e sale ripido nel fitto bosco, con gradini realizzati con pietre o traverse di legno. All'esterno di un tornante si stacca una traccia in discesa che porta subito a un aereo punto panoramico sull'Orrido (attenzione, non procedere oltre: si tratta del percorso di uscita della ferrata). Si sale ancora e presto si raggiunge un punto panoramico sulla valle con cartelli (720 m, 15 min.): qui si confluisce sul "Sentiero del Leccio" che proviene da Chianocco (vedi variante "Se c'è troppa acqua nel Prebèc").
Si prosegue sul sentiero (segnavia 541) che sale più dolcemente su un costone di pini e roverella e raggiunge un piccolo canale di irrigazione (5 min.).
Seguendolo verso sinistra si può effettuare una bella digressione al "belvedere dei lecci": il sentiero va in piano nel bosco costeggiando la canaletta, che scorre a pelo libero, e giunge a un bivio presso un roccione, dove si scende a sinistra una ripida gradinata. Si arriva così su un aereo terrazzo in legno, protetto da una ringhiera, che domina il profondo vallone in cui scorre il Prebèc formando una cascatella , mentre sul versante opposto si osservano diversi esemplari di leccio . Risalita la gradinata, si fanno ancora pochi passi lungo la canaletta, per osservare la tubazione sospesa che scavalca la valle. Quindi si torna indietro costeggiando il canale fin dove scorre a pelo libero: qui un sentiero a sinistra sale subito a un tornante della carrozzabile, dove transita anche il "Sentiero del leccio" (20 min. a/r per la digressione).
Si riprende a seguire questo tracciato (segnavia 541) che risale lungo il costone boscoso, sfiorando altri due tornanti della strada per Pavaglione, poi continua sul lato sinistro del costone, sempre nel bosco. In alcuni tratti si nota il fondo selciato in pietra di questa antica mulattiera e si costeggiano muri realizzati con grandi pietre. Dove il bosco si dirada si domina il largo solco della Bassa Valle di Susa, con un bel panorama sulle montagne del Parco Orsiera-Rocciavrè che si innalzano sul versante opposto. La mulattiera piega a sinistra e sale lungo il costone tra radi pini e roverella, passa a fianco di un traliccio dell'alta tensione e poco dopo poggia a sinistra, con vista sulla borgata Molè e i calanchi sull'altro versante del vallone del Prebèc, giungendo a un bivio con cartelli (950 m, 35 min.).
E' il punto più elevato dell'itinerario e offre un ottimo panorama sulla Valle di Susa, con lo sfondo del Gruppo d'Ambin.
Si abbandona la mulattiera 541 per Pavaglione e si va a sinistra sul sentiero 541a, che in lieve discesa arriva subito alla Madonna dei Campi (934 m), una cappella in rovina avvolta dalla vegetazione. Il sentiero si abbassa in diagonale tra l'erba ed entra in un fitto bosco , dove scende con brevi svolte, poi va in mezza costa su terreno aperto, fiancheggiato da muri in pietra, con vista sulle case e sui calanchi di Molè. Rientra nel bosco dove perde quota con altri tornanti, infine in lieve discesa costeggia un ripiano di pascoli, diventa un viottolo che transita vicino ai ruderi del mulino della Bicera (859 m) e subito dopo attraversa su un ponte il torrente Prebèc (0.20 min.).
Si prosegue in salita sul viottolo che con due tornanti nel bosco giunge ai prati e alle case di Malecombe e poco dopo esce sul costone dove transita la strada per gli alpeggi del Prebèc (920 m, 15 min.).
I cartelli indicano il viottolo che scende sulla sinistra della strada, con vista dall'alto sui calanchi, e giunge subito alle prime case di Molè (891 m, 5 min.).
Lo stradello diventa asfaltato e scende tra le case a un bivio: una digressione di pochi passi sul ramo di destra permette di vedere un grande, antico torchio per uva .
Quindi si continua sulla stradina fra le case, passando a fianco della chiesetta. La strada diventa un viottolo, con a destra gli ultime edifici e a sinistra il bosco, poi una mulattiera inerbita (segnavia 565) che piega a sinistra. Si transita a monte della strada asfaltata e si entra nel bosco, camminando sull'antica via che collegava Molè al fondovalle prima della costruzione della strada. In una piccola radura la mulattiera piega a destra e procede a mezza costa fiancheggiata da un lungo muro di grandi sassi e con alcuni gradini confluisce sulla carrozzabile presso un tornante (0.20 min.).
Si segue in discesa la strada per 250 metri, fino a una fontana: sul lato opposto della strada i cartelli indicano il sentiero 565 che si abbassa in diagonale verso sinistra tra la bassa vegetazione, con scorci su una parete dell'Orrido , poi scende nel bosco ceduo. Attraversata una canaletta, si esce in uno spiazzo con una presa dell'acqua: qui non si segue un invitante viottolo, ma si piega a sinistra (segnavia un po' lontano) sul sentiero che segue il costone, parallelo a una linea elettrica, giungendo su una strada sterrata (0.15 min.).
Si segue la strada in discesa, con vista sulla valle, fino a una curva a sinistra dove si chiude l'anello (5 min.).
Si va diritto seguendo a ritroso il sentiero già percorso all'inizio della gita; dopo il punto panoramico sull'Orrido si scende nel bosco e nella radura dove il sentiero si sdoppia: alla confluenza dei due rami si trova un bivio non segnalato.
Qui si può abbandonare il sentiero fatto in salita per seguire quello di destra che porta subito alle cascine di Campoasciutto; seguendo la stradina asfaltata in discesa si passa tra le case e si arriva alle chiesa parrocchiale, dove termina l'escursione per chi è arrivato in auto (0.20 min.).
Chi è arrivato in treno deve andare a destra, trovando subito un bivio: si segue la stradina di sinistra per il cimitero, da cui si percorre in senso inverso il viottolo e poi le strade del "Percorso treno-parco" che portano alla stazione di Bussoleno (0.35 min.).
Se c'è troppa acqua nel Prebèc
Se all'inizio dell'escursione si vede che la portata d'acqua del torrente Prebèc è notevole, a causa di recenti piogge o della fusione della neve in quota, dalla 1^ briglia conviene tornare indietro alla chiesa parrocchiale, attraversare il ponte sul Prebèc e seguire la strada in salita per Pavaglione che fa 4 brevi tornanti. Poco dopo il 4° tornante si trova sulla sinistra la mulattiera (segnavia 541) che risale l'arido pendio, raggiungendo un punto panoramico e la confluenza dell'itinerario descritto sopra (cartelli, 720 m, 35 min.).
Il sentiero nell'Orrido (ora chiuso)
Questo sentiero è attualmente chiuso al transito per il pericolo di caduta massi e conduce a una ferrata che richiede adeguata attrezzatura, ma il primo breve tratto - quando tornerà agibile - costituisce una digressione assai interessante per gli escursionisti. Da Chianocco con il percorso base si raggiunge il bivio presso il tunnel . Si percorre il caratteristico passaggio tra la parete e il "roccione", oltre il quale si prosegue sul sentiero attraversando due volte il torrente. Si continua in destra orografica con un tratto selciato a fianco di un'altra briglia, arrivando in un minuscolo ripiano circondato dalle pareti strapiombanti dell'Orrido, con di fronte una briglia più alta delle precedenti; qui si lascia il sentiero per la ferrata e si scende sul greto del torrente, raggiungendo un suggestivo punto di osservazione dell'Orrido, circondato dalle imponenti pareti di roccia strapiombanti che verso l'alto si avvicinano fra loro, con una caratteristica forma a "fiasco". Per lo stesso tracciato si torna al tunnel e al bivio (0.15 min. a/r).
Informazioni utili
Dislivello: 550 m da Chianocco, 700 m da Bussoleno.
Tempo complessivo: 3.30 ore da Chianocco, 4.50 ore dalla stazione di Bussoleno.
Difficoltà: E. Non uscire dai sentieri segnalati (è vietato dal regolamento del Parco) e non oltrepassare le staccionate dei punti panoramici che dominano l'Orrido: le verticali pareti sottostanti sono alte decine di metri!
Periodo consigliato: autunno, inverno e primavera; da evitare dopo i giorni di pioggia.
Carta: Fraternali 1:25.000, n. 3 Val Susa, Val Cenischia, Rocciamelone, oppure n. 4 Bassa Valle Susa, Val Sangone; i sentieri qui descritti e l'area della Riserva sono stati disegnati con precisione dal guardaparco Elio Giuliano sui pannelli collocati nel parcheggio del municipio e all'inizio del percorso
Pieghevoli della Riserva in: www.parchialpicozie.it/page/view/riserva-dell-orrido-di-chianocco
Informazioni: Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, www.parchialpicozie.it, tel. 0122 854720, orario 9.30-12 e 14-15 da lunedì a giovedì; solo 9.30-12 il venerdì; sede di Bussoleno, tel. 011 4321015.
Previsioni meteo: www.nimbus.it
Note: si può fare la gita con il proprio cane, purché al guinzaglio (lunghezza massima 1,5 m) e con museruola a portata di mano.
* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino e I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino con Edizioni del Capricorno.