Ghiotto di nocciole. Tanto che all'altro nome del frutto - "avellana" (Corylus avellana) - il moscardino deve la propria denominazione scientifica, Muscardinus avellanarius. Si tratta di una specie protetta, inserita nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE "Habitat". Le principali minacce alla sopravvivenza di questo piccolo mammifero sono la riduzione della superficie dell'habitat forestale e la distruzione del reticolo di siepi, con le popolazioni residue nei boschi più piccoli e isolati che presentano il maggiore livello di rischio di estinzione locale.
In virtù dell'attenzione riservata a questa specie come indicatrice della salute forestale, negli ultimi anni i guardiaparco e i tecnici del Settore Conservazione e Gestione ambientale dell'Ente Parco delle Alpi Marittime si sono dedicati al monitoraggio di questo piccolo roditore dalle abitudini notturne. Durante il giorno il moscardino tende a nascondersi in piccoli "nidi" che costruisce sugli alberi: questo lo rende particolarmente elusivo e quindi di difficile osservazione. Per monitorare la specie, quindi, il personale dell'Ente ha posizionato delle cassette-nido, piccole costruzioni in legno realizzate grazie al lavoro del reparto falegnameria, su alcuni alberi lungo percorsi selezionati in base all'habitat frequentato dalla specie. Sono state selezionate più zone di rilevamento (transetti) in cui sono state allestite più casette, per un totale di 45, su noccioli selvatici, ma anche su faggi, collocazione che è risultata assai gradita.
Dal 2020 il monitoraggio si svolge nel Parco naturale Alpi Marittime (valle Gesso), dove sono presenti tre transetti, nel Parco naturale Marguareis, in valle Pesio, con un transetto e in Valle Tanaro con due transetti, infine nella Riserva naturale Crava Morozzo con un transetto: a partire dai mesi di maggio-giugno ogni stazione di rilevamento viene percorsa dal personale una volta al mese, controllata ancora all'inizio dell'autunno e poi ripulita di eventuali tracce di nidi. I moscardini infatti non svernano nelle casette ma preferiscono tane più riparate, rifugi sotterranei dove si rannicchiano a mo' di sfera in modo da conservare più calore possibile.
Le casette, negli anni, si sono evolute per escludere altre specie che le avevano apprezzate come nido: lumaconi, ragni, bombi e topolini sono stati di volta in volta ritrovati come inquilini alternativi. A luglio, durante la nostra perlustrazione con il guardiaparco James Beauchamp nella zona di Casermette, nei pressi del centro Uomini e Lupi di Entracque, le casette -seppur prive dei loro inquilini di destinazione- risultavano comunque frequentate, in base ai segni di presenza della specie, ossia folti nidi di foglie secche.
Identikit del "cugino" del ghiro
Facente parte della famiglia dei gliridi, insieme ad altri roditori come i ghiri o i quercini, infatti, il moscardino è noto per l'abitudine a vivere in ambienti boschivi, che offrono riparo e risorse alimentari e per il suo comportamento notturno. Durante il giorno, questo mammifero si rifugia in tane costruite tra i rami degli alberi, realizzati principalmente con foglie secche e materiali vegetali, per garantire isolamento termico e protezione dai predatori. Ciò che è fondamentale per tutti i Gliridi, dunque, è soprattutto una buona gestione forestale.
L'alimentazione del moscardino è prevalentemente frugivora e granivora: si nutre di nocciole, bacche e altri frutti, ma può consumare anche insetti e piccoli invertebrati. All'inizio del periodo invernale, il moscardino accumula riserve adipose al fine di entrare in ibernazione e affrontare al meglio i periodi di freddo e di scarsità di cibo. Durante tale processo, il ritmo cardiaco e respiratorio rallenta notevolmente, e la temperatura corporea scende fino a livelli prossimi a quella ambientale.
La stagione riproduttiva del moscardino si colloca tra la primavera e l'estate. I maschi competono per il territorio e le femmine costruiscono nidi specializzati per la riproduzione. Dopo un periodo di gestazione di circa 22 giorni, la femmina partorisce generalmente da 3 a 6 piccoli, che rimangono nel nido fino a quando sono sufficientemente cresciuti per uscire ed esplorare l'ambiente circostante.
Per approfondimenti:
Scheda del moscardino sul sito dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura
Moscardino, il topolino che sa volare (da Piemonte Parchi del 20/4/2022)