Un tempo presente nel territorio italiano (almeno fino al 1500, per le regioni settentrionali) il castoro è stato poi cacciato fino all'estinzione per la sua carne, la sua preziosa pelliccia e l'olio da lui prodotto. Questo olio utilizzato per marcare il territorio è chiamato castoreum; si tratta di una sostanza prodotta e immagazzinata in apposite sacche tra i reni e la vescica; la sua composizione è frutto della concentrazione e trasformazione chimica dell'urina. Oltre alla caccia, la modificazione antropica degli ambienti acquatici e planiziali ha accelerato il processo di estinzione, rendendo il territorio italiano meno idoneo al castoro.
La presenza del castoro a Fondotoce si era già intuita qualche giorno prima delle immagini della fototrappola grazie al ritrovamento dei caratteristici ed inequivocabili segni di rosicchiamento (rosicchiature) su alcuni salici bianchi (Salix alba L.), e all'osservazione diretta da parte di un tecnico forestale della Provincia del Verbano Cusio Ossola. Il territorio di avvistamento è a due passi dalla Riserva naturale del Fondo Toce, una riserva regionale amministrata dall'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, contraddistinta per la presenza di ecosistemi acquatici e planiziali di grande pregio. Nel marzo 2023, era stato inoltre segnalato, ma non documentato attraverso immagini o segni certi, un castoro a Migiandone, a circa 20 km dal recente punto di presenza.
La distribuzione del castoro europeo nel continente
In Europa l'attuale distribuzione del castoro europeo (Castor fiber) è dovuta sia alla naturale espansione delle poche popolazioni naturali sopravvissute, sparse in diversi Stati del centro-nord, sia da numerosi progetti di reintroduzione e traslocazione che si sono succeduti dal XX secolo in poi. Per il territorio a noi più vicino, la Svizzera, l'estinzione in natura è avvenuta alla fine del 1800 ma già dagli anni '50 si sono susseguiti numerosi rilasci che hanno portato alla presenza di una popolazione attuale di 4.914 castori (stima 2022). Anche in Francia la specie è in espansione con popolazioni stimate tra i 20.000 e i 35.000 esemplari.
Il cugino d'oltreoceano vive anche qui in Europa
Oltre alla specie nativa, nel territorio europeo esistono due grosse popolazioni di castoro americano (Castor canadensis), una in Finlandia e una in Russia, nella Repubblica di Carelia. Queste due popolazioni introdotte dall'uomo raggiungono complessivamente circa i 40.000 individui.
Il ritorno in Italia
In Italia, le prime e recenti osservazioni di castoro si sono avute dal 2018, sia per espansioni naturali dall'Austria verso il Friuli Venezia-Giulia e successivamente il Trentino Alto-Adige, sia attraverso probabili rilasci non autorizzati in diverse aree dell'Italia centrale (Toscana, Umbria e parte del Lazio settentrionale) e meridionale (Campania, Abruzzo e Molise). Complessivamente si contano circa 10-15 esemplari/gruppi famigliari.
Caratteristiche fisiche, dieta e socialità: conosciamo meglio il castoro
Tra i roditori nativi europei, il castoro è quello che raggiunge le maggiori dimensioni corporee: un individuo adulto pesa mediamente tra i 20 e i 25 kg ed è lungo coda inclusa 110-120 cm. Le sue caratteristiche anatomiche lo rendono perfetto per la vita semiacquatica: tra le peculiarità che gli permettono una certa idrodinamicità vi è infatti la forma del corpo a goccia, con la parte anteriore più stretta di quella posteriore e la presenza di una particolare coda che funge sia da timone che da motore. La stessa, battuta violentemente sul pelo dell'acqua, viene utilizzata dai castori come segnalatore acustico di pericolo per gli altri membri della famiglia. Questa speciale parte anatomica ha un utilissimo uso anche fuori dall'acqua perché, fungendo da "treppiede", permette ai castori di ergersi sulle zampe posteriori mentre rosicchiano una pianta o trasportano materiale. Infine, è inoltre un organo particolarmente vascolarizzato che permette di disperdere il calore corporeo in eccesso nei giorni più caldi dell'anno.
Il castoro è una specie erbivora, tra le più generaliste e opportuniste presenti in natura: si nutre infatti di cortecce, rami, gemme e foglie di moltissimi vegetali. Tra le specie di cui si alimenta troviamo alberi, arbusti ed erbacee sia terrestri che acquatiche. La dieta di questo roditore varia stagionalmente con preferenza di erbacee durante l'estate e l'inizio dell'autunno e di corteccia, gemme e rami di alberi e arbusti durante l'inverno e la primavera; variazioni nel menù si hanno anche in base alla composizione floristica di un luogo che rende maggiormente disponibili alcune essenze rispetto ad altre. Tra i vegetali preferiti vi sono salici, pioppi, betulle e piante acquatiche quali le ninfee, il camenerio e le felci aquiline. Specie come gli ailanti e le robinie, almeno nei paesi mediterranei, sono evitati. I castori normalmente utilizzano fonti alimentari ad una distanza massima di 50-60 m dall'acqua, prediligendo le piante in uno spazio di 0-20 metri dall'argine; laddove la distanza sia maggiore, costruiscono dighe e canali evitando di stare troppo a lungo sulla terraferma e diminuendo così il rischio di essere predati. I loro nemici naturali sono il lupo grigio e la lince europea, molti altri carnivori di minori dimensioni possono comunque predare i piccoli e i giovani. Tra gli altri fattori di mortalità troviamo l'impatto con autovetture e gli effetti delle lotte infraspecifiche.
Animale sociale, vive in gruppi familiari normalmente composti da 2 - 5 animali: la coppia che si riproduce con i piccoli dell'anno e i giovani dell'anno precedente. All'interno della famiglia vi è un'unica riproduzione ogni anno, raramente due, e i piccoli rimangono per due anni circa con i genitori. Questi, una volta lasciato il luogo di nascita, possono allontanarsi alla ricerca di un proprio territorio. Questo comportamento, chiamato dispersione, li può portare a percorrere lunghe distanze e sorpassare barriere antropiche come dighe e altre strutture costruite sui fiumi e percorrere lunghi tratti al di fuori dell'acqua anche a quote superiori ai 700 metri.
I castori sono una specie chiave degli habitat acquatici; le loro capacità ingegneristiche avvantaggiano molte altre specie animali e vegetali incrementando così la biodiversità. La loro presenza permette anche il miglioramento della qualità delle acque e rallenta la discesa delle stesse verso il mare con un effetto positivo sul livello delle falde freatiche e sulla disponibilità di acqua per l'agricoltura. In alcuni contesti antropizzati o di agricoltura intensiva la presenza del castoro può creare conflitti sia per l'abbattimento di alberi che per l'eventuale allagamento di alcune porzioni di terreno a ridosso di canali e laghi.
I primi obiettivi di ricerca
Per risolvere l'enigma della provenienza dell'animale avvistato a Fondotoce è ad oggi in corso una ricerca finanziata dall'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore in coordinamento con la Provincia del Verbano Cusio Ossola e il "Progetto Castoro" del CNR, finanziato da WWF e.t.s.. Lo studio ha indagato in primis la specie di appartenenza dell'individuo di Fondotoce attraverso analisi genetiche, in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana, che hanno confermato che si tratta di castoro europeo ovvero la specie nativa. Si sta inoltre procedendo con surveys su quello che sembra essere il corridoio di dispersione più plausibile ovvero il Toce e gli altri corsi d'acqua che collegano la popolazione di castoro del Vallese svizzero al VCO attraverso il Passo del Sempione.
Per approfondimenti:
Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore