FACCIAMO CHIAREZZA
L'affermazione "Fa troppo freddo per nevicare", in realtà, è un luogo comune: la neve si forma proprio nel momento che le temperature sono sufficientemente basse per far congelare l'acqua presente nell'atmosfera. Se fa troppo caldo, le precipitazioni si verificano sotto forma di pioggia anziché neve.
In generale, la neve si forma quando la temperatura dell'aria è sotto lo zero, ma anche altri fattori, come l'umidità e la pressione atmosferica ne influenzano la formazione.
A tal proposito, per una trovare una spiegazione scientifica, abbiamo chiesto un aiuto al dott. a Daniele Cat Berro, redattore della rivista "Nimbus" e giornalista pubblicista, che da anni si occupa di analisi di serie climatiche storiche, attualità meteo-climatica e campagne di monitoraggio dei ghiacciai sulle Alpi.
Il detto "se fa troppo freddo non nevica" deriva da una comprensione errata delle condizioni meteorologiche, anche se ha un fondo di verità. Sovente l'aria fredda che arriva in inverno sulle nostre pianure fluisce prevalentemente dalle zone asiatiche e siberiane che sono prive di umidità a clima continentale, dunque è povera di umidità. Ecco perché le notti più fredde sono anche quelle più serene. Inoltre, l'aria fredda - indipendentemente dalla regione d'arrivo - è in grado di contenere meno acqua allo stato di vapore.
Tuttavia, qualora una massa di aria anche molto fredda - con temperature di molti gradi sotto lo zero -scorra sopra di una superficie marina o lacustre che le cede vapore acqueo, questa è in grado di causare grandi nevicate. E' quando accade a esempio con il "Lake-Effect Snow" presso i Grandi Laghi americani: aria gelida dal Canada scorre sopra questi grandi specchi d'acqua, e d'inverno produce abitualmente imponenti bufere di neve sulle rive opposte, in località come Buffalo e Syracuse, nello stato di New York. Su scale più piccole, un fenomeno analogo accade in Italia con l'aria fredda in arrivo dai Balcani che, caricatasi di umidità sopra l'Adriatico, genera nevicate abbondanti sui versanti orientali dell'Appennino, qui anche con il contributo del sollevamento orografico imposto dai rilievi montuosi. Dunque: no. non fa troppo freddo per nevicaare, dipende dal "rifornimento" di vapore acqueo disponibile!
La perturbazione, per provocare pioggia o neve, deve arrivare da zone di grandi laghi o dal Meditteraneo, cosicché l'aria possa caricarsi di umidità. Il problema è che, l'umidità, a sua volta, rende l'aria più mite, e, siccome nell'ultimo secolo il cambiamento climatico ha innalzato la temperatura di un paio di gradi, si avrà sempre meno neve in pianura.
In Valpadana le condizioni più favorevoli a nevicate si verificano quando, dopo un'irruzione di aria fredda da Nord, Nord-Est o Est, giunge una perturbazione atlantica o mediterranea con aria più temperata e umida. In questo caso, se l'aria all'interno del "catino" padano rimane a temperature prossime o sotto o° C lungo tutta la colonna d'aria fino al suolo, la neve può cadere fino in pianura. Per ribadire che "non fa troppo freddo per nevicare", la tormenta di neve del 10 febbraio 1956 a Torino e dintorni (20 cm di manto) avvenne con temperature di - 8. Semmai, dato il netto aumento delle temperature medie invernali (oltre 2°C in più nell'ultimo secolo), è sempre più frequente che a basse quote cada pioggia, anziché neve.
Secondo uno studio di Michele Bozzoli e colleghi, pubblicato sulla rivista "Nimbus" sull'International Journal of Climatology, nella regione alpina in un centinaio di anni le quantità di neve fresca si sono mediamente ridotte di un terzo, e si sono perfino dimezzate su gran parte del Nord Italia.
Nel complesso, la causa principale della diminuzione della neve fresca va ricercata non tanto in minori precipitazioni invernali (pioggia e neve fusa), le quali al contrario sono leggermente aumentate a lungo termine nei settori Sud-Ovest e Nord delle Alpi, quanto in un aumento delle temperature medie.
Mentre le tendenze delle precipitazioni complessive e delle temperature sono relativamente omogenee alle diverse quote delle Alpi, quella della neve fresca è fortemente dipendente dall'altitudine: nevica meno soprattutto alle quote di bassa montagna e in pianura, dove le temperature (di solito, durante le precipitazioni invernali, già vicine al punto di fusione, 0 °C) sono un elemento molto critico per la conservazione dei fiocchi fino al suolo, e il marcato aumento termico degli ultimi decenni ha sempre più spesso trasformato in pioggia le nevicate, divenute ormai rare ed esigue in particolare nelle pianure del Nord Italia.
Insomma, senza ombra di dubbio, ormai in pianura fa quasi troppo caldo per nevicare ! Tanto che a Torino la quantità media di neve fresca è passata dai 50cm/anno del periodo 1787-1989, ad appena 16 cm/anno del periodo 1990-2024, una riduzione del 70%.
Allora qual'è condizione ideale per la neve?
- Temperatura dell'aria: in generale, la neve si forma quando la temperatura dell'aria è intorno o sotto lo zero (può nevicare anche con meno 40!).
- Umidità: Se l'aria è estremamente fredda, arriva da zone prive di grandi mari, quindi senza umidità. In caso di freddo intenso e secco, l'aria non riesce a generare cristalli di ghiacci necessari per la formazione della neve.
Per concludere, affinchè nevichi:
- E' necessario che si verifichi un irruzione di aria molto fredda, come spesso arriva dalla Russia, che porterà a notti serene ma con molti gradi sotto lo zero.
- Successivamente, una perturbazione dal Mediterraneo, carica di umidità, che passando sopra l'aria fredda, farà nevicare.
Per info: http://www.nimbus.it/