Il Po nasce in Piemonte: forse per questo, prima fra le quattro regioni rivierasche, la Regione Piemonte ha fatto propria con un atto deliberativo l’idea di un grande corridoio di mobilità dolce lungo il corso del primo fiume italiano.
La delibera fa seguito a due ordini del giorno del Consilio regionale che impegnano la Giunta ad attivare una struttura tecnica interna che coordini i parchi piemontesi interessati dal percorso e assuma le iniziative finalizzate a costituire un tavolo di lavoro interregionale.
La delibera pone in risalto le opportunità legate alla realizzazione di una “infrastruttura a bassa velocità” sull’asta fluviale, sia economiche legate allo sviluppo di un turismo di qualità, sia di riqualificazione ambientale del territorio interessato dal fiume. La ciclovia si configura infatti come una dorsale sulla quale si innestano come “affluenti” tanti percorsi laterali (in Piemonte ad esempio la ciclovia del Canale Cavour, la Provenzale, le ciclabili del Ticino e della Sesia, la Corona Verde dell’area metropolitana torinese).
La Ciclovia del Po fa parte della rete di percorsi individuata da Bicitalia progettata dalla FIAB (Federazione Italina Amici della Bicicletta). Un itinerario di importanza europea: il Fiume Po è parte di Eurovelo 8, la direttrice ciclistica che unisce in prospettiva il Portogallo alla Grecia (Eurovelo, la rete di itinerari in bicicletta elaborata dalla ECF, Federazione Europea Ciclisti).
E sono proprio gli esempi europei a suffragare le ipotesi di sviluppo legate alla ciclovia e al cicloturismo in genere: il riferimento sono le grandi direttrici ciclabili su fiumi quali l’Elba e il Danubio che creano da tempo un indotto economico di rilevante importanza.
Il cammino per la realizzazione effettiva della ciclovia è comunque ancora lungo e non facile, basti pensare alla pluralità di enti interessati. Di qui necessità ribadita nella delibera di investire direttamente una struttura sovraregionale quale l’Autorità di Bacino del Fiume Po.
In ogni caso non si parte da zero. In particolare in Piemonte la presenza di un sistema di aree protette (Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po) con il relativo bagaglio di esperienze nella gestione territoriale e i percorsi già individuati e segnalati costituisce un elemento forte.
Poi c’è VENTO, il progetto elaborato da un team del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Milano, citato come elemento di rilievo nella delibera. Uno studio completo: itinerario ciclabile di collegamento fra città importanti come Venezia e Torino (VENezia-TOrino: di qui l’acronimo VENTO), intermodalità bici-treno e bici-barca, costo, ritorno economico. Green economy a tutti gli effetti.
Il testo della delibera:
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2013/25/siste/00000021.htm
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2013/25/siste/00000021.htm