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In bicicletta tra Tanaro e Scrivia

Dal Parco del Po alla Riserva naturale di Castelnuovo Scrivia. Due anelli in biciletta "oltre Tanaro", nella campagna tipica della Bassa Valle Scrivia, ravvivata da distese di ortaggi.
Campagna aperta, pochi alberi, ma "buoni". Alcuni esemplari di pregio sono meritevoli di soste contemplative.

  • Toni Farina
  • Marzo 2016
Giovedì, 26 Novembre 2015
In bici sull'argine del Po Foto Toni Farina In bici sull'argine del Po Foto Toni Farina

I due anelli hanno in comune una prima parte di sulle sommità arginali della Scrivia e del Po. Il primo anello si mantiene in sinistra Scrivia, fra Guazzora, Sale, e Alluvioni Cambiò. il secondo conduce a visitare la riserva naturale per tornare nella campagna sulla destra del torrente.
Partenza consigliata dall'ingresso dell'Oasi naturalistica di Isola Sant'Antonio da dove si scende il Po sull'argine verso la confluenza con la Scrivia. Raggiunta la riva del torrente si cambia direzione per seguire a mezzogiorno l'argine sinistro del torrente che scende dall'Appenino. Ed è con l'Appennino all'orizzonte che, lasciato l'argine, si va a occidente tra campi di ortaggi fino all'incrocio con la SP 88.
Qui i due anelli si separano: il primo anello prosegue verso Sale, dove un'ombreggiata pista ciclabile (già strada napoleonica) conduce a nord, ad Alluvioni Cambiò. Una puntata sulla riva del Po per apprezzarne la dimensione di grande fiume, poi si riprende l'argine per chiudere l'anello.
Il secondo anello conduce invece a Castelnuovo Scrivia, sulla riva destra del torrente, proseguendo poi sulla pista nella riserva naturale. Tornati a Castelnuovo, dopo opportuna visita al paese, ricco di testimonianze storiche, una strada campestre conduce a nord ad Alzano e Molino dei Torti. Tornati in sinistra Scrivia si chiude l'anello sull'argine del Po, in direzione contraria all'andata.

Difficoltà

Nel complesso modeste. Lunghezza contenuta e altimetria limitata ai pochi metri delle sommità degli argini. Pochi metri, tuttavia più che sufficienti a far danni in caso di caduta laterale, in particolare dall'argine maestro del Po che oltre Tanaro misura 6 metri sul piano di campagna. Un fattore che se da un lato aggiunge suggestione dall'altro richiede accortezza per evitare di piombare fulminei tra cavoli e zucche. Sguardi panoramici all'intorno dunque: ma senza distogliere l'occhio dal sedime stradale.
Il primo anello compensa la maggior lunghezza con strade più scorrevoli in virtù dell'asfalto prevalente (lo sterrato, un buon sterrato, si limita alle strade di accesso agli argini e a parte delle sommità). Più breve il secondo anello, ma con maggior presenza di fondo naturale (circa il 50%). Consigliabile quindi la bici da sterrato, in particolare sulla pista in destra Scrivia nella riserva naturale.
Traffico. Presente nei centri abitati, in particolare nella "circonvallazione" di Sale. Traffico veloce si incontra nei brevi tratti sulle provinciali e in particolare sulla Statale 211 della "Lomellina" e sulla SP 87 dopo Molino dei Torti, soprattutto nei giorni lavorativi.
Nel secondo anello va posta particolare attenzione nei due attraversamenti dei ponti sulla Scrivia, privi di passaggio protetto per le biciclette.


Partenza e arrivo: Oasi naturalistica di Isola Sant'Antonio. L'oasi è accessibile e visitabile solo su prenotazione (vedi varianti ed eventuali). In alternativa si può partire da Isola Sant'Antonio o, per l'anello 1, da Alluvioni Cambiò.

Parte comune
Argine del Po - Isola Sant'Antonio - sottopasso SP 87 - argine della Scrivia -- Rio Corsica - Cascina Ceroggia
Primo anello
SP 88 - Cascina Marca Mora - Molineri Vecchi - Sale - Alluvioni Cambiò - Fiume Po - argine del Po - Borgata Capraglia
Secondo anello
SP 88 - Ponte sulla Scrivia - Castelnuovo Scrivia - riserva naturale - Castelnuovo Scrivia - Chiesa Madonna delle Grazie - Alzano Scrivia - Molino dei Torti - Ponte sulla Scrivia - argine del Po

Lunghezza

Primo anello: 29 km
Secondo anello: 26 km

Il percorso

Parte comune ai due anelli
Esordio sull'argine maestro. A oriente, in sintonia con il Po. Il fondo di asfalto infonde "leggerezza" alla pedalata, sensazione favorita dalla considerevole altezza sul piano di campagna (non deve però venir meno l'attenzione). Si va all'inizio tra il fiume e l'abitato di Isola Sant'Antonio, ben presto sostituito da estese coltivazioni di ortaggi. Il fiume è lontano, per un tratto se ne scorge l'alveo, "protetto" da fasce di vegetazione riparia. Più lontane ancora, sfilano a mezzogiorno gli arrotondati profili delle alture dell'Appennino.
Tornati su fondo naturale (comunque scorrevole) si lambiscono gli invasi di Montemerla, utilizzati per la pesca. Poco dopo, l'argine inizia a cambiare direzione, da ovest a sud, allontanandosi dal letto del Po e avvicinandosi via via al letto dell'affluente Scrivia, prossimo "compagno" di viaggio.
Viaggio che volge ora a mezzogiorno e in breve si giunge a lambire il letto del torrente, in questo tratto piuttosto inciso e costretto da arginature artificiali. La spalletta di sostegno di un vecchio ponte è occasione di sosta per un primo contatto visivo con "l'ultimo affluente del Po in Piemonte". Poco dopo si scende dall'argine per sotto-passare la SP 87, a lato del ponte fra Isola Sant'Antonio e Molino dei Torti, al confine con la Lombardia (fino agli anni '60 il collegamento era garantito dal "portichetto", ponte levatoio appoggiato su due barconi).
La pedalata prosegue sull'argine sinistro della Scrivia, intuibile al di là della vegetazione spondale. È cambiato il corso d'acqua ma non l'ambiente intorno: un mare di ortaggi e cascinali come isole. Una breve variante ambientale è costituita dal passaggio del Rio Corsica, corso di risorgiva nonché antico braccio del Tanaro. Una chiavica, collocata per impedire il deflusso della Scrivia durante le piene è occasione di sosta, poi si riparte per il primo "approdo": la Cascina Ceroggia. Cambia modalità di viaggio: dalle sommità d'argine si passa alle strade di campagna. La prima è strada Ceroggia: lasciato l'argine della Scrivia si attraversa il cortile interno del cascinale per svoltare a sinistra su una stradina campestre asfaltata. Cambia modalità di viaggio ma non la quiete, che rimane pressoché assoluta, interrotta tutt'al più dal "brontolio" dei trattori nei campi. Passata una cappella si divaga nella campagna, via via verso occidente, discosti dal letto della Scrivia. Tralasciando deviazioni secondarie per i cascinali si giunge con percorso a semicerchio alla Cascina Monzetta.
Si pedala ora all'ombra di un filare di acacia, piacevole premessa a un altro cambio di stato. Di lì a poco, all'incrocio con la Strada provinciale 88 segna la separazione dei due anelli.

Anello 1 - Tra campi di ortaggi e alberi monumentali
All'incrocio con la SP 88 si interrompe la quiete. Ma è solo un breve intervallo: svoltati a destra sulla provinciale, verso Guazzora, la si percorre per pochi metri, poi con cautela si traversa la carreggiata per imboccare a sinistra la campestre strada della Marca.
Variante - Al pioppo bianco monumentale
Breve digressione per apprezzare un vero monumento arboreo. Si prosegue sulla provinciale in direzione di Guazzora. Dopo mezzo chilometro si traversa a sinistra verso la vicina Borgata Secco (frazione di Castelnuovo Scrivia). Prima della borgata, in prossimità di curva si trova il pioppo bianco. La circonferenza del tronco (4,5 m) lo colloca a buon diritto fra gli alberi monumentali "istituzionali".
Di fronte al platano una cappelletta ricorda un triste episodio del 1944, al termine della seconda guerra mondiale.
In breve si giunge alla Cascina Marca Mora, annunciata da uno splendido pioppo cipressino di ragguardevole età. Il patriarca vegetale è meritevole di ossequiosa sosta, e non meno ossequio va riservato ai vicini pioppi bianchi a lato della strada.
Tralasciata una strada a destra si procede a occidente, ondeggiando nella quiete dell'aperta campagna in via Molineri Vecchi, verso l'omonima località. Dopo circa un chilometro, entrati nel Comune di Sale, la quiete si interrompe brutalmente all'incrocio con la Statale 211 (la SS 211 della "Lomellina" che conduce nell'omonima zona della Lombardia, attraversando l'ultimo ponte del Po piemontese). Anche qui, tuttavia, si tratta di un breve intervallo: attraversata con estrema attenzione l'ampia carreggiata, si svolta a sinistra e dopo un centinaio di metri ci si dirige a destra in via Orti Lineti, pedalando così in discreta sicurezza al margine dell'abitato di Sale, con il solo fastidio del rumore attenuato del traffico.
La via confluisce sulla SP 85, nei pressi del grande incrocio-rotatoria con la Statale 211. Si imbocca la provinciale a destra (via Castelnuovo), proseguendo al margine dell'abitato di Sale in via Voghera. Si giunge così in piazza Cavour, punto di incrocio con la strada napoleonica (o del "Genovesato"), che da Tortona conduceva a nord verso il Po. Un percorso storico, all'insegna della logica, come molti percorsi "napoleonici". La strada, oggi SP 85, ha il nome di via Alluvioni, ed è Alluvioni (Cambiò) la prossima meta. Che si raggiunge in modo assai gradevole beneficiando dell'ombra di un bel viale di tigli, corredato oltretutto di pista ciclabile protetta che consente di viaggiare in distensione. Il campanile della parrocchiale annuncia il paese, preceduto dall'incontro con un'acqua già nota: quella del Rio Corsica, avvolto da esuberante vegetazione riparia.
Poche pedalate e si giunge a un incrocio con semaforo ai margini del nucleo "capoluogo" di Alluvioni Cambiò. Paese il cui nome ne testimonia la storia, il rapporto intenso e complesso con il vicino fiume. Qui, al limite fra Piemonte e Lombardia, un Grande Fiume. Per verificarlo, nulla di meglio di una puntata sulla riva.
Al Po dunque. La strada "napoleonica" (via Po) prosegue a nord, dritta come un fuso verso la fascia di vegetazione spondale. Passato l'argine, qui molto vicino all'alveo, si continua per pochi metri nel pioppeto per affacciarsi sul letto del fiume. E stupirsi della dimensione ...
E ora, via sull'argine, per chiudere l'anello in sintonia con il Po, al limite orientale della Riserva naturale della Confluenza Tanaro. A destra, sfila l'abitato di Alluvioni, e più lontani, sull'orizzonte di mezzogiorno, gli arrotondati profili delle alture dell'Appennino, ora più evidenti per la luce radente del pomeriggio. Dopo un primo tratto su fondo naturale si torna su asfalto. L'argine si discosta dal fiume, ma la progressione si fa più agevole. Passati nel Comune di Isola Sant'Antonio, si giunge dopo un paio di chilometri alla Borgata Capraglia, annunciata dalla già nota Statale 211 della "Lomellina" che interrompe l'argine.
In questo tratto è possibile lasciare l'argine per proseguire a destra nella tranquilla SP 86 che attraversa la borgata. Subito dopo si sottopassa la statale e si risale a sinistra sull'argine. La SS 211 è diretta al vicino ponte sul Po per Pieve del Cairo, in terra lombarda. Ma ancora più importante è sapere che la statale delimita a ovest l'Oasi naturale di Isola Sant'Antonio. La conclusione dell'anello è dunque prossima. Ragione in più per concedersi una brevissima, raccomandabile divagazione: imboccata a sinistra una strada a lato del cavalcavia della statale si giunge alla vicina area di sosta del Ristorante Manuela che consente un ragguardevole scorcio sulla distesa lacustre dell'oasi.
Ultime pedalate distese sull'argine. Da un lato campi di ortaggi, dall'altro la fitta fascia di vegetazione che cinge le zone d'acqua dell'oasi. Natura ricreata, per il bene nostro e del Po.

Anello 2 - Nella Riserva naturale di Castelnuovo Scrivia.
Svoltati a sinistra sulla SP 88 la si percorre per circa un chilometro, distanza che separa dall'incrocio con la SP 85, collegamento diretto Castelnuovo-Sale. Attraversata con cautela la provinciale si svolta a sinistra verso il ponte, che si passa badando a tenere bene la destra (insidioso soprattutto in presenza di mezzi pesanti). Superata una rotatoria si scende subito a destra verso la riva della Scrivia, seguendo le indicazioni della riserva naturale.
Si imbocca così la pista lungo la riva destra del torrente, percorribile più agevolmente con bici da sterrato. Entrati nell'area protetta si giunge in breve alla confluenza con il Grue. Dopo un chilometro discosti dal torrente, all'ombra del bosco ripariale (salici, pioppi bianchi e neri), si raggiunge un'ansa dove la Scrivia si concede alla vista. In prossimità di un'altra strada di accesso (piccola area attrezzata) termina la riserva e si prosegue nell'area contigua. La strada costeggia il greto che stupisce per l'ampiezza "fluviale". Il bosco è sostituito da vaste aree a gerbido. In breve si giunge al ponte sulla A7, il capolinea: si cambiano strada, ambiente e direzione di viaggio.
Si svolta a sinistra imboccando "strada dei boschi", strada consortile dal buon fondo di ghiaia che, a dispetto del nome, esce ben presto dai boschi per tornare a nord nella campagna aperta verso Castelnuovo Scrivia. Ai margini del paese si confluisce nella SP 95 (strada Tortona) che denominata "via De Gasperi" lambisce una zona artigianale, attraversa il Rio Grue e subito dopo entra nell'abitato. Passato un incrocio si prosegue in via Garibaldi che conduce direttamente in piazza Vittorio Emenuele II, cuore storico di Castelnuovo.
Una sosta per apprezzare il Castello dei Torriani e dei Bandello con la caratteristica torre ghibellina, il Palazzo Pretorio e la parrocchiale, poi si prosegue in via Umberto I verso il vicino parco pubblico Regina Elena. Un piccolo giardino che ospita il monumento al gualdo. Le macine e le aiuole con le piantine, una bacheca descrittiva. Un altro monumento alla piantina che fece la fortuna di Castelnuovo (vedi scheda) si trova al margine est del paese: svoltati a destra in via Milano si prosegue in strada San Damiano giungendo all'omonima chiesa campestre che ospita nel giardino altre macine con annesse piantine.
E ora al Po, sulla strada dei Prati ... dove i prati non ci sono più, sostituiti da distese di ortaggi, ma la quiete è comunque assicurata. Strada dei Prati è una via campestre che inizia dalla Chiesa della Madonna delle Grazie, presso il cimitero. La si raggiunge percorrendo il viale omonimo (SP 12 per Casei Gerola) dal punto di congiunzione fra strada San Damiano e via Milano.
Un omaggio ai maestosi tigli e ippocastani e si punta a nord senza indugio. Ma anche senza fretta: il fondo naturale infonde sensazioni di pedalata d'antan, ideale per continuare il viaggio tra i coltivi verso Alzano Scrivia. Raggiunta una zona artigianale in vista del paese si svolta a sinistra in via Cimitero. Prima dell'abitato si svolta poi a destra nella SP 90, via principale da Castelnuovo. Si giunge così rapidamente al margine dell'abitato di Molino dei Torti, dove si lascia la provinciale per imboccare a sinistra via Roma, diretta nel centro del borgo.
Si giunge così in breve al margine di Molino dei Torti, dove si lascia la provinciale per dirigersi nel centro del borgo. Al lato opposto si svolta a destra sulla SP 87, via Sorelle Carena, accesso al vicino ponte che consente di tornare in sinistra Scrivia. Scesi dal ponte, si reperisce sulla destra una stradina che, con un breve tratto in direzione contraria, riporta sull'argine.
Il resto è storia nota: sulla via dell'andata, la sommità arginale della Scrivia e poi del Po riportano al punto di partenza.

 

La mappa

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