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Piemonte Parchi

Dove osano archibugieri ed escursionisti

Il Piemonte conserva moltissime testimonianze architettoniche che descrivono il suo passato. Molte sono oggetto di studi, recuperi e restituzioni al pubblico, altre un po' meno. Partiamo alla scoperta di una di queste ultime: il forte seicentesco San Moritio in val Sangone.

  • Testo e immagini di Bruno Usseglio
  • Venerdì, 18 Aprile 2025
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Dove osano archibugieri ed escursionisti

A pochi chilometri di Torino, inoltrandoci nella val Sangone, poco prima di giungere al rifugio fontana Mura, troviamo un piccolo rilievo che attira la nostra attenzione. La prateria alpina è segnata da avvallamenti e rialzi troppo regolari per essere naturali. Osservando con più attenzione, ci accorgiamo che le linee spezzate sono costituite da pietre ben disposte e terra.

Accanto a noi, cammina un gentile signore con un'andatura tranquilla, tipica di chi sa dove i suoi passi l'hanno condotto. Il suo agire, così come il suo sguardo interessato, ci invitano ad avvicinarci a lui. Scopriamo che si tratta di Mauro Minola, uno studioso di fortificazioni, che ha dedicato molta parte della sua vita a cercare negli archivi e sul terreno le tracce di antiche architetture militari. Veniamo così a sapere che siamo giunti al forte di San Maurizio, o Moritio, una struttura edificata nel 1628 da Carlo Emanuele I di Savoia per difendere il confine del Piemonte sabaudo che correva allora sul colle della Roussa. Nel 1630 viene conquistato dai francesi che manifestano l'intenzione di demolirlo. Gli abitanti, incaricati del lavoro, tuttavia, si rifiutano di eseguirlo, in quanto la peste, proprio quella descritta dal Manzoni nei suoi Promessi Sposi, dilaga e si vocifera che la guarnigione del forte sia contagiata. Le difese si mantengono così intatte. Nel 1799 gli austrorussi lo presidiano, ma vengono scacciati dai francesi. Negli anni successivi viene abbandonato e poco alla volta i terrapieni e i muretti cedono al trascorrere del tempo.

Incuriositi da questa storia, abbiamo provato a ricostruire una ipotesi di come doveva essere quando era operativo. Abbiamo inizialmente ricostruito un modello digitale del terreno a cui è stata plasmata, in scala, una immagine dei luoghi, opportunamente ripulita di tutti gli elementi moderni, come ad esempio la pista di accesso al rifugio. Poi, pazientemente, utilizzando una opportuna documentazione fotografica, accompagnata da alcuni sopralluoghi sul terreno, è stato possibile realizzare un modello 3D ipotetico del forte san Moritio. Nel video si vedono i risultati di questa modellazione.

 

 

NB. il video è stato realizzato dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie

Studio di Mauro Minola

Informazioni escursionistiche

 

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