La valle Orco immediatamente evoca il Parco nazionale del Gran Paradiso con le cime che raggiungono i quattromila metri di altezza, i ghiacciai scintillanti, una fauna e una flora ricchissima e varia. A farla da padrone però è il versante orografico sinistro, quello che offre dal punto di vista naturalistico e sportivo le maggiori emozioni; l'altro versante a torto è spesso ignorato. Sono queste montagne che offrono panoramicamente gli scorci migliori sul Gran Paradiso, gli antichi sentieri e le vecchie mulattiere che solcano questi versanti meritano di essere percorsi e maggiormente conosciuti. Locana è il centro principale della valle; il comune è estesissimo e novanta si dice siano le borgate e le frazioni che lo compongono anche se moltissime sono ormai disabitate e abbandonate. Un tempo c'era anche una cestovia che portava all'Alpe Carello e alla Cialma. Realizzata in pieno boom economico nei primi anni sessanta del secolo scorso è stata presto abbandonata. A Carello si sale adesso per una tortuosa stradina asfaltata che conduce a due brevi sciovie riattivate dopo anni di abbandono. Recentissimo è il centro polifunzionale che ospita anche l'ufficio del turismo, dove tra il molto materiale proposto si possono reperire alcune brochure artigianali che invitano a scoprire le particolarità del territorio locanese. Situato a poca distanza dall'abitato di Foere ai margini di una importante mulattiera, l'altare celtico ci rimanda a un lontano passato. Un grosso masso situato ai piedi di un ombroso castagno reca incise numerose coppelle. L'attribuzione ai Celti è suffragata solamente da congetture e/o supposizioni, considerando che quel popolo usava praticare i suoi riti in ambito naturale e che alle coppelle sono spesso attribuiti complessi significati difficili da dimostrare. Questo però non ci impedisce di lasciarci andare alla fantasia e immaginare druidi biancovestiti intenti a sacrifici cruenti con il sangue delle vittime che si raccoglieva nelle vaschette. Ci si arriva dal capoluogo attraversando il ponte e poi girando a sinistra lungo la strada che conduce all'area attrezzata "Nusiglie" dove conviene parcheggiare. A piedi si prosegue verso Foere e in vista delle case si lascia la carrozzabile per seguire il viottolo asfaltato che conduce alla chiesetta. In prossimità di un grosso masso si imbocca (cartello) il sentiero sulla destra. Si attraversa il prato e si entra nel bosco. Poco più avanti si giunge a una specie di terrazzo al cui margine destro è l'altare celtico. Il luogo è particolarmente suggestivo e pervaso da un atmosfera un po' magica. Il tempo per osservare le misteriose coppelle e i canaletti che li uniscono e si può scegliere se tornare indietro oppure continuare sulla mulattiera segnata che, superata una sorgente piega bruscamente a sinistra. Si raggiunge così una borgata abbandonata, oltre la quale si continua avvicinandosi al ruscello e aggirata sulla sinistra una bastionata, si sbuca in prossimità di un pilone votivo sulla carrozzabile per l'Alpe Carello. Si prosegue in salita e al primo bivio si seguono le indicazioni per Chironio. Si attraversa la borgata e si scende al suggestivo Ponte romanico. Superatolo si continua in discesa giungendo al secondo ponte. Lo si attraversa e poco oltre ad un pilone si va a destra per ritornare sulla strada carrozzabile nei pressi di Vernè. Il ponte di Vernè lo si può raggiungere dal basso seguendo le indicazioni del "Sentiero dei Ponti". Altra interessante passeggiata è quella che da Praie conduce alla casaforte di Pianit la cui costruzione risalirebbe ai secoli XVI e XVII . La mulattiera che vi sale in poco più di un'ora inizia nei pressi della chiesa e del campanile pendente, dove si trova una lastra rocciosa recante numerose coppelle, forse di origine preistorica, che potrebbe essere attinente a un luogo di culto e forse di sepoltura. Lungo il percorso si trovano diversi ripari sottoroccia e tracce delle antiche carbonaie. La casaforte presenta un notevole paramento in facciata realizzato mediante lastre litiche tagliate a forma di rettangolo. Attorno ci sono altre costruzioni, una vasca litica, e alcuni "crutin" per la conservazione del latte con acqua corrente scavati nella roccia. Volendo concludere con le curiosità litiche nei pressi di Locana, si può ancora cercare la "Pietra del diavolo", situata questa volta in sinistra orografica nei pressi di Montepiano. Si tratta di un grosso masso piatto di 20 x 10 m, alto 8 m con una grossa scanalatura a metà. Gli abitanti di Montepiano, incuranti del diavolo, pare la utilizzassero per battere l'orzo con il correggiato.
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L’altare celtico, i ponti romanici e gli altri sentieri di Locana
"Su le dentate scintillanti vette salta il camoscio, tuona la valanga da' ghiacci immani rotolando per le selve croscianti: ma da i silenzi de l'effuso azzurro esce nel sole l'aquila, e distende in tarde ruote digradanti il nero volo solenne". Giosuè Carducci, Piemonte
- Aldo Molino
- aprile 2010
- Giovedì, 15 Aprile 2010