A vederlo affiorare così roseo e indifeso, ingarbugliato nei giorni di pioggia, fa quasi tenerezza. "Nudo come un verme" si dice, no? Eccolo lì a contorcersi, tagliato da una zappa, becchettato dai merli. Il suo sembra un destino ingrato - passare il tempo sottoterra e strisciare - invece il lombrico ha un'essenza molto più complessa di quanto la calunniosa superficialità del genere umano lasci intendere.
Può autofecondarsi e mangia di tutto, intanto, inoltre - scusate se è poco - è molto utile agli altri. Certo uno stormo di falchi, una flottiglia di delfini o un branco di leoni hanno un impatto scenografico diverso, ma cosa volete, ci vuole di tutto per fare un mondo.
Il lombrico è uno degli esempi più raffinati dell'evoluzione di microrganismi specializzati, uno dei primi gradini verso la creazione di organismi complessi come gli esseri umani. Che peraltro, a modo loro, in molte occasioni non sono meno complicati e contorti.
Quando piove i lombrichi escono dalla terra esponendosi alla disidratazione: se non rientrano, il sole e l'aria asciugano la loro pelle e rischiano di morire. Forse lo fanno per prendere una boccata d'aria: non hanno i polmoni ma assorbono l'ossigeno attraverso la pelle. l lombrichi, tra le loro capacità, hanno anche quella di distinguere il buio dalla luce, con cellule fotorecettrici sul capo; sul corpo hanno cellule specializzate per il tatto, per distinguere la terra dalle pietre, e hanno muscoli per muoversi e setole anti-scivolo.
Dio o il Grande Stregone (come diceva Henry Miller) li ha pensati proprio bene.
L'arte di far crescere i fiori... e di cavarsela quasi da solo
L'autunno, tempo di piogge, di fango e di umidità, è dunque anche stagione di lombrichi. Quelli adulti scavano nel terreno gallerie lunghe 2-4 metri, strisciano inghiottendo il terriccio e digerendone le componenti organiche. Per questo svolgono un ruolo molto importante nell'aerazione dei terreni e nella formazione dell'humus. Sul lato superiore del canale digerente possiedono una piega, detta tiflosole, che permette un miglior rimescolamento del terriccio e che fornisce una superficie maggiore per l'assorbimento delle sostanze nutritive.
Il concime naturale che rende di più - l'autunno è anche tempo di concimazioni - è proprio l'humus di lombrico - ottimo per migliorare la flora batterica del terriccio da piante ornamentali - che rimane attivo durante tutta la stagione invernale; innamorati e amanti dei fiori dovrebbero essere grati ai lombrichi, così come gli amanti della tequila dovrebbero essere riconoscenti verso i pipistrelli, visto che sono i principali impollinatori dell'agave, pianta da cui viene prodotta la bevanda. Ringrazia un pipistrello, per il tuo prossimo margarita! Niente pipistrelli, niente tequila.
Con i lombrichi la terra diventa più leggera e fertile: grazie a loro riceve più acqua e aria, fa crescere più rigogliose le piante. Loro mangiano di tutto anche se non hanno denti (vetro, pietre, sostanze vegetali o animali): dirty job, qualcuno dovrà farlo. Risucchiano le sostanze nutritive e poi la espellono sotto forma di humus.
Ora che è autunno i lombrichi si riproducono. Essendo ermafroditi "insufficienti" hanno sia l'organo riproduttore maschile che quello femminile, si trovano in segmenti diversi. Un ispessimento detto clitello, ricco di ghiandole mucipare, permette l'adesione dei due individui, che si accoppiano disponendosi in versi opposti.
I due "maschiofemmina" o "femminomaschio" - nessuna discussione di genere, molto trendy, no? Un po' come i bonobo, che non fanno troppe differenze gay o etero o altro - s'intrecciano in posizione opposta; dall'organo genitale maschile escono gli spermi che entrano nell'orifizio genitale femminile e viceversa. Voilà, la doppia fecondazione è avvenuta.
La maturità sessuale arriva a 70-90 giorni dalla nascita, in circa un anno in condizioni ottimali un lombrico può produrre una ottantina di capsule che corrispondono a circa 1.000-1.500 piccoli lombrichi. Le capsule sono involucri gelatinosi di forma simile ai vinaccioli dei chicchi d'uva, prodotti dopo 4-7 giorni dal momento dell'accoppiamento e contengono dalle 4 alle 20 uova. Dopo 14-20 giorni di incubazione nel terreno la capsula si indurisce e i piccoli lombrichi che hanno raggiunto la maturazione nascono rompendolo.
Una lunga vita senza troppe scelte, in una beata smemoratezza
Lunga vita al lombrico, allora. Non ha ali, né occhi, né zampe, se lo tagli in certi punti si rigenera e in condizioni ottimali non mostra ossidazione e invecchiamento: potrebbe teoricamente vivere per sempre (di fatto un individuo sopravvive per una decina d'anni).
Certo, come scrive Bernd Heinrich in La mente del corvo (Adelphi), probabilmente gli mancano l'esperienza soggettiva e le emozioni, che altri animali possiedono, e non deve fare scelte complesse, non troppi ragionamenti: "Un lombrico che si contorce non necessariamente sente dolore", scriveva l'etologo "e una falena in cerca di un compagno probabilmente agisce senza alcuna consapevolezza". "Il dolore - aggiunge - ha una funzione ben precisa (...) è un sistema di allarme evolutosi dove esiste la possibilità di fare scelte e che, insieme al ragionamento e alla capacità di imparare dall'esperienza, ci aiuta a evitare possibili danni. Il dolore di una puntura, insieme al ragionamento e/o all'esperienza, ci evita il danno potenzialmente maggiore di sederci su una spina. (...) Probabilmente un lombrico non ha bisogno di ricordi che lo aiutino a collegare ogni suo comportamento con una sensazione, perché non deve fare scelte. Noi invece sì, e anche i corvi".
Per questo è importante studiare la Storia, che notoriamente è un'ottima maestra ma altrettanto notoriamente ha pessimi allievi. Invece anche noi non sempre siamo in grado di scegliere, per troppa ignoranza o per istintività... Specie chi possiede senso etico e altruismo, slancio vitale, analfabetismo affettivo e elaborazione concettuale non molto differenti dal Nostro: quando paura e istinti comandano, diventiamo tutti in fondo un po' vermi e lombrichi, un po' sanguisughe, anche, che sono anellidi e parenti piuttosto stretti.