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Il bracconaggio in Piemonte e in Italia

Oltre cinquecento infrazioni registrate dalle Forze di Polizia e più di trecento persone denunciate, soltanto in Piemonte, negli ultimi sette anni

  • Redazione
  • Ottobre 2016
  • Giovedì, 13 Ottobre 2016
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Il bracconaggio in Piemonte e in Italia

Questi sono i dati relativi al bracconaggio nella nostra regione che emergono nell'indagine recentemente presentata da Legambiente sulla base di due gruppi di dati: i primi relativi, alle sole infrazioni contro la fauna selvatica, ricevuti da tutte le Forze di Polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Corpi Forestali Regionali, Polizie Provinciali) per la stesura del Rapporto Ecomafia. Il secondo gruppo riguarda, invece, i dati degli ultimi quattro anni, sempre su base regionale e provinciale, trasmessi dalle Procure (Procure delle Repubbliche presso i Tribunali e Procure presso i Tribunali per i Minorenni) all'associazione nazionale LAV ai fini della redazione del Rapporto Zoomafia.

In Italia negli ultimi sette anni, dal 2009 al 2015, ogni giorno sono state registrate 20 infrazioni contro la fauna selvatica, denunciate 16,5 persone ed effettuati quasi 7 sequestri. Campania, Sicilia, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono registrate più infrazioni, mentre tra le province la maglia nera va a quelle di Napoli, Roma, Bari, Palermo, Reggio Calabria, Salerno, Foggia e Brescia. Per quanto riguarda i reati di bracconaggio (articolo 30 della legge 157/92), nei quattro anni dal 2012 al 2015, ogni giorno sono stati avviati 2,5 procedimenti contro noti, indagate 3,2 persone ed è stato aperto 1 procedimento contro ignoti. Le regioni dove sono stati registrati il maggior numero di procedimenti e di persone indagate per reati da articolo 30 della legge 157/92 sono state: Lombardia, Campania, Calabria e Sardegna, mentre tra le province la maglia nera va a quelle di: Brescia, Cagliari, Reggio Calabria, Bergamo, Napoli, Roma, Salerno e Macerata.

La 'maglia nera', dunque, non spetta al Piemonte che però ai dati iniziali deve aggiungere 270 sequestri, 48 persone indagate e 23 denunce contro ignoti, sempre negli ultimi sette anni.

Il fatto che, in quasi la metà delle Regioni italiane, si registri un reato al giorno contro la fauna conferma il giustificato allarme sociale che il fenomeno suscita, e il gravissimo impatto che genera sugli animali selvatici.

Bracconaggio e commercio illegale di specie animali protette sono alcuni dei reati più diffusi in Italia ai danni degli animali e per questo, diventa urgente un adeguamento della tutela legislativa, che oggi fa ricadere tali reati tra i cosiddetti "minori", così come il rafforzamento della vigilanza e il coinvolgimento dei differenti attori istituzionali territoriali per fermare i bracconieri e le illegalità.

A farne le spese, soprattutto in Abruzzo, sono soprattutto orsi e lupi, e rari rapaci, nonostante sia considerata la regione più verde del nostro Paese, con i suoi tre parchi nazionali, un parco regionale e 38 oasi e riserve regionali e statali.

Ma è proprio grazie ai parchi naturali - ovvero più di 14.500 chilometri quadrati per una superficie di poco inferiore alla Calabria che aumenta se si aggiungono le riserve regionali e i siti di Rete Natura 2000, fino ad arrivare al 22% del territorio nazionale – che il nostro Paese ospita oltre il 55mila specie animali (il 30% di quelle europee) e più di 7.500 specie vegetali (cioè il 50% di quelle europee).

Per saperne di più

http://www.legambiente.it/i-dati-del-bracconaggio-in-italia

 

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