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Bussana Vecchia, un villaggio rinato grazie a una comunità di artisti

Di storie come quella Bussana Vecchia, paesello della regione ligure, vorremmo leggerne più spesso. Perchè è qui che, dopo una serie di disastrosi eventi, un gruppo di artisti trovarono l'ispirazione per dare nuova vita all'antico borgo.

  • Alessandra Corrà
  • Febbraio 2019
  • Giovedì, 7 Febbraio 2019
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I resti della  chiesa di S. Egidio (Foto A. Corrà) I resti della chiesa di S. Egidio (Foto A. Corrà)


Di fronte a degrado, incuria e abbandono del territorio, ci sono per fortuna delle eccezioni, che fanno ben sperare. E' il caso di Bussana Vecchia, in provincia di Imperia, piccolo paese che, dopo esser stato raso al suolo da un terremoto nel 1887, è stato completamente rifondato dalle sue macerie.
Alto su un colle, circondato da castagneti, pini marittimi e ulivi che salgono dal mare, il bellissimo borgo, spicca per la sua straordinaria originalità.
Chi ha l'opportunità, o la fortuna, di camminare qualche ora per le stradine di questo piccolo comune incantato, si troverà catapultato in un'altra epoca.
Oggi Bussana Vecchia è davvero un recipiente di storie vissute, dove alcuni racconti del passato si intrecciano ancora tra loro per insinuarsi nella memoria creando un senso di continuità temporale.
Ma qual è la vera storia di questo borgo?

La storia di Bussana Vecchia

In Liguria chiunque si ricorda del 23 febbraio 1887, quando il sisma più disastroso che ci sia mai stato in questa regione, si abbatté sulla provincia creando danni irreparabili.
In quell'occasione Bussana fu completamente rasa al suolo. Oltre che le case, venne distrutta anche l'affascinante chiesa di S. Egidio che crollò sui fedeli durante la messa della domenica. Dell'edificio religioso rimasero in piedi solo gli archi delle cappelle laterali, quello sovrastante il presbiterio e, come per miracolo, il campanile.
Da quel giorno, coloro che si salvarono dalla catastrofe si trasferirono nel nuovo paese di Bussana nuova, sulla costa ligure, perché Bussana Vecchia fu dichiarata inagibile e inabitabile.
Il borgo venne, purtroppo per tanti anni, dimenticato fino a quando, all'inizio degli Anni '60, un ceramista piemontese, Mario Giani, in arte Clizia, in viaggio per l'Italia, passò per caso in questo territorio e se ne innamorò.

Fu così che nel 1961, insieme al pittore Vanni Giuffrè e al poeta Giovanni Fronte, Clizia decise, richiamando l'attenzione di molti altri artisti europei, di fondare una Comunità con l'intento di recuperare gli edifici fatiscenti e ridare nuova vita al paese.
Con l'arrivo di molti pittori, musicisti e attori, e grazie al lavoro di tutti, gli stabili vennero a poco a poco recuperati e messi a disposizione della Comunità Internazionale degli Artisti, da cui fu editto perfino uno Statuto volto a regolare i rapporti tra i membri.
Le regole stabilivano che le proprietà degli immobili potevano essere assegnate agli artisti che ne avevano bisogno e usate come laboratorio per la propria arte.

Il Borgo oggi

Oggi il borgo, uno dei luoghi più suggestivi che si possano incontrare, è un nido di storie sospese attorno alle rovine della sua imponente chiesa, ancora dominata dal fastoso campanile.
Il carattere di fondo del comune è sicuramente l'integrità urbanistica: nulla ha alterato negli anni la sua pianta, l'alternanza di spazi aperti verso il mare, le piccole piazzette silenziose, i passaggi segreti all'interno del borgo.

Conclusa l'esperienza passata, molti artisti della prima Comunità lasciarono il paese, ma molti altri arrivarono e oggi continuano a perseguire l'ideale del suo fondatore.
Nel tempo non sono mancate svolte e dissensi, tanto che l'attuale vocazione di Bussana è ben più turistica di quanto non fosse negli intenti di Clizia.
In ogni caso, la presenza di qualche luogo di ristoro e bottega di artigianato non compromettono il fascino dell'antico villaggio, tornato alla vita grazie a coloro che hanno saputo trasformare i propri sogni in realtà.

Bussana dimostra che il rispetto dell'uomo verso se stesso e verso la natura è l'unica strada perseguibile per costruire un futuro migliore ed è da esempio per tutte quelle aree dove, sempre più spesso, spuntano nuovi edifici che vanno a ridurre le aree verdi e dove stabili storici sono lasciati in stato di abbandono. Eppure, prediligere azioni a beneficio dell'ambiente è importante: ad esempio, si potrebbero ristrutturare gli immobili compromessi o in stato di incuria con interventi sostenibili dal punto ambientale e migliorare, così, il tessuto urbano dal punto di vista sociale, ma anche economico.
La riqualificazione di edifici esistenti scongiura il consumo di spazio e di suolo mentre lavori di manutenzione di vecchie stabili in un'ottica di efficienza energetica potrebbero evitare inutili dispersioni di calore e contribuire alla riduzione dell'inquinamento.

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