Le collezioni come narrazione
Il Museo della Natura e dell'Uomo custodisce un vasto patrimonio di reperti naturalistici e antropologici, con oltre 200.000 beni appartenenti a quattro collezioni storiche dell'Università di Padova: Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Zoologia e Antropologia, le cui origini risalgono al '700. Le collezioni sono state recentemente riunite all'interno di un unico percorso espositivo, diventando protagoniste di una narrazione scientifica sul pianeta Terra come sistema in evoluzione, sulla diversità e sui rapporti tra la specie umana e l'ambiente. Il tutto all'interno di un allestimento coinvolgente, multimediale e interattivo.
Il viaggio nello spazio e nel tempo parte dagli albori del Sistema Solare, dove è possibile comprendere l'evoluzione geologica dei corpi extraterrestri, come Luna e Marte, tramite l'osservazione delle meteoriti. Un'esperienza immersiva a 360 gradi dal centro del nostro pianeta fino alla crosta svela quindi le complessità geologiche che caratterizzano la Terra. Giunti sulla crosta terrestre, il viaggio prosegue circondati da affascinanti cristalli naturali, da sempre fonte di ispirazione per l'uomo: la varietà di colori e perfezione estetica delle gemme e gli approfondimenti sulle mineralizzazioni sfruttate dalla società, accompagnano il visitatore a riconoscere l'indissolubile legame uomo-minerale, le cui radici sono davvero molto profonde. La comprensione di questo binomio è vitale per affrontare le sfide nel nuovo secolo: lo sfruttamento consapevole e sostenibile delle risorse minerali è infatti alla base della vita moderna così come la conosciamo.
I campioni raccontano i cambiamenti
Il percorso prosegue tra fossili e rocce: resti spesso frammentari ed enigmatici, che ci aiutano a fare luce sulla straordinaria biodiversità del passato. Esplorare esotici paradisi perduti, con palme e barriere coralline o incontrare i protagonisti dell'Era Glaciale, permette di capire che i cambiamenti climatici non sono una novità per il nostro pianeta. A questi eventi la Terra ha risposto con eccezionale resilienza, ma non sempre senza conseguenze per i suoi abitanti. Ancora oggi le ricche collezioni di rocce e fossili del Museo sono continuamente studiate da ricercatori provenienti da ogni parte del mondo: le moderne tecniche di indagine permettono di scoprire particolari inediti ed estremamente interessanti.
È anche entusiasmante esplorare la straordinaria varietà del mondo animale che si è prodotta nel corso dell'evoluzione, dalle molteplici forme degli invertebrati marini che hanno sperimentato le più varie strutture corporee, alla maestosità dei vertebrati marini che sembrano venirci incontro nella grande sala a loro dedicata, librandosi nell'aria. E poi la vita sulla terra ferma, anch'essa con la sua incredibile variabilità di colori e adattamenti. La storicità degli esemplari richiama la lunga storia dell'ateneo patavino e giunge al suo apice nella galleria dei mammiferi, in cui troneggia lo scheletro di uno sfortunato elefante indiano, che morì a Venezia nel 1819 diventando simbolo della resistenza al potere austriaco. Accattivanti pannelli grafici alle pareti immergono il pubblico nelle diverse tematiche biologiche trattate, mentre modelli ingranditi di invertebrati acquatici e terrestri, disposti lungo il percorso ed esplorabili anche tattilmente, consentono di apprezzare particolari invisibili ad occhio nudo.
La storia dell'umanità e dell'antropologia
Il viaggio si conclude nella sezione che ha come protagonista l'Homo sapiens, la nostra specie: dalle sue origini da un gruppo di primati adattati a camminare su due gambe, alle più antiche produzioni di strumenti in pietra e metallo, fino al lungo viaggio, iniziato in Africa, che lo ha portato in ogni angolo della Terra.
Le prime collezioni, oggi parte del Museo, sono state raccolte agli inizi dell'Ottocento, crescendo nel tempo per numero e varietà di pari passo con lo sviluppo dell'Antropologia a Padova. Si spazia da reperti archeologici europei e africani, dal Paleolitico alle Età dei Metalli, fino a giungere alle preziose collezioni etnografiche che testimoniano la ricchezza espressiva di molte culture umane dell'Asia, Africa e Oceania.
Non manca infine un'importante riflessione sulle derive antiscientifiche, che hanno alimentato pericolose teorie come il razzismo: oggi sappiamo che la classificazione delle popolazioni in "razze umane", fisicamente distinte e separate e quindi "superiori" o "inferiori" l'una rispetto l'altra, non ha alcun valore scientifico.
La sede del MNU: un gioiello della Padova barocca
Il Museo della Natura e dell'Uomo ha sede nel complesso di Palazzo Cavalli, realizzato intorno alla metà del '500 dall'omonima famiglia veneziana e negli ultimi 150 anni ampliato e profondamente rinnovato dall'Ateneo patavino. All'interno del palazzo nobiliare il sontuoso apparato decorativo, che fa da suggestiva quinta scenografica alle collezioni vallisneriane, risale alla seconda metà del '600 e risulta debitore del coevo gusto per la meraviglia. Il portego passante del pianterreno, affrescato con episodi delle Metamorfosi, consente l'accesso alla Sala della Caccia: la scena della caccia allo struzzo bianco ben dialoga con lo scheletro e l'uovo di struzzo della Collezione Vallisneri qui esposti. Sul lato opposto, si aprono le Sale delle Storie Romane, con l'iconico olotipo della tartaruga liuto Dermochelys coriacea, e delle Storie Bibliche, dove la riproduzione dell'Origine della specie darwiniana invita a nuovi interrogativi sui confini tra scienza e fede. Il sontuoso Scalone nobiliare dà accesso al piano superiore, con affreschi di Dorigny: le sale sono attualmente chiuse per restauri.
* di M. Breda, N. Carrara, L. Del Favero, M. Fornasiero, C. Marin, S. Molinari e S. Restivo.
Gli articoli "I Musei delle Meraviglie" sono curati da Sabrina Lo Brutto, Università degli Studi di Palermo e National Biodiversity Future Center; Vittorio Ferrero, Università degli Studi di Torino; Franco Andreone, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Per approfondimenti:
Museo della Natura e dell'Uomo