a cura di Stefano Camanni e Cristina Girard
Avete mai provato a osservare al microscopio elettronico l'ala di una farfalla? Vi accorgereste che la struttura superficiale è formata da tante piccolissime squame, disposte un po' come le tegole di un tetto. Sono delicatissime e formano quella polverina che si produce toccando con la mano l'insetto. Grazie a queste squame, che non servono per il volo, le ali non sono trasparenti ma sono caratterizzate da disegni e colori i più vari e i più vivaci. E' uno studio olandese di qualche anno fa che ha individuato queste piccolissime scaglie, con misure che variano dai 50 ai 250 micron, e ha visto come queste si mescolano insieme fino a comporre un'immagine visibile, un po' come i pixel nelle immagini fotografiche digitali. Ma cosa servono i disegni e i colori delle ali? A tante cose. Possono aiutare la farfalla a confondersi con l'ambiente cirscostante e così a salvarsi dall'attacco di un predatore, come accade per molte falene. In altri casi le farfalle fingono di avere la testa dalla parte opposta, con forme e colorazioni sulla coda che imitano occhi e antenne, in modo che l'eventuale attacco del predatore raggiunga una zona non vitale. Forme oculari ancora più grandi sono presenti ad esempio sulla farfalla civetta e hanno lo scopo di spaventare e intimidire il predatore. Ma forme e colori possono avere anche un ruolo fondamentale nella comunicazione tra individui della stessa specie, come ad esempio nei maschi che ostentano colorazioni molto vivaci durante il corteggiamento della femmina. E l'elenco potrebbe non finire mai. Restando tra le specie di casa nostra, colpiscono le grandi macchie blu della vanessa io, le righe gialle e nere del podalirio, la grande banda blu e nera che circonda le ali del macaone e contrasta con il giallo del resto della farfalla, o ancora la piccola "C" che si nasconde all'interno delle ali della vanessa del cardo. Un mosaico di forme e di colori che da sempre affascina e ha affascinato collezionisti e appassionati.