Quando si parla di Paolo Cognetti, la mente corre subito alla montagna. Nonostante l'autore cerchi di svincolarsi da questa associazione, il successo mondiale de Le otto montagne ha dimostrato il suo talento nel raccontare storie ambientate tra le vette. Tuttavia, in Giù nella valle (Einaudi), Cognetti cambia scenario: ci porta in Valsesia, una valle che, come scrive nella postfazione, "pare perseguitata dalla malasorte". Qui non troviamo i tipici pendii rocciosi o le lunghe camminate verso l'alpeggio, ma una valle fatta di campi e boschi, "un lato al sole e un lato all'ombra", divisi dal fiume Sesia.
La quiete della valle è sconvolta dal ritrovamento di corpi di cani, uccisi con tale forza da spezzare i collari di cuoio. Chi è il colpevole? Un cane o un lupo?
Gli umani in questa storia sono tre: Luigi, una guardia forestale nata e cresciuta nella valle; Elisabetta, sua moglie, una ragazza di città che ha lasciato Milano per amore e che ora aspetta una bambina; e Alfredo, il fratello di Luigi, fuggito dalla valle per lavorare in Canada, un uomo cupo e violento. Il padre di Luigi e Alfredo ha lasciato loro due eredità simboliche: una casa in montagna e due alberi piantati in loro onore. Davanti alla casa, si trovano un abete e un larice. L'abete era per Alfredo, mentre il larice era stato piantato per Luigi. Questi alberi rappresentano i legami e le differenze tra i due fratelli, uno rimasto nella valle e l'altro emigrato lontano.
La valle sembra seguire una sorta di maledizione: quando compare la misteriosa creatura che semina morte, torna anche Alfredo con la sua carica di ostilità. Cognetti affronta temi universali: la morte del padre, l'attesa di un figlio e la rivalità tra fratelli. Cognetti ha spiegato che il romanzo nasce da uno stato di rabbia e frustrazione per un'umanità che continua a distruggersi e a danneggiare l'ambiente. Questo pessimismo pervade il libro e si riflette nell'atmosfera cupa della Valsesia.
L'unico personaggio femminile, Elisabetta, rappresenta simbolicamente la speranza in un mondo dominato dalla violenza maschile. La valle stessa, con le sue due sponde del fiume Sesia, simboleggia il maschile e il femminile: il lato al sole è quello di Elisabetta, che cerca la vita vera e il lato all'ombra rappresenta la brutalità maschile.
Il legame di Cognetti con la natura è evidente. Gran parte delle sue giornate è dedicata allo studio dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, un interesse che culmina nel capitolo finale del libro, un poema epico sulla battaglia degli alberi, ispirato alle leggende celtiche.
In questo romanzo, Cognetti ci invita a osservare come la natura interagisce con l'individuo, donando o togliendo vitalità, e lo fa con una prosa prorompente. Anche senza contesto, il romanzo riesce a risplendere per la sua eccezionalità, ma la nota finale dello scrittore aggiunge profondità e completezza, rivelando le influenze musicali e letterarie che hanno nutrito questa storia.
"Giù nella valle" di Paolo Cognetti
Einaudi (2023) - 118 pagine - €16,00