Il territorio è una porzione di superficie terrestre, mentre l'ambiente è un insieme di entità, viventi e non, che interagiscono tra loro a livello fisico, chimico e biologico, alla ricerca costante di un equilibrio.
Il paesaggio comprende in sé sia il concetto di territorio che quello di ambiente e viene percepito dall'uomo in molti modi diversi a seconda del valore che gli viene riconosciuto (ad esempio un valore naturalistico, economico, storico, culturale...).
Il valore paesaggistico si compone di valori soggettivi, diversi per ognuno di noi, e di valori collettivi, quali il valore ambientale, turistico, storico, culturale ed estetico; quest'ultimo è connesso alla bellezza dei luoghi e si collega alle origini della parola "panorama", composta da pan- "tutto" e hórama "vista".
Il paesaggio, quindi, è un concetto eterogeneo che tocca ambiti anche molto differenti e necessita di essere definito per poter intraprendere delle azioni di tutela.
La Convenzione europea del paesaggio
I rappresentati politici europei hanno lavorato insieme per assegnare al paesaggio una sua definizione univoca: "Il paesaggio è una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni", come riporta l'articolo 1 della Convenzione europea del paesaggio, siglata a Firenze nel 2000.
Con questa formulazione e con quanto espresso fin dal Preambolo del documento vengono riconosciute al paesaggio le sue funzioni culturali, ecologiche, ambientali e sociali e di conseguenza anche il ruolo che riveste ai fini del benessere individuale e sociale, per una migliore qualità della vita delle popolazioni. Si pone, inoltre, particolare attenzione sull'uomo e la sua percezione del paesaggio.
L'uomo non è solo spettatore, ma è anche artefice del paesaggio perché, direttamente o indirettamente, lo plasma. Per questo motivo, in quanto diritto e responsabilità di ciascun individuo, si devono individuare e rispettare delle buone pratiche per la salvaguardia, la gestione, la pianificazione e la tutela del paesaggio a livello nazionale, europeo e mondiale .
La tutela nazionale
Nel 1939 venne emanata la Legge 1497 "Protezione delle bellezze naturali", che aveva come obiettivo la tutela del paesaggio in senso spiccatamente estetico, e assumeva come oggetto delle misure di protezione singoli beni puntuali (come singolarità geologiche, ville parchi e giardini) e complessi di beni (come centri e nuclei storici, punti e percorsi panoramici). Gli strumenti identificati per la tutela erano rappresentati dal vincolo paesaggistico e dal piano paesaggistico.
Il piano territoriale paesaggistico è simile a uno strumento urbanistico, che concentra l'attenzione sui valori ambientali e paesaggistici (fig.2). Il piano è composto da un corpo normativo e da una cartografia, con la quale vengono identificate le aree alle quali vengono applicate le disposizioni. Ulteriori indicazioni sui contenuti e le modalità di elaborazione dei piani paesaggistici sono contenute nel "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" (decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004), che ha in gran parte recepito il dettato della legge del 1939. Nel Codice, il patrimonio culturale è riconosciuto come formato dall'insieme di beni culturali e beni paesaggistici, ed è evidenziato come la relazione tra questi due aspetti concorra alla definizione del paesaggio .
Anche la Costituzione italiana, nell'articolo 9 comma 2, si è chiaramente espressa in favore della tutela del paesaggio, insieme al patrimonio storico e artistico della Nazione. Una simile affermazione pone a tutti gli effetti il paesaggio al centro del patrimonio identitario della democrazia nascente. Nel febbraio 2022, non senza polemiche, l'articolo è stato modificato per affiancare, alla tutela paesaggistica, la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nell'interesse delle generazioni future.
La tutela europea
La già citata Convenzione europea del paesaggio ha l'obiettivo di promuovere presso gli Stati dell'Unione l'adozione di politiche e di provvedimenti atti a salvaguardare, gestire e pianificare i paesaggi europei.
Grazie a questa Convenzione, non solo è stata fornita una definizione di paesaggio connessa alla percezione di chi lo abita, ma viene riconosciuto come componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dall'Europa. Il paesaggio, quindi, coopera all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una fonte di benessere importante per il cittadino europeo.
La tutela mondiale
L'UNESCO, l'agenzia specializzata dell'ONU che gestisce in senso ampio la cultura nel mondo, ha presentato nella sua 17° conferenza generale del 1972 la World Heritage Convention, approvata in Italia nel 1977. La Convenzione si fonda sul principio che il patrimonio culturale e naturale è un bene inestimabile e insostituibile, non solo per ogni nazione, ma per l'umanità intera; così, la sua perdita o il suo deterioramento rappresenterebbe un impoverimento per tutti i popoli del mondo. Alcune componenti puntuali di questo patrimonio, in virtù delle loro eccezionali qualità, possono essere considerate di valore universale eccezionale (Outstanding Universal Value) e in quanto tali sono meritevoli di una protezione speciale contro gli eventuali pericoli che potrebbero minacciarne la sopravvivenza.
L'Italia, con i suoi 55 siti riconosciuti "Patrimonio mondiale dell'Umanità", è il Paese che detiene il maggior numero di beni la cui importanza è riconosciuta a livello mondiale. Di questi, cinque sono siti naturali (Isole Eolie, Etna, Monte San Giorgio e Dolomiti), a cui si possono aggiungere due beni coincidenti con aree di rilevanza naturale: il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e il Parco nazionale delle Cinque Terre.
Non mancano i siti il cui riconoscimento si deve proprio all'eccezionalità del paesaggio. Si pensi a un paesaggio culturale, stratificato nel tempo, prodotto della secolare integrazione tra natura e lavoro dell'uomo, che ha dato origine a una estesa viticoltura, caratteristica inconfondibile delle colline centrali del Piemonte e i cui prodotti sono ambasciatori della regione nel mondo. Stiamo parlando dei "I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato", il cui riconoscimento a Patrimonio mondiale ha da poco compiuto un decennio.
E in Piemonte?
Nel 2017, la Regione ha approvato il Piano paesaggistico regionale (Ppr), che definisce le politiche per la tutela e valorizzazione dei nostri paesaggi. Per poter fornire le più efficaci indicazioni normative, il Piano ha avuto prima di tutto bisogno di un approfondito lavoro conoscitivo: il territorio regionale è stato suddiviso in 76 Schede degli Ambiti di paesaggio. In ogni scheda sono descritti il contesto territoriale, le specificità in merito agli aspetti storico-culturali e le principali dinamiche in atto che possono comportare impatti sul paesaggio. Gli Ambiti sono raggruppati in 12 Macroambiti di paesaggio, ossia dei raggruppamenti di paesaggi accomunati dalle caratteristiche fisiche prevalenti, costruendo così una mappatura identitaria . Maggiori dettagli sono contenuti nel fascicolo illustrativo pubblicato dalla Regione Piemonte.
Per approfondimenti:
Paesaggio, una storia lunga un secolo (Piemonte Parchi, 1° dicembre 2022)