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Le Grange che diventano parco

Bisogna percorrere la pianura risicola del Po per scoprire le Grange. Il nome deriva dal termine latino granica, da cui il francese granche, granaio, che i monaci utilizzavano per indicare la parte abitativa non solo gli spazi agricoli. Oggi una porzione della grangia di Pobietto è sede del Parco del Po vercellese alessandrino. 

  • Raffaella Amelotti
  • Giugno 2020
  • Giovedì, 4 Giugno 2020
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Paesaggio attorno alla grangia | Foto Arc. Aree protette del Po vercellese Paesaggio attorno alla grangia | Foto Arc. Aree protette del Po vercellese

 

Le grange sono cascine a corte chiusa sviluppate attorno all'abbazia di Lucedio, una vera potenza all'interno del marchesato del Monferrato, a partire dal XII secolo, per volontà dei monaci cistercensi francesi.

Il complesso monastico fondato nel 1123 dai cistercensi di La Ferté sui terreni donati dal marchese Ranieri I degli Aleramici presso Trino, ha visto il suo ruolo di azienda agricola in continua espansione per i tre secoli successivi, grazie all'organizzazione del lavoro.

La gestione agricola delle grange si è mostrata vincente rispetto a quella delle cascine legate ai feudi, sfruttate ma abbandonate a loro stesse dai proprietari, pronti solo a riscuotere le rendite.

La sussistenza dei coloni legati al sistema dell'abbazia dipendeva esclusivamente dal loro lavoro: questo uno dei motivi del successo di questo tipo di conduzione agricola che al sistema centrale di organizzazione affianca l'autonomia delle realtà periferiche.

Il sistema di cascine che prende il nome di "Grange di Lucedio" include Montarolo, Montarucco, Leri, Darola, Castelmerlino, Ramezzana e Pobietto, tutte comprese entro una giornata di cammino dalla centrale abbazia, per consentire ai conversi di recarsi in chiesa la domenica e per ragioni più pratiche legate al controllo dell'attività.

Un paesaggio mutato

Ma partiamo dall'inizio. Com'era la pianura padana prima dell'insediamento dei monaci?

Era un paesaggio caratterizzato da foreste e zone paludose, su cui i frati sono intervenuti con azioni di disboscamento e bonifica. La regola monastica prevedeva che i nuovi conventi venissero edificati su aree remote e incolte, in deserta, in modo da favorire il raccoglimento e la preghiera e di avere a disposizione appezzamenti da bonificare e coltivare. La scelta del sito era attuata anche in funzione della presenza di un fiume da utilizzare per la navigazione, per la pesca, per l'allevamento e l'irrigazione dei terreni. E' questo, ad esempio, il caso della Grangia di Pobietto, edificata nel comune di Morano sul Po, a pochi passi dal fiume, e ad esso ancora oggi molto legata.

I ruoli dei monaci dell'abbazia erano ben distinti: a capo dell'organizzazione monastica era il priore, da cui dipendeva l'organizzazione dei subordinati.

Il lavoro agricolo era svolto dai conversi, fratelli laici, che in gran numero prestavano la loro opera al servizio delle abbazie consentendone il massimo sviluppo agricolo.

La ricerca di un lavoro proficuo, in un'epoca in cui iniziava la crisi dell'antico sistema feudale, ha spinto molti contadini a lavorare alle dipendenze delle organizzazioni religiose che erano in grado di garantire condizioni di vita migliori. I monaci apparivano più benevoli dei signori feudali nei confronti della classe contadina formata dai conversi, legati al monastero mediante voti ma pur sempre destinati ai soli lavori manuali. I conversi in realtà potevano fruire solo degli spazi a loro destinati all'interno del complesso monastico ed erano esclusi da attività come lo studio e la lettura.

I cistercensi organizzano dunque il loro sistema economico intorno alle grange, che avevano il compito di ottenere il massimo rendimento dai terreni loro affidati. Quando la produzione delle grange supera il fabbisogno, il surplus viene commercializzato e gli utili reinvestiti nell'attività agricola.

Così si susseguono i giorni, anzi alcuni secoli nel complesso monastico di Lucedio, fino al 1457 quando viene trasformato in "Commenda", con diritto di patronato a favore di Teodoro Paleologo, figlio del Marchese del Monferrato e di Giovanna di Savoia. Nel XVIII secolo, l'abbazia viene secolarizzata da Papa Pio VI.

Alcune delle grange legate all'abbazia di Lucedio, nel frattempo, diventano di proprietà dell'aristocrazia fondiaria che le ristruttura e le amplia, mentre altre passano dalla giurisdizione demaniale a quella dell'Ordine Mauriziano come è avvenuto alla Grangia di Pobietto, ora di proprietà dell'ASL di Vercellli.

La sua edificazione risale alla fine del 1100, e, ancora oggi si possono osservare alcuni elementi originali. La Torre Porta e una porzione di muro con una ghiera a ogiva sono di età medioevale, mentre nel territorio circostante, negli anni Novanta, furono portati alla luce importanti reperti archeologici e testimonianze di un villaggio risalente addirittura all'Età del Bronzo.

Le Grange sede del parco

Nel maggio 2012, a seguito di un importante intervento di ristrutturazione, una porzione della grangia è diventata sede dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino: l'antica stalla è ora una moderna sala conferenze e al piano superiore un ampio locale ospita il laboratorio didattico.

Ma Pobietto è un articolato complesso di edifici, la maggior parte dei quali hanno conservato la loro funzione connessa alle attività risicole.

Nel corso dei secoli si sono succeduti gli interventi di ristrutturazione o di nuova edificazione: è del XVIII secolo la chiesa dedicata a San Nicolao, attribuita all'architetto Scapitta. Mentre di più recente edificazione i dormitori delle mondine, costruiti al di fuori del perimetro originario, ospitano il "Museo della Civiltà Risicola e dell'Ambiente di Pianura" curato dalla famiglia Canepa. Guardando gli antichi attrezzi legati alla coltivazione del riso si fa un vero e proprio viaggio indietro nel tempo attraverso le tradizioni di un mondo risicolo oggi davvero diverso!

Utensili e macchine con ingranaggi in legno, manovelle in ferro forgiato, cinghie di trasmissione in cuoio, macine di pietra raccontano la storia del riso.

Spunto per una visita alla Grangia di Pobietto e al Museo della civiltà risicola e degli ambienti di pianura: https://www.youtube.com/watch?v=u4_8NEi_nzU 

Le grange sono argomento di grande attualità: lo scorso anno, la Regione Piemonte con la legge regionale n.11/2019 ha istituito il Parco naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange vercellesi.

E oggi sono le protagoniste del carnet de voyage edito da Edizioni Boreali, "L'Abbazia, il Bosco, il riso, nella natura del Parco delle Grange", la cui uscita è prevista nell'estate.

Il maestro della pittura en plein air, Lorenzo Dotti, con i suoi pennelli ballerini ci racconta la natura, i dettagli architettonici, il lavoro dell'uomo, elementi che in questo territorio sono inscindibili: l'uno caratterizza l'altro e insieme disegnano un paesaggio unico, quello della pianura risicola vercellese. 

 

Museo della civiltà risicola | Foto Aree protette del Po vercellese-alessandrino
Grangia di Pobietto | Foto Aree protette del Po vercellese-alessandrino
Torreporta | Foto Aree protette del Po vercellese-alessandrino

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