E' la torrida mattina del 28 luglio, Claudia sta lavorando davanti al PC; arriva una mail dall'amico genovese Giampiero, con oggetto "animale per Monmartino" che dice: "Ciao, questa mattina mi è finito sotto all'auto...lo porti nel vostro bosco ?" Allegate, 2 foto di un rapacino spaventato avvolto nella giacca ad alta visibilità (il suo amico lavora in cantiere ad Arquata Scrivia).
Per intenderci, il "loro bosco" è quello che circonda la casa di Giovanni, il suo compagno di tutto; in realtà, una selva come quelle che nell'antichità fornivano il legno per la costruzione delle navi realizzate nei cantieri di Varazze. In effetti, è il "bosco di Savona". Gli animali, inutile dirlo, ci stanno benissimo; e anche loro. I loro amici sanno che ogni bestia malconcia o stordita, qui può stare e si rimetterà.
Ovviamente il giorno dopo partono apposta da Torino per recuperare la bestiola; la trovano in salvo da aggressioni nell'abitacolo della UNO di cantiere di GP, occhi gialli a palla, accaldata, ma gli sembra sana: una pallina di piume di età non nota. E ora?
Affrontano le code del venerdì sera sull'A10 con la scatola contenente il pullo sul sedile anteriore, arrivano a Monmartino dove gli preparano una sistemazione secondo loro comoda: uno scatolone di cartone aperto, con una griglia di plastica per evitare che si faccia male. E alcuni pezzi di carne appoggiati a terra, si sa mai. La notte, il piccolo si agita e "piange" (?!?)...capiranno poi che lui non sopporta le gabbie! Come dargli torto? Allora gli destinano una casa intera, la cosiddetta "favela" in legno che di solito ospita amici; che scelga lui dove stare.
Il giorno dopo, non vedendolo mangiare, telefonano al centro Recupero Fauna Selvatica di Tigliole, dove Guido, il responsabile del centro, gli fornisce alcune delle risposte che cercavano: l'assiolo deve essere imboccato con larve (vermi del miele) e carne ammorbidita con acqua (povero, gli avevano dato hamburger di tacchino...).
Inizia una settimana davvero impegnativa; preparano pappine, comprano esche da pescatori, mettono la sveglia per dargli la pappa all'ora giusta...Già, ma essendo un rapace notturno, quale sarà l'ora giusta? Insomma, dopo qualche giorno sono esperti nutrizionisti e lui/lei (pare che degli assioli non sia facile riconoscere il sesso) si rimette in piena forma.
Otino (battezzato così per omaggio al suo nome latino Otus scops) intanto va scovato dove si mimetizza; si piazza ovunque vi sia un angolo buio, un libro dietro cui nascondersi, perfino nella stufa! Una volta individuato, si tratta di capire se avrà voglia di farsi imboccare o se simulerà una lotta all'ultimo sangue per scappare...che in genere dura 10 secondi, perché dopo aver ingollato il succulento verme, Otino si rilassa e smette di dare beccate in giro; non che diventi affettuoso, quello no...dai testi sembra che sia il più scorbutico dei rapaci, loro ne hanno conferma!
I loro impegni purtroppo gli impediscono di stare con lui oltre la settimana, ma tant'è, è bene che si occupi di lui chi professionalmente lo sa fare, per guidarlo fino all'indipendenza.
Domenica 7 agosto il pullo viene rimesso in scatola e trasportato dal bosco al Centro Lipu di Tigliole, dopo accordi con Guido; lì potrà stare in una voliera grande in compagnia dei suoi simili, e riprendere il contatto con la sua natura. In auto con Giovanni, Claudia è un po' triste, le mancherà; comprende che rasenta il limite della follia...ma è così!
Il 7 settembre, un mese dopo; Guido li aspetta per permettergli di salutarlo, dopo l'inanellamento. Aperta la gabbia, parte: per l'Africa, la Sicilia, o comunque un posto dove potrà diventare adulto. Mentre scorgono la sua sagoma allontanarsi nella nera notte, gli piace pensare di avergli dato la possibilità di farlo.
Legami. Quei sottili, invisibili e tenaci fili che rendono unico e indimenticabile un altro essere vivente per la nostra vita. E vengono in mente le parole della volpe che si era fatta addomesticare dal Piccolo Principe, nell'omonimo romanzo di Saint-Exupéry: "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi [...] Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato".
Il Centro di recupero Fauna selvatica
Il Centro Recupero Fauna Selvatica(C.R.F.S.) Lipu di Tigliole d'Asti (a 15 km. da Asti), è il punto di riferimento, dal 1997, per tutta l'attività di soccorso e riabilitazione della fauna selvatica proveniente dalla città di Asti e provincia, oltrechè dal territorio della provincia di Alessandria e dalle aree centrali e sud occidentali del Piemonte. E' ufficialmente riconosciuto da tali Province, oltrechè dalla Regione Piemonte, quale "Centro di eccellenza".
E' attrezzato con voliere di varia tipologia, di appositi tunnel per la riabilitazione al volo, un comparto per il primo soccorso infermieristico e una zona destinata al pubblico e dotata di pannelli didattici e materiale informativo.
Il costante incremento di attività è testimoniato dal numero elevatissimo di animali curati ogni anno. Sono circa 1500 gli animali ricoverati, tra uccelli rapaci (falchi, poiane, aquile, gufi, allocchi, civette), altri uccelli e altri vertebrati (volpi, tassi, ricci, pipistrelli, ecc.). All'azione diretta va aggiunto il grande lavoro di conservazione indiretta svolta dal Centro Lipu di Tigliole d'Asti, come ad esempio le indicazioni e le consulenze fornite in materia di soccorso agli animali feriti e le indispensabili nozioni di educazione ambientale.
Da segnalare la ultradecennale attività di catture a scopo scientifico che viene annualmente svolta in alcune specifiche aree all'interno del Centro, da cui è derivato il titolo di "Osservatorio Ornitologico" attribuito alla struttura dalla Provincia di Asti nel 2010.
La struttura nasce nel 1982, da un'idea di un ferroviere, appassionato di birdwatching e di un medico naturalista, ma fu istituita ufficialmente nel 1993, nella sede di Località Val Baciglio fraz. S.Grato. A causa di atti di vandalismo, fu spostato dove oggi sorge la sede della LIPU di Asti.
Progetto assiolo
L'Osservatorio ha avviato vari progetti, tra cui quello di indagare la presenza dell'assiolo nella provincia di Asti, per censirne il numero, calcolarne la densità e, parallelamente, indagare quale sia il suo habitat preferenziale, all'interno del loro territorio.
Come ogni anno a questo Centro Recupero Fauna selvatica conferiscono numerosi esemplari di giovani assioli trovati a terra, per essere usciti dal nido troppo precocemente,e quindi trasportati da singoli cittadini o dal servizio di guardia provinciale di Asti ed Alessandria. Dopo alcuni giorni di alimentazione forzata, gli assioli sono trasferiti in una voliera di piccole dimensioni e successivamente in una più ampia, per la loro completa riabilitazione prima di essere liberati.
Dove: Case Doglioni, 14016 Tigliole d'Asti(AT)
Apertura al pubblico: su prenotazione tutti i giorni, dalle 15,00 alle 18,00. Liberamente sabato e domenica, stesso orario, da giugno a settembre. I volontari Lipu possono fornire ulteriori informazioni e indicazioni contattando il Centro.
Come arrivare: è a 15 km. dalla città di Asti, in direzione Torino. E' raggiungibile con auto privata o mezzi pubblici. In particolare le stazioni ferroviarie di San Damiano e Baldicheri distano 2 km dal Centro.
Sito web: www.lipuat.com
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono/Fax: 338.9320815 – 347.2425611
Responsabile: Guido Giovara