Alè, che è il "controesodo". Settembre è il mese dei rientri e in questa terra di mezzo fra l'estate e l'autunno, mentre "agosto si allontana lentamente – canta Ivan Graziani – si rientra tutti quanti e ricomincia tutto come prima", si riflette sul tempo che passa – tra poco sarà autunno - si pensa alle occupazioni di sempre, all'amatodiato lavoro, a come migliorare la nostra vita. Si sa, le buone occasioni sono dietro l'angolo. L'importante è non girare sempre in tondo o fare come i salmoni, che in queste settimane danno vita a uno dei "controesodi" più affascinanti della natura, a conclusione di un ciclo vitale straordinario. E' uno dei più grandi spettacoli naturali e si può osservare in Alaska e nella canadese British Columbia: gli ultimi salmoni reali risalgono fiumi e torrenti per andare a riprodursi. Ad aspettarli ci sono i Grizzly, a bocca aperta non per lo stupore ma perché hanno fame e fanno scorta per l'autunno. Un bel salmone di 60 chili da prendere al volo, mentre schizza fuori dalle acque bianche, è un bel boccone. La grande migrazione di questi pesci va da fine agosto a fine ottobre. In queste settimane c'è l'arrivo, il fine-corsa per milioni di loro; dopo, solo posti in piedi: giunge l'inverno, si chiude un ciclo che vede aquile e lupi "also starring", a spartirsi i pesci. Perché i protagonisti sono i salmoni e i grandi carnivori delle immense foreste, grizzly e orsi bruni.
I salmoni imboccano i fiumi in cui sono nati, saltano tra una roccia e l'altra, fra un grizzly e l'altro, fino alle pozze tranquille e ricche di ghiaia dove le femmine scaveranno buche e deporranno le uova. A milioni, determinati come monaci, altrettanto ascetici: dopo un digiuno assoluto, perché la mandibola inferiore cresce fino a chiuder loro la bocca e non resta che andare, raccogliere le forze - come d'autunno - affrontare la sorte, l'inverno.
Molti ce la fanno, non tutti. Come certi poeti nascosti e non sempre a favore di telecamere, come certe meravigliose piccole librerie che sopravvivono alle grandi catene. I salmoni, in quel set formidabile - "La cosa" di Carpenter (ambientata in Antartide ma girato in Alaska), "Insomnia", "Il quarto tipo" – si giocano tutto, a pochi centimetri dalle fauci di un animale più grosso, più affamato, più feroce.
Cogli l'attimo, salta e prega non ti abbiano visto o di non essere troppo a tiro.
Vai che puoi farcela, tanto l'autunno prossimo si ricomincia.
C'est la vie. Ricominciano anche noi, il lavoro è importante, è fondamentale (e chi ce l'ha se lo tiene stretto) ma non è tutto, non individua una donna o un uomo. Quando si smetterà di considerare una persona soltanto per quello che ha fatto (professionista, intellettuale, calzolaio) ma per quello che era? Cioè per quanto è stato utile all'umanità? Sulla lapide, come Spoon River, bisognerebbe scrivere la storia morale di ogni vita. Era buono, era una carogna... O una battuta, come Walter Chiari "Amici, non piangete, è soltanto sono arretrato"...