A 100 anni dall'istituzione dei primi parchi nazionali in Italia, il Gran Paradiso e il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise, il convegno ha inteso essere un momento di riflessione e confronto sull'emergenza climatica in corso e su come i parchi possano dare risposte di mitigazione e adattamento, innovando strumenti e strategie di gestione.
I partecipanti hanno potuto ascoltare gli interventi di Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico, cheha affrontato il tema dei cambiamenti climatici e del ruolo che possono avere le Aree protette; Giuseppe Bogliani, professore di zoologia Università di Pavia, ha illustrato il tema della conservazione legato ai molteplici aspetti del cambiamento ambientale in atto; Maurizio Dematteis e Caterina Gromis di Trana, entrambi giornalisti e collaboratori di Piemonte Parchi sono intervenuti, il primo sull'apporto socio economico che i parchi naturali possono dare al territorio locale mentre, la seconda, sull'importanza della divulgazione naturalistica e scientifica. Dulcis in fundo, il teologo Vito Mancuso, ha svolto una sorta di lectio magistralis sulla bellezza della natura.
A moderare l'incontro, Davide Demichelis, giornalista e documentarista.
Dagli interventi dei Relatori, cui è seguito un confronto con il pubblico intervenuto, ha preso spunto il proseguio del pomeriggio con alcuni Tavoli tecnici - su invito - con addetti ai lavori dei parchi che hanno affrontato temi quali: il monitoraggio scientifico utilizzato dalle aree protette per misurare i cambiamenti sull'ambiente e su flora e fauna; il turismo, quale possibile strumento dello sviluppo sostenibile; le attività socio-economche dei parchi e le relazioni che ne scaturiscono con le comunità locali; la comunicazione, strumento fondamentale per sensibilizzare il grande pubblico sui diversi temi legati alla conservazione e sui cambiamenti climatici in atto, nonchè in grado di influenzare le scelte politiche e amministrative; l'educazione ambientale, unico strumento potenzialmente in grado di generare un cambio culturale nei confronti delle nuove sfide che ci aspettano e con le quali, in realtà, ci stiamo già confrontando.
La sintesi degli elementi emersi e condivisi nei diversi Tavoli di lavoro costituirà l'ossatura della Carta dei parchi, documento di intenti che vorrebbe delineare suggestioni il futuro delle Aree protette in Italia.