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Il problema delle specie alloctone

È molto difficile dire se una specie è più invasiva di un'altra. Le specie e le loro interazioni con gli ecosistemi sono complesse. Alcune specie possono aver invaso solo una regione ristretta, ma hanno un'alta probabilità di espandersi e causare ulteriori grandi danni. Altre specie potrebbero essere già diffuse a livello globale e causare danni cumulativi ma meno visibili. Proviamo a fare un po' di chiarezza.  

  • Stefano Bovero e Alessandro Candiotto
  • Giovedì, 1 Aprile 2021
Banda di persici reali (specie introdotta) | Foto M. Nocciola Banda di persici reali (specie introdotta) | Foto M. Nocciola

Molte specie invasive sono caratterizzate da un'ampia valenza ecologica che permette loro di adattarsi velocemente e sfruttare diverse nicchie ecologiche a scapito di specie locali più specializzate in associazione a un grande potere riproduttivo. Un esempio di questo tipo è rappresentato da specie come la pseudorasbora (Pseudorasbora parva) o il cobite di stagno orientale (Misgurnus anguillicaudatus) che sono in grado di adattarsi anche a contesti ambientali fortemente degradati, dare origine a esplosioni demografiche e, attraverso diverse tipologie di via d'acqua, colonizzare e insediarsi in nuovi distretti in tempi brevissimi.

In altri casi è sufficiente che la specie alloctona abbia una valenza ecologica appena più ampia rispetto a una specie indigena di abitudini simili (specie vicariante) per poterla sostituire nel tempo; il degrado dei nostri corsi d'acqua, la sottrazione e la modifica degli habitat e i cambiamenti climatici aumentano moltissimo il grado di stress ambientale in seno alle comunità biotiche favorendo così quelle più tolleranti.

L'impatto delle specie invasive

L'impatto delle specie invasive si può esprimere a diversi livelli.

Predazione diretta: la specie invasiva si può nutrire di uova, giovani e adulti di specie indigene es. siluro, lucioperca, aspio, trota di torrente, persico trota, etc.

Competizione trofica e ambientale: la specie invasiva compete con le specie indigene per la nicchia trofica e/o per le risorse ambientali quali rifugi, aree riproduttive o di accrescimento.

Alterazione degli habitat: alcune specie invasive hanno la capacità di alterare profondamente gli habitat acquatici rendendoli non più ottimali per le specie originarie; la carpa ad esempio, nutrendosi anche di piante riduce la presenza di macrofite acquatiche necessarie per la riproduzione delle specie fitofile come il luccio, la tinca o il persico reale.

Ibridazione e inquinamento genetico: nei pesci sono possibili scambi genetici tra specie diverse con la formazione di ibridi fertili. In tutto il mondo sono evidenti gravi compromissioni dell'assetto genetico delle popolazioni selvatiche a causa dell'introduzione massiva di individui provenienti da impianti ittiogenici e/o da differenti bacini idrografici. L'ibridazione interspecifica può portare alla scomparsa di popolazioni pure mentre l'introgressione di geni appartenenti a una entità diversa all'interno di una popolazione selvatica, spesso la indebolisce, riducendone la capacità di reagire ai mutamenti ambientali e inducendo cambiamenti nel comportamento e nel successo riproduttivo. Un esempio classico di questa problematica è quello della trota di torrente Salmo trutta. In tutta Europa, a partire dalla seconda metà dell'800 sono stati introdotti notevoli quantitativi di esemplari di origine nord-europea provenienti da allevamenti. Questi esemplari, appartenenti alla linea evolutiva Atlantica, sono venuti a contatto con popolazioni locali di linea evolutiva Marmorata, Adriatica e Mediterranea (Bernatchez, 2001) e ne hanno compromesso l'integrità genetica fino al punto che, in alcuni distretti, è ora di fatto impossibile recuperare le entità originarie ormai del tutto scomparse a livello di popolazioni pure.

Trasmissione di agenti patogeni: l'introduzione di specie alloctone può determinare o favorire la comparsa di nuovi patogeni nell'ecosistema e, volte, garantire la formazione di un nuovo serbatoio epidemiologico. Di seguito sono riportati alcuni esempi.

Partendo dal gambero della Louisiana...

L' introduzione del gambero della Louisiana - Procambarus clarkii, ad esempio, ha comportato la comparsa in Europa dell'agente patogeno dell'afanomicosi o Peste del gambero, Afanomices astaci responsabile dell'estinzione locale di numerose popolazioni di Astacidi europei (Svoboda et al., 2017); la pseudorasbora - Pseudorasbora parva è invece un serbatoio di Spheruectum destruens parassita mesomicetozoo. Tale parassita attacca e distrugge le cellule degli organi interni portando alla morte dell'ospite (Arkush et al. 1998). S. destruens infetta sia salmonidi (Arkush et al., 1998; Paley et al., 2012) che ciprinidi (Gozlan et al., 2005; Andreou et al., 2011).

È molto difficile dire se una specie è più invasiva di un'altra. Le specie e le loro interazioni con gli ecosistemi sono complesse. Alcune specie possono aver invaso solo una regione ristretta, ma hanno un'alta probabilità di espandersi e causare ulteriori grandi danni. Altre specie potrebbero essere già diffuse a livello globale e causare danni cumulativi ma meno visibili. Molte famiglie o generi biologici contengono un gran numero di specie invasive, spesso con impatti simili. Negli ultimi anni alcuni specialisti dell'IUCN (International Union for Conservation of Nature) si sono riuniti nell'ISSG (Invasive Species Specialist Group) con lo scopo di creare un osservatorio mondiale sulle invasioni biologiche. Nel 2013 l'ISSG ha redatto la lista delle 100 specie maggiormente invasive che include le 100 specie che hanno seriamente compromesso la biodiversità in diversi continenti.

Tra le specie presenti anche negli ambienti acquatici della nostra regione compaiono la carpa (Cyprinus carpio), la gambusia (Gambusia holbrooki), il persico trota (Micropterus salmoides), la trota iridea (Oncorhynchus mykiss), la trota fario (Salmo trutta), il pesce gatto africano (Clarias sp.), la tilapia (Oreochromis sp.) la nutria (Myocastor coypus) la rana toro (Lythobates catesbeianus) e la testuggine dalle orecchie rosse della Florida (Trachemys scripta).

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