Avigliana: punto di ritrovo, ore 20.30 sul piazzale Nino Costa. I più entusiasti hanno incominciato a circondare lo stand del Parco naturale dei Laghi di Avigliana - organizzatore della 'Notte dei Rospi' - dalle ore 20, alla ricerca di maggiori dettagli sui due giri proposti dall'ente: uno lungo e uno più breve.
Cento gli iscritti, tra adulti e bambini che, per ingannare l'attesa, hanno subito incominciato a curiosare attorno alle piccole vasche portate dal personale del parco per mostrare e illustrare alcune specie presenti nelle nostre acque dolci di laghi e fiumi, come il celeberrimo Gambero della Louisiana, specie alloctona che rappresenta una minaccia per la biodiversità locale.
Terminato l'appello, a prendere la parola sono i rappresentanti delle istituzioni, Andrea Remoto e Stefano Ditella, rispettivamente assessore all'Agricoltura e alle Foreste e assessore alle Politiche Ambientali e Aree Verdi del Comune di Avigliana che presentano la terza edizione della 'Notte dei Rospi', un'iniziativa che suggella un progetto più ampio di tutela degli anfibi e degli habitat in cui questi vivono, proposto da tre anni dal Comune e che, oltre alla pulizia dei boschi, prevede l'installazione di un 'rospodotto', ovvero un sistema di reti che consente agli anfibi di attraversare una strada - via Grignetto - spesso fatale per molti anfibi che tentano di valicarla per raggiungere la palude.
«Montato dai guardiaparco e dagli eco-volontari, il rospodotto rappresenta una delle azioni realizzate a cui quest'anno si è aggiunta, per la prima volta, la chiusura notturna alle auto di via Grignetto - dal 17 febbraio al 16 marzo, con orario 20-7 - proprio per salvaguardare il passaggio degli anfibi», sottolineano i due assessori comunali convinti del fatto che 'La Notte dei Rospi' sia un'iniziativa importante per fa conoscere il parco e il territorio che tutela.
A loro, fa eco Luca Marello, direttore dell'Ente di gestione delle Aree naturali protette delle Alpi Cozie di cui il Parco dei Laghi di Avigliana fa parte, che sottolinea come questa iniziativa connubi: scienza, ovvero lo studio della popolazione anfibia; divulgazione, ovvero la restituzione della conoscenza e degli studi compiuti sui rospi e, infine, concretezza, ovvero piccoli interventi sul territorio - come il posizionamento del rospodotto - che ha già salvato una media di 50 rospi a notte che venivano regolarmente investiti e spiaccicati dalle auto di passaggio.
Il rospodotto
Mentre i più timidi si dirigono verso il giro 'breve', un'escursione guidata con i guardiaparco e con la collaborazione degli eco-volontari di Avigliana su un percorso prevalentemente su asfalto, consigliato soprattutto per i bambini sotto i 6 anni, i più avventurosi seguono Debora Barolin - guardiaparco e responsabile della vigilanza del parco - nel buio dei boschi, in un percorso lungo, ad anello, misto con asfalto e prati umidi e con (in teoria) molto fango, lungo circa 4 chilometri per una durata di quasi due ore e mezza.
Obiettivo di tutti i partecipanti: avvistare qualche anfibio intento ad attraversare la strada.
La guardiaparco spiega che gli anfibi sono animali dalla doppia vita: vivono infatti l'età giovanile in acqua e l'età adulta in ambiente terrestre. I girini prendono vita in palude, da uova deposte in acqua. Una volta adulti, i rospi non trascorrono l'inverno in acqua, spesso gelata: per questo lasciano la Palude dei Mareschi verso la fine dell'estate per spostarsi nella zona collinare andando in ibernazione, nascosti sotto i tronchi degli alberi, dove trascorreranno tutto l'inverno. A inizio primavera, incominceranno a scendere dalla collina e a voler tornare in acqua, stimolati all'accoppiamento. È in questo periodo dell'anno che nasceranno nuovi girini e si rinnoveranno le popolazioni di rospi.
Tra la collina e la palude, però, trovano via Grignetto che costituisce una barriera ecologica ad elevata frequentazione. Per questo dal 2005 si è cominciato a ipotizzare la costruzione di un rospodotto: sei punti di passaggio posizionati sotto il manto stradale e costituiti da tubi di 60 centimetri di diametro per far attraversare i rospi, indotti a incanalarsi nei passaggi grazie al posizionamento di oltre 600 metri di reti che costeggiano la sede stradale senza ostacolare la viabilità e che rimangono in loco circa un mese, finché i rospi inizieranno la migrazione inversa tornando a ripararsi nei boschi in vista dell'estate.
Un progetto, quello del rosposdotto, durato anni, e realizzato anche grazie al finanziamento del Progetto Interreg 'Acqua' che ha coinvolto otto enti di gestione delle aree protette piemontesi attivando strategie comuni per salvaguardare la biodiversità acquatica, a partire dagli anfibi.
Anfibi a rischio
Fortemente sensibili all'innalzamento delle temperature, al prolungarsi dei periodi di siccità ed alla sempre maggiore alterazione dei loro habitat da parte dell'uomo, le popolazioni di anfibi continuano a diminuire in tutto il Mondo. Dopo i pesci di acqua dolce, gli anfibi, di cui fanno parte rane, rospi, raganelle, tritoni, salamandre e molti altri, rappresentano il gruppo di vertebrati più minacciato e a rischio di estinzione: ne abbiamo scritto su queste pagine lo scorso anno, in un articolo di Alice Gado e Stefano Bovero che hanno definito, in termini scientifici, la diminuzione della popolazione mondiale di anfibi, nella sigla GAD (Global Amphibians Decline).
Ad Avigliana, nel 2010, quando iniziò il monitoraggio, si contavano 1500 anfibi: un numero sceso a 1300 soltanto dopo qualche anno e che, presumibilmente è ulteriormente in declino a causa di inverni siccitosi che i rospi non gradiscono.
«La grave siccità che ha caratterizzato gli inverni recenti – racconta Barolin – mette a dura prova la capacità di sopravvivenza di queste specie molto delicate ma altrettanto importanti per gli equilibri di questi ecosistemi. La popolazione di anfibi è in forte declino nei nostri territori, per questo è importante attuare iniziative in grado di ridurre più possibile la mortalità provocata da cause esterne».
Il clima secco ha condizionato anche la prima 'Notte dei Rospi': due soli rospi avvistati in tutta la serata - e pure ben nascosti - nella Palude dei Mareschi.
Inutile nascondere la delusione dei più piccoli (e forse anche di qualche adulto), ma osservare gli animali in natura significa anche questo: non si tratta, infatti, di esemplari in gabbia esposti al pubblico ludibrio, ma di rospi liberi nel loro habitat, che si spostano con ritrosia quando il clima è particolarmente secco.
Ma niente paura! Il parco propone un'altra occasione di avvistamento: la 'Notte dei Rospi', infatti, si replica venerdì 7 marzo.