Identikit e caratteristiche della specie
Il procione (Procyon lotor) è un carnivoro di taglia media, con zampe corte e tozze, raggiunge un peso medio tra i 4 e i 9 kg nell'età adulta. Due caratteristiche del suo mantello lo rendono inconfondibile: la coda ad anelli alternati chiari e scuri e la mascherina facciale che incornicia occhi e guance scuri, contrastando con il muso bianco e le arcate sopraorbitali chiare. Sebbene possa essere confuso con il tasso (Meles meles), la diversità della mascherina facciale e la mancanza di anelli sulla coda lo distinguono nettamente.
Questo predatore di media taglia, onnivoro, ha una dieta molto variegata: dalle piante, di cui consuma semi e frutti, agli insetti, piccoli mammiferi, anfibi, uccelli e le loro uova. Numerosi studi hanno dimostrato gli impatti negativi del procione sulle popolazioni di vertebrati e anche invertebrati, oltre ai danni causati alle colture.
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Origine e diffusione: un'invasione non solo di simpatia!
Specie originaria dell'America settentrionale e centrale, ha un'ampia distribuzione, che si estende dal Canada a Panama. È stato introdotto in diverse isole del Canada e dell'Alaska, nonché nei Caraibi, in Giappone e in Europa. Il procione fece la sua prima comparsa in Europa negli anni '30 e '40 del secolo scorso, introdotto in Germania come animale da cacciare per la pelliccia. Da allora, si è diffuso in gran parte del continente, grazie anche a fughe e rilasci di animali tenuti in parchi faunistici o come animali da compagnia. In Giappone, ad esempio, i procioni furono importati come animali da compagnia dopo il successo televisivo del cartone animato "Rascal Raccoon", che potremmo tradurre come "Il procione mascalzone". Da cuccioli, i procioni appaiono come simpatici orsacchiotti, ma con la crescita diventano ingombranti e spesso ingestibili, portando i proprietari a rilasciarli, rendendoli ormai molto diffusi in molti paesi. Ulteriori immissioni sono avvenute in Spagna, nello specifico nella Spagna centro-settentrionale ed isole Baleari, dove è già presente il coati (Nasua nasua). Si ritiene che sia presente anche in Svezia e Finlandia dove finora sono stati documentati alcuni avvistamenti sporadici.
E in Italia?
Le osservazioni del procione in Italia non sono inusuali. La specie è spesso ospite nei parchi faunistici pubblici e privati, da dove, grazie alla sua abilità nell'arrampicarsi, fugge con facilità. Probabilmente, questa è l'origine delle due popolazioni introdotte in Italia. La prima, lungo il fiume Adda, non è più presente. Gli animali sono stati completamente rimossi, il termine tecnico è eradicazione, tra il 2016 e il 2019. La seconda popolazione, invece, è tuttora presente e in espansione nelle foreste casentinesi.
Nel 2023, il procione è stato avvistato in Piemonte nei comuni di Rocchetta Palafea (Asti), Merana e Spigno Monferrato (Alessandria). Già in passato la specie era stata segnalata in regione, ma probabilmente si trattava di singoli individui 'liberati' o fuggiti, mai giunti alla formazione di popolazioni. Queste segnalazioni sono preziose e devono essere riportate alle autorità competenti: parchi, servizi di vigilanza delle province, uffici regionali, affinché possano attivare monitoraggi mirati per verificare la situazione in loco.
Ricercato speciale...e la banda delle IAS!
L'aspetto caratteristico del procione cattura l'attenzione dei cittadini, che cercano di fotografarlo e postano le segnalazioni sui social media e sulle piattaforme di Citizen Science, come iNaturalist, dove i cittadini collaborano raccogliendo segnalazioni sulle specie.
Tuttavia, è importante sapere che il procione è considerato invasivo in Europa e, per questo motivo, è stato inserito nella lista delle specie esotiche di interesse unionale secondo il Regolamento europeo n. 1143/2014, per prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. Il successo del procione, come specie invasiva, è dovuto alla sua straordinaria adattabilità ecologica. Essendo una specie generalista, è capace di prosperare in una varietà di ambienti, compresi quelli antropizzati.
A livello locale, il procione può rappresentare anche un problema sanitario, essendo portatore di diversi agenti patogeni, alcuni dei quali zoonotici. Il Lyssavirus, correlato alla rabbia, e il verme nematode Baylisascaris procyonis, ad esempio, possono essere trasmessi all'uomo, agli animali domestici e ad altre specie selvatiche.
Consigli per una sana convivenza
I procioni, come le testuggini, gli scoiattoli e i pappagalli, venivano venduti come animali da compagnia, salvo poi essere liberati da proprietari ignari del danno ambientale e convinti di liberarli assecondandone la loro natura. Tuttavia, sebbene il "ridare libertà all'animale" possa sembrare un atto di bontà, in realtà mette in pericolo l'animale stesso e causa gravi conseguenze per la fauna locale. Nella storia dell'uomo, cani e gatti sono stati addomesticati come animali da compagnia. Se desideriamo avere un animale in casa, scegliamo questi e non cerchiamo l'esotico. Se proprio decidiamo di acquistare un animale esotico, facciamolo con responsabilità. Prendere un animale è un impegno importante; facciamolo con consapevolezza e teniamolo con noi per tutta la sua vita. Non liberiamolo alla prima occasione: potrebbe morire presto, magari predato o investito da un'auto. Se invece riuscisse a sopravvivere, potrebbe riprodursi con altri simili e formare popolazioni che possono avere impatti negativi sulla biodiversità.
Avvistamenti:
se si ritiene di aver visto un procione sul territorio piemontese, fare foto da allegare alla segnalazione, indicando se possibile georeferenziazione e località ed inviare all'indirizzo di posta: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Link:
Articolo sull'eradicazione dell procione nel Parco regionale Adda nord
Per approfondimenti: ISPRA sulle specie invasive