Continuiamo ancora il nostro viaggio nelle opere di Ovidio. Un cervo lo ritroviamo nella storia di Ciparisso. Nei campi di Cartea vagava un gigantesco cervo, con un palco particolarmente sviluppato e ramoso risplendente d'oro. Al suo collo erano appesi monili e gemme. L'animale era solito visitare le case e ricevere carezze da mani sconosciute. Ciparisso in particolare si era affezionato al cervo: lo accompagnava al pascolo e alla ricerca di una fonte. A volte intrecciava sulle sue corna svariati fiori. Un giorno, mentre il cervo riposava coricato, il ragazzo lo colpì senza volerlo con un giavellotto. Quando lo vide morire a causa della profonda ferita, decise di lasciarsi a sua volta morire. La sua sofferenza non passò inosservata a Febo il quale sconsolato disse: «Da me sarai pianto, tu altri piangerai e starai accanto a chi sente dolore».
Da quel giorno, dunque, Ciparisso, fu trasformato in una pianta. Più precisamente in un cipresso, albero simbolico della tristezza e del lutto che accompagna tutti coloro che provano dolore.