Quando l'autunno chiama, in montagna cala il silenzio. Lo si percepisce camminando nei boschi, tra la nebbia che, scivolando tra i rami degli alberi, dona un senso di mistero: tutto riposa, ed è in questa staticità che i colori sgargianti delle foglie catturano l'attenzione.
Siamo nella stagione dove gli alberi, poco prima del gelo invernale, si tingono di sfumature, diventando simili a nuvole cremose. In realtà questi sono i colori autentici delle foglie, perché il verde che vediamo in estate dipende dalla clorofilla, un pigmento che ha la capacità di assorbire la luce, proprietà fondamentale per la fotosintesi, ma che maschera anche gli altri pigmenti colorati delle foglie.
Tra le tante riserve naturali presenti nei nostri territori, vi è un posto speciale, non solo per la bellezza paesaggistica, ma anche per le antiche e affascinanti storie e tradizioni che ancora persistono nella zona, parlo della Riserva Naturale del Mont Mars in Valle d'Aosta, scoperta da poco, durante un interessante cammino da Fontainemore al Colle della Balma.
Da Fontainemore al Colle della Balma, un sentiero maestoso
Il percorso ha inizio nel comune di Fontainemore, dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio di Pian Courmarial, è consigliato seguire il sentiero 2E, per il Rifugio della Balma. Superato un fitto bosco di castagni, ontani e faggi, in circa venti minuti, si arriva ai piedi del monte dell'Alpe Crest, una zona panoramica, dove la vista può vagare libera sull'orizzonte, in uno sguardo sospeso sulle cime. Ripreso il cammino, a un certo punto, si arriva a un bivio, ma invece di seguire le indicazioni per il rifugio sulla destra, è preferibile scendere verso il Lago Vargno, evitando un tratto di sentiero esposto, gestito da corde fisse.
La diga Vargno è un un ampio specchio d'acqua, fu costruita nel 1916 da una società che intendeva sfruttarla a fini idroelettrici, successivamente, a causa di scarse garanzie di tenuta, il muro fu inciso per lasciare defluire le acque e riportarle al loro livello naturale.
Dalle sue sponde si possono ammirare le cime intorno che, sospese sulle nostre teste, sembrano ricoperte di una luce dorata, e ci danno l'idea come di una promessa, quanto meno ci suggeriscono impressioni positive, davanti la meraviglia è impossibile credere che la bellezza un giorno verrà cancellata, essa, pare convincerci che continuerà a esistere, agganciata al corso delle cose. Dopo una doverosa pausa, lasciato il lago, il percorso continua su una mulattiera lastricata che, dopo circa un' altra ora, conduce al bellissimo Lago Long. Lasciato alle nostre spalle anche questo piccolo specchio d'acqua luminoso, si riprende a salire, fino a oltrepassare sulla sinistra uno spettacolare sperone roccioso, che assomiglia a un gigante che osserva il vuoto, oltre il quale, dopo poco, si arriva al ripiano del Lago della Balma, a quota 2.022 metri, dove si trova anche l'omonimo rifugio, circondato da un altro laghetto.
Il luogo è meraviglioso, ma non è la nostra meta di oggi, per arrivare al Colle della Balma, la salita continua, su una pietraia lunare, dove variegate pietre bellissime e colorate, di ogni grandezza e forma, accompagnano il cammino, fino al colle, a quota 2.261 metri, dove si trova una croce e un piccolo bivacco, posto sulla linea di confine tra Valle d'Aosta e Piemonte.
Il Colle della Balma, dove la terra incontra il cielo
Il Colle, spartiacque fra il Biellese e la Valle d'Aosta, è un luogo di sconfinata armonia e Bellezza, dove la Terra incontra il Cielo. Si presume che, verso la fine V secolo a. C. proprio da qui passarono i galli celti per arrivare in Piemonte.
Dopo di allora, il passo fu costantemente frequentato dai commercianti, poiché costituiva il percorso più breve per il trasporto del sale dalle miniere della Valle d'Aosta. Ma anche i pellegrinaggi spirituali non mancarono, essi risalgono alle più antiche tradizioni della devozione cristiana in territorio alpino, tra cui quella degli abitanti di Fontainemore che, per scongiurare il paese valdostano da catastrofi come le pestilenze, la siccità, le alluvioni e altre possibili disgrazie, in passato, come ancora oggi, ogni cinque anni, attraversavano a piedi il Colle per raggiungere l'antico santuario di Oropa. Un rito molto antico, tanto che la manifestazione viene citata già su alcuni documenti risalenti Cinquecento.
Oltre il colle, verso altre vie, altre destinazioni
Dal Colle vi sono altri itinerari, come l'anello che porta al Monte Camino, la seconda cima del biellese. Per percorrere tutto il percorso ad anello, andata e ritorno, serve circa un'ora e mezza. Vi si accede risalendo, alla sinistra della croce, una ripida cresta rocciosa a gradoni.
Superati i primi metri, il sentiero serpeggia su una cresta meno esposta, fino a un altopiano erboso, dopodiché si ricomincia a salire fino alla base di una piccola parete rocciosa, al di là del quale si riconosce l'ultima cresta pietrosa che conduce in vetta al Camino.
Sebbene la quota del Monte Camino non sia particolarmente elevata, essa si trova a 2.388 metri, la sua posizione lo rende un punto panoramico eccezionale in tutte le direzioni.
Innumerevoli le cime da qui riconoscibili, tra cui il Gran Paradiso, il Cervino, l'intero massiccio del Rosa, tutte le Alpi Biellesi con il vicino Mucrone e la Colma di Mombarone e naturalmente il Monte Mars e la Pianura Padana. Qui si trova anche una rosa dei venti, dove sono segnalate le distanze con i monti e le città visibili più vicine. Per chiudere l'anello, si scende in direzione della Capanna Renata, un piccolo rifugio alpino, passando poi per il grazioso laghetto del Camino e risalire verso il Colle della Balma, nel punto in cui si ricongiunge il sentiero percorso all'andata.