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Piemonte Parchi

Dal Pliocene astigiano al Parco paleontologico di Asti

È nelle Riserve della Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande, nella Val Sarmassa e nel Geosito di Cortiglione - gestite dall'Ente parco paleontologico Astigiano - che affioramenti attrezzati permettono di osservare le caratteristiche degli antichi fondali marini e capire i mutamenti climatici che hanno influito nel tempo sulle paleocomunità a molluschi.

  • Piero Damarco e Alessandra Fassio
  • Maggio 2025
  • Lunedì, 12 Maggio 2025
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Escursione all'affioramento attrezzato in Valle Botto durante una giornata delle famiglie - Foto P. Damarco Escursione all'affioramento attrezzato in Valle Botto durante una giornata delle famiglie - Foto P. Damarco

La Riserva Naturale di Valle Andona, Botto e Grande, istituita con legge della Regione Piemonte nel 1985 con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio paleontologico esistente nella zona, è costituita da due adiacenti e distinti settori collinari a Ovest di Asti. E' una dei rari casi concreti, a livello nazionale, di aree destinate alla protezione di questo particolare patrimonio scientifico e culturale. Nel 2003 è stata ampliata comprendendo, oltre a parte del territorio del comune di Asti, anche parte dei vicini comuni di Settime, Cinaglio e Camerano Casasco, triplicando la superficie a circa 930 ettari.

Tra queste colline che si accavallano come onde, quasi a evocare antiche suggestioni, si nascondono innumerevoli conchiglie marine ancora intatte, testimonianza del mare che durante il Pliocene ricopriva tutto il Bacino Astigiano. In particolare, nella Valle Andona in località "Castello" è esposta una sezione di circa 40 metri, che per le sue peculiarità è ritenuta di riferimento per il Pliocene astigiano. Essa è composta da unità che riflettono il graduale riempimento del braccio di mare astigiano e quindi lo sviluppo di ecosistemi caratterizzati da sedimenti e fossili indicativi di una profondità progressivamente più ridotta.

Non solo molluschi

Oltre alle conchiglie e altri invertebrati nell'Astigiano si trovano anche resti scheletrici di mammiferi marini.
Balenottere e delfini sono i cetacei di cui si sono ritrovati i fossili più importanti in località come Camerano Casasco, Montafia, Vigliano, Settime, S. Marzanotto, Portacomaro, per citarne alcune. Si suppone che, in questo braccio di mare, i cetacei finissero in bassi fondali, perché spinti dalle correnti dopo la morte, forse in occasione di riunioni "nuziali" per la riproduzione, come attualmente avviene in baie riparate. I resti fossili di questi mammiferi marini ritrovati nell'area astigiana costituiscono una delle raccolte più importanti al mondo e attualmente è conservata presso il Museo Paleontologico Territoriale dell'Astigiano (MPTA) in modo che la quasi totalità dei mammiferi marini fossili piemontesi si trova adesso in un singolo luogo dove viene curata, conservata e studiata.

Un museo di importanza internazionale

Dodici olotipi, di cui otto odontoceti, tre balenottere e un sirenio, questo è il totale dei reperti unici al mondo conservati al Museo Paleontologico di Asti. 

Il Museo dei fossili, gestito da Parco Paleontologico Astigiano, è allestito all'interno del Palazzo del Michelerio, antico edificio eretto a metà del 1500 come monastero e poi utilizzato come orfanotrofio fino al 1971.

Il museo si trova nei seminterrati del palazzo, comprende un primo percorso che tratta la paleontologia generale e quella territoriale descrivendo i periodi geologici tra il Miocene e il Pliocene, con una carrellata degli eventi degli ultimi 25 milioni di anni. Segue il percorso in cui sono esposti resti scheletrici fossili di cetacei astigiani, sia misticeti (balene) che odontoceti (delfini), risalenti all'epoca pliocenica (tra 5,4 e 2,6 milioni di anni fa) quando tutta la Pianura Padana era occupata dal mare.

Oltre ai cetacei fossili esposti in museo ci sono altri reperti nell'esposizione temporanea allestita nell'ex Chiesa del Gesù, insieme formano una delle collezioni più importanti d'Italia e d'Europa: alcuni di questi reperti sono molto importanti, per esempio la Balenottera di Valmontasca (Vigliano d'Asti), ritrovata nel 1959, è forse l'esemplare più completo, lungo 8 metri, mentre il delfino di Settime d'Asti è l'unico rappresentante della sua specie. Ultima arrivata è "Marcellina" la balenottera di Chiusano d'Asti, rinvenuta dal paleontologo del parco nel 2003 in una cava di argilla. In museo è presente la ricostruzione della mandibola del Megalodonte, lo squalo preistorico che viveva circa 20 milioni di anni fa nei mari piemontesi.

Il parco propone

L'Ente parco si impegna a promuovere il Museo Paleontologico attraverso percorsi educativi specifici e laboratori didattici indirizzati a ogni fascia d'età. Nel bookshop della biglietteria poi sono in vendita gadget, libri e pubblicazioni naturalistiche, di cui la maggior parte a carattere paleontologico. Il Museo propone progetti didattici specifici dalle scuole di infanzia all'università, escursioni guidate uniche nel loro genere, nei siti paleontologici attrezzati, nei quali si possono vedere affioramenti che mostrano i fossili in situ e costituiscono esempi di notevole spettacolarità e rappresentatività ambientale. Molti percorsi sono studiati in collaborazione con associazioni di trekking escursionistico e tour operator.

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