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Stupinigi, dove volano le libellule

Nel territorio del Parco si è conclusa la prima indagine specifica sugli Odonati che ha permesso di censirne 22 specie,circa il 34 % delle 64 presenti in Piemonte e Valle d'Aosta

  • Dicembre 2015
  • Mercoledì, 9 Dicembre 2015
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Sympetrum depressiusculum
Specie considerata in forte declino in tutto il bacino del Mediterraneo e in Europa

 

Le libellule sono uno dei gruppi di insetti più antichi. Probabilmente esistono da più di 350 milioni di anni e i reperti fossili portano testimonianza di esemplari con un apertura alare fino a 75 centimetri. Dimensioni a parte, che si sono decisamente ridotte nel corso dei millenni, il loro aspetto è rimasto praticamente invariato, caratterizzato dalla presenza di grandi occhi che occupano quasi l'intera testa, dall'addome lungo e slanciato, dalla colorazione spesso sgargiante e soprattutto dalle ottime capacità di volo.

Oltre ad essere affascinanti, le libellule sono insetti importanti nelle reti trofiche; sono predatori in tutti gli stadi della loro esistenza ponendosi quindi in cima alla catena alimentare degli habitat frequentati e regolandone l'entomofauna. Questa caratteristica rende tutti gli Odonati ottimi indicatori biologici della qualità dell'ecosistema degli ambienti umidi.

La riduzione e alterazione delle zone umide di pianura, che costituiscono gli ambienti naturali idonei ad ospitare questi insetti, ne ha causato un drammatico declino, tanto che l'osservazione delle libellule è diventata un evento sempre meno comune. Risulta evidente come negli ultimi decenni, l'intensificazione delle attività agricole e dei fenomeni di urbanizzazione abbia portato alla scomparsa di zone umide naturali quali torrenti, paludi e stagni, che sono stati canalizzati, bonificati ed interrati causando così una massiccia diminuzione delle popolazioni di libellule, sia in termini di quantità che di numero di specie. Inoltre l'uso di fertilizzanti, di erbicidi, la presenza di rifiuti liquidi e solidi hanno determinato un depauperamento della qualità delle acque dove le libellule trascorrono gran parte della loro esistenza allo stadio larvale, che può durare anche diversi anni.

Per cercare di fermare il costante declino di questi insetti è quindi necessario proteggere gli ambienti in cui essi vivono.
Fra questi è di particolare interesse il Parco Naturale di Stupinigi, riconosciuto come Sito di Importanza Comunitaria per la presenza di boschi che rappresentano una delle poche testimonianze delle originarie cenosi forestali della Pianura Padana. Nel territorio del Parco si è conclusa lo scorso anno la prima indagine specifica sugli Odonati, uno studio di grande importanza perché contribuisce all'approfondimento delle conoscenze in ambito naturalistico di un'area protetta tra le più frequentate dal pubblico e storicamente più importanti della Regione Piemonte.
I dati raccolti dai ricercatori Giovanni Soldato e Giacomo Assandri risultano oltremodo preziosi anche nell'ottica della futura predisposizione del Piano di Gestione del SIC di Stupinigi e per il monitoraggio e la tutela di specie e ambienti previsto dalla Direttiva 92/43 Habitat CEE.
Lo studio ha permesso di censire 22 specie di Odonati, che rappresentano circa il 34 % delle 64 specie ritenute presenti nella regione Piemonte e Valle d'Aosta (Boano et al., 2007).

Particolarmente rilevante è risultata la presenza di Sympetrum depressiusculum, libellula considerata in pericolo secondo la Lista Rossa nazionale poiché in forte diminuzione in gran parte del suo areale, e presente nel territorio di Stupinigi con una discreta popolazione.
Interessanti anche le osservazioni di Sympetrum meridionale, specie segnalata con scarsa frequenza in Piemonte e per la quale il Parco rappresenta una nuova stazione di presenza in ambito regionale, così come per Phyrrosoma nymphula, specie più diffusa nella regione ma prima d'ora mai riscontrata nel territorio del Parco.

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