Situato tra il Lago Grande di Viso e il Lago di Costagrande, il rifugio è un comodo punto di partenza per salire la Via Normale (dal Passo delle Sagnette) e la Cresta Est (dal vicino Colle di Viso), tappa del famoso Giro del Viso. E' una delle strutture più antiche e frequentate delle nostre Alpi e ospita camminatori e alpinisti di ogni nazionalità che, con un po' di fortuna, possono incrociare sui sentieri che lo circondano stambecchi, camosci, marmotte e anche specie endemiche del Monviso, come la Salamandra Lanzai.
La storia del rifugio è strettamente intrecciata a quella dell'alpinismo italiano: il Monviso venne scalato per la prima volta dall'inglese William Mathews nel 1861, mentre due anni dopo, nel 1863, Quintino Sella (scienziato, politico e alpinista) guidò la prima cordata italiana sulla vetta; poco tempo dopo fondò il Club Alpino Italiano. E' invece del 1886 la costruzione del primo rifugio "Quintino Sella", così chiamato in suo onore, che fu oggetto di successivi ampliamenti e svariate vicissitudini, tra cui abbandoni e il devastante incendio del 1932. L'attuale struttura, situata sopra il Lago Grande di Viso, venne inaugurata il 23 luglio 1905 ed è in grado di ospitare fino a 80 persone.
Da notare come esista un omonimo, il Rifugio Quintino Sella al Felik, che può ingenerare confusione ma che in realtà si trova sul versante italiano del massiccio del Monte Rosa, a 3.585 metri di altitudine.
La struttura ai piedi del Monviso negli ultimi 47 anni è stata sempre gestita dalla famiglia Tranchero ed oggi sono Alessandro e Silvia a portarne avanti la tradizione.
Alessandro, innanzitutto quanto siete stati condizionati dalla pandemia e come va ora la vostra attività?
Per l'anno in corso siamo ottimisti, le prospettive sono buone anche se, non essendo ancora iniziata la stagione estiva, possiamo solo fare previsioni. La pandemia la stagione scorsa nelle ultime due stagioni ci ha molto penalizzati perché abbiamo dovuto ridurre del 40% la capienza dei posti letto, che di solito sono 93, e anche la ricettività dei posti sedere per chi consuma i pasti, che è scesa da 80 a 40 coperti.
Sul vostro sito, in un post datato 13 settembre 2021, informavate la vostra clientela della chiusura del rifugio a causa della mancanza d'acqua. Come gestite l'emergenza idrica?
In effetti in passato il rifugio chiudeva a fine settembre, certi anni anche ad ottobre, a meno che non arrivassero nevicate anticipate. L'anno scorso invece abbiamo chiuso già il 13 settembre per la mancanza d'acqua che è fondamentale per l'approvvigionamento energetico. Normalmente infatti produciamo l'energia elettrica che ci serve, in particolare per alimentare i frigoriferi, grazie a una centralina idroelettrica. Questo non è stato possibile e per ovviare abbiamo dovuto utilizzare un gruppo elettrogeno alimentato a gasolio. Si tratta però di una soluzione di emergenza che, oltre a comportare maggiori costi per il carburante, specie per il suo trasporto, non ci piace dal punto di vista ecologico perché è più inquinante. Per questo motivo abbiamo preferito chiudere in anticipo e speriamo che quest'anno non si ripresenti lo stesso problema anche se le premesse non sono buone per le scarse precipitazioni nevose di quest'inverno.
Come aderenti a Parchi da Gustare assicurate ai vostri clienti prodotti di qualità del territorio. Come riuscite a farlo, visto che vi trovate a quasi 3000 metri di altitudine, lontano dalle strade carrozzabili?
Il rifugio ha fatto la scelta di utilizzare le materie prime e servire prodotti locali da almeno 15 anni. La nostra posizione sicuramente ci penalizza per quanto riguarda la possibilità di offrire ai nostri clienti alimenti freschi. Per gli approvvigionamenti utilizziamo un servizio di trasporto con elicottero, che impone cicli di rifornimento distanziati per ottimizzare i suoi costi elevati. Ciononostante riusciamo a garantire ai nostri clienti prodotti genuini che provengono prevalentemente dal territorio come farine, formaggi, carni e salumi, vini e birre.
Per i vini ad esempio il nostro ristorante è dotato di una carta certamente ridotta rispetto ad un locale di pianura ma orientata specificatamente al territorio, anche nel saluzzese. Stesso discorso vale per altri prodotto come le farine, in particolare quella di mais, e la birra.
E' una scelta impegnativa, sarebbe certo più semplice proporre prodotti industriali a lunga conservazione, ma in questo modo garantiamo una maggiore qualità e valorizziamo la qualità dei prodotti del territorio.
Per informazioni:
CEMBRA S.a.s. di Tranchero Alessandro & C.
Via Belvedere 21 – 12034 Paesana (CN) – Italia
Telefono e fax: +39 0175 94943 Rifugio (dal 20 giugno al 30 settembre)
+39 0121 40534 Abitazione del custode (il resto dell'anno, si prega di chiamare in orario serale)
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: http://www.rifugiosella.it
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/rifugiosella/