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Val Soana, Canavese alpino protetto

La Valle Soana [...] è una valle ignota a quanti non vi hanno interessi diretti, dimenticata nelle antiche carte topografiche, mal descritta nelle nuove, eppure degna di attrarre non solo gli alpinisti, dilettanti di caccia, di botanica di siti pittoreschi, di squisite trote, di tranquillità, ma anche gli ascensionisti amanti delle rupi e dei ghiacci, delle balze e dei ripidi canaloni"
(Vaccarone e Nigra, Guida delle valli Orco e Soana, 1878).

Martedì, 5 Agosto 2014

Val Soana, versante piemontese del Parco nazionale Gran Paradiso. A parte i ghiacci che ormai scarseggiano, "rupi, balze e ripidi canaloni" sono gli stessi di fine '800. E così i "siti pittoreschi", le "squisite trote" e la "tranquillità". Soprattutto quest'ultima abbonda. Anche troppa, perché dal punto di vista turistico la Val Soana stenta ad abbandonare il ruolo di cenerentola del parco.
Le ragioni? Molteplici e note. Fra queste, il fatto che per apprezzare i pregi della valle siano necessarie doti non troppo diffuse, quali una spiccata disponibilità alla conoscenza e un occhio attento e indagatore. Un occhio che sappia andare dentro le quinte di fitta vegetazione, oltre i salti che separano l'incassato fondovalle dai piani alti, che sappia seguire, soccorso dalla fantasia, gli anonimi crinali che dividono la terra canavesana dalla Val d'Aosta. Ai dotati di tali qualità la Val Soana riserverà certamente sorprese e gratificazioni.

Tre valli in una

È così. A Ronco la valle "si fa in due" e, a Valprato, si divide ancora.
A valle di Ronco si apre (si fa per dire) il Vallone di Forzo: il vallone più alpino, che estende a levante l'aspetto e la forza delle cime più note e celebrate del parco. Nell'alto Vallone di Forzo (nel Vallone di Umbrias) si annida anche il Ghiacciaio di Ciardoney, ormai unico nella zona, steso come un lenzuolo a ingentilire il caos di rocce e i detriti ai piedi della Cima delle Senge (3408 m, la più alta della valle) e delle Cime di Valeille. La montagna simbolo della zona è però la Torre di Lavina (3308 m), alla testata dell'omonimo vallone, il cui slancio attira l'occhio fin dalla pianura.
Subito dopo Valprato sale a sinistra sale la Valle di Campiglia, con la splendida conca dell'Azaria, dove i camosci a primavera punteggiano la distesa erbosa mischiandosi ai crochi. A destra si sale invece a Piamprato, il comune più elevato, il cui territorio è più fresco di tutela.
Gran parte dei sentieri della valle sono oggigiorno esclusiva di pochi estimatori. Tuttavia in epoca pre-romana questi transiti erano utilizzati dai primi colonizzatori della Valle di Cogne, oggi prospera ma a quei tempi ancora selvaggia e disabitata. Vie percorse dai rudi e fieri Salassi, abili a muoversi sulle impervie giogaie canavesane, a valicare alti colli come il Miserino, la Scaletta, l'Arietta. Tutte escursioni impegnative, per "ascensionisti" dalla gamba buona....

Le proposte

Un anello e una traversata. Anello interno alla Valle di Campiglia, traversata da Campiglia alla Valle di Piamprato. Entrambi i percorsi transitano dal Santuario di San Besso, meta tradizionale dei camminatori canavesani, nonché luogo di incontro annuale il 10 di agosto, in occasione della festa.

Percorso 1 - Anello Santuario di San Besso - Grange Arietta

San Besso è la meta più gettonata della valle. Contribuiscono alla frequentazione la gradevolezza dell'ambiente e la ricchezza di fauna, camosci in particolare. Tuttavia la gran parte si ferma lì, all'ombra della rupe del Monte Fauterio, lasciando vuoti i sentieri che proseguono. Fra questi, particolarmente consigliabile è la traversata - balcone alle Grange Arietta con discesa al Pian dell'Azaria.
Possibile pernottamento a San Besso al Rifugio Bausano.

Come arrivare
Con mezzi propri. A Pont Canavese si imbocca la Val Soana. Subito dopo Valprato si svolta a sinistra per Campiglia.
Con mezzi pubblici. A Pont Canavese con servizio di autobus e di treno. Da Pont a Valprato linea di autobus. Campiglia non è servita da mezzi pubblici (1 h di cammino da Valprato).

Parte prima: salita a San Besso
Possibili itinerari: unendoli si effettua un facile anello, alla portata anche dei non allenati. Consigliabile, soprattutto per ragioni estetiche, la salita per il Vallone di San Besso (segnavia 625), la più seguita oggi, e la discesa per il Vallone del Rio Fanton, la "via d'un tempo" (segnavia 626).
Partenza. Da Campiglia si segue la strada sterrata chiusa ai motori che risale la valle, verso il Pian dell'Azaria.
La compagnia dello spumeggiante torrente Campiglia vivacizza la prima mezzora di comoda ascesa sulla strada. Terminata la salita, seguendo le indicazioni si abbandona la strada per salire a destra il sentiero 625 tracciato sul versante a solatio della valle. In breve si lascia a destra la citata via tradizionale di salita per il Vallone del Rio Fanton e, con percorso a semicerchio, si guadagna la sommità di una rupe che consente un bel colpo d'occhio sulla testata della valle e sul sottostante Pian dell'Azaria. La salita prosegue a svolte su un'erta china coperta di larici: è il pegno da pagare per arrivare alle panoramiche Grange Randonero (1820 m), dove il sentiero volge a sinistra in salita più lieve (sorgente in basso, al limite del lariceto).
Con un breve traverso si esce nel Vallone del Rio di San Besso, nei pressi delle Grange Ciavanis. La cascata formata dal rio, le chine erbose precipiti dalla Rosa dei Banchi (banchi di nebbia, frequente d'estate), ma soprattutto il santuario protetto dalla rupe del Monte Fauterio costituiscono un quadro classico, fonte di stupore per i neofiti ma che non lascia indifferenti gli habitué.
Un "quadro" che infonde le energie per superare l'ultima china per il santuario (2019 m). Con ulteriore breve salita si guadagna il soprastante crinale erboso, punto di valico per l'eventuale discesa a Campiglia per il Vallone del Rio Fanton.

Parte seconda: alle Grange Arietta
Nulla invita di più al cammino della conca erbosa detta "Pradei Rusini", ai piedi della Rosa dei Banchi. Erba apprezzata dai camosci che, insieme al rio, vivacizzano il cammino. Dal santuario ci si dirige dunque in comoda salita nella conca (segnavia 625). Attraversato il rio presso le Grange La Balma la salita prosegue dolce in una valletta laterale dove si lascia a destra la traccia per il Colle della Rosa (alto valico per la conca di Dondena, in Val di Champorcher, nel Parco regionale valdostano del Mont Avic) e per la Rosa dei Banchi. Il sentiero principale taglia a sinistra nel valloncello che sale al colletto detto della Balma (2350 m), unico punto "debole" del dirupato costone scendendo dalla Punta dell'Asgelas che divide la conca di San Besso dalla valle principale. Sosta immancabile: per osservare i camosci che occhieggiano dalle balze, e per apprezzare il notevole colpo d'occhio sulla Torre di Lavina e sulla corona di cime e di colli che chiude la valle a occidente.
Sul colle il sentiero si fa balcone e, dopo un prima discesa, prosegue a lungo in costa a lievi saliscendi sul lato sinistro orografico della valle. Con cammino quanto mai appagante si giunge a incrociare il sentiero (segnavia 624) proveniente dal Pian dell'Azaria, a pochi passi dalla spianata erbosa delle Grange Arietta (2268 m). Un luogo d'incanto, sul quale è bello trattenersi: una sosta alle grange è spontanea, e dalle grange si può andare al ancora al vicino Pian Cravere, verso il pascolo del Pian dei Morti (uno dei tanti "Pian dei Morti" delle Alpi). Il piano è l'ultimo momento di riposo prima dell'erta salita al Colle dell'Arietta, valico che, nonostante la considerevole quota (2939 m), costituisce oggi come un tempo il più agevole e "frequentato" passaggio per il Vallone dell'Urtier e la Valle di Cogne (i ruderi sul Pian Cravere, secondo indagini archeologiche condotte dai CORSAC http://www.corsac.org/ Centro Ricerche e Studi Alto Canavese appartengono a un insediamento pastorale di epoca post-medioevale).
Parte terza: ritorno a Campiglia. La prima meta è il Pian dell'Azaria: 700 metri di dislivello che il sentiero 624 scende dapprima su terreno aperto, quindi, in una rado lariceto. Lambita l'Alpe Barmaion il passo si distende sull'accogliente Pian dell'Azaria (1550 m), dove si ritrova la strada iniziale. Passata la Cappella del Sacro Cuore e una ex palazzina di caccia, con piacevole cammino, vivacizzato dalla compagnia del torrente, si torna a Campiglia.

In sintesi
Partenza e arrivo: Campiglia Soana (1350 m).
Quota max: colletto della Balma 2350 m. Dislivello: 1000 m. Tempo totale: 6 h.
Santuario di San Besso 2019 m. Tempo salita: 2 h. Dislivello: 770 m.
Rifugio Bausano a San Besso
Attrezzato ma non gestito, normalmente chiuso, chiavi a fondovalle: sig.i Gianfranco Gallo Balma,tel. 347 0564329; Mauro Saroglia, tel. 333 7241229; Mauro Michetti, tel. 335 7499274

Percorso 2 - Traversata Campiglia - Colle della Borra - Piamprato

Facile, ma di discreto impegno. Si può però pernottare al confortevole Rifugio Bausano, nei locali del santuario: una notte nel silenzio alpestre della conca di San Besso compensa largamente il maggior peso dello zaino. Dalla rupe, il Santo vigilerà sul sonno e sui sogni.
Traversata da farsi nel cuore dell'estate: per l'ambiente e, soprattutto, per usufruire in parte dei mezzi pubblici di trasporto: linea GTT Pont-Valprato-Piamprato (ultima tratta solo nel periodo estivo) che riporteranno a Valprato al pomeriggio.
Da Valprato a Campiglia sono possibili due soluzioni: disporre di due mezzi, oppure, consigliabile, salire a San Besso direttamente da Valprato.

Come arrivare
Con mezzi propri. A Pont Canavese si imbocca la Val Soana. Subito dopo Valprato si svolta a sinistra per Campiglia.
Con mezzi pubblici. A Pont Canavese con servizio di autobus e di treno. Da Pont a Valprato e Piamprato (solo estivo) linea di autobus. Campiglia non è servita da mezzi pubblici (1 h di cammino da Valprato).

Parte prima: salita a San Besso
Da Valprato a Campiglia è un'oretta di cammino su strada tranquilla e ombreggiata. Da Campiglia a San Besso: vedi percorso 1.

Parte seconda: salita al Colle della Borra
Si sale con lunghi e distesi tornanti il ripido pendio erboso che scende dal crinale della Rosa dei Banchi (crinale che divide le valli di Campiglia e Piamprato). Dal santuario ci si porta sull'altro lato della rupe dove si trova la palina segnaletica indicante la via (segnavia 628). L'ascesa inizia subito decisa sulla verticale del santuario. Dopo un centinaio di metri inizia la serie di tornanti: con pendenza costante e passo regolare si guadagna quota con lo sguardo in bilico fra le foschie della pianura e le cime della valle, con la Torre di Lavina in evidenza. Con un ultimo traverso si perviene al colle (2578 m): San Besso è scomparso alla vista, sostituito a settentrione dalla catena di montagne compresa fra il Monte Marzo e la Cima Beccher (divisorie con la Valchiusella e la Valle di Champorcher). Le colate di detriti sul lato Piamprato del colle tradiscono la passata vocazione mineraria (minerali di rame) della zona. Gli estesi pascoli sul lato a solatio della valle (purtroppo in parte alterati dai tralicci della linea Superphoenix) tradiscono invece la vocazione pastorale, passata e attuale: gli alpeggi Marmotta, Santanel, La Reale, sul versante sinistro della valle, sono fra i più rinomati di questa zona delle Graie.

Parte terza: discesa a Piamprato
Il borgo di Piamprato, raggruppato sul fondovalle, indica la direzione. Mille metri di dislivello di pendenza costante e non eccessiva nel Vallone della Borra, dapprima su aperti pendii, poi fra macchie di ontani e larici. A un primo tratto di macereti segue una zona più erbosa, verso la Grangia la Borra.
Con discesa meno agevole fra macchie di ontani si giunge presso il casotto di sorveglianza dei guardiaparco (2150 m), dove si prospettano due possibilità di continuazione: la discesa diretta, a sinistra sul percorso principale (segnavia 628), oppure la variante-anello a destra verso le Grange Orletto, un po' più lunga ma più agevole interessante. I due percorsi di uniscono presso Grange Vandilliana (1900 m), dove inizia la discesa finale nel lariceto. Una serie di tornanti conduce al ponte sul fondovalle, a breve distanza dall'Alpe Prariond. Epilogo su strada. Venti minuti di cammino in relax sulla sinistra del torrente. La fermata dell'autobus è al lato opposto del paese, attraversare la viuzza centrale è soltanto un altro piacere.

In sintesi
Partenza: Valprato (1100 m) o Campiglia Soana (1350 m).
Arrivo: Piamprato (1550 m).
Quota max: Colle della Borra 2580 m.
Dislivello. Primo giorno: da Valprato 900 m, da Campiglia 770 m.
Secondo giorno: 600 m.
Tempo. Primo giorno: da Valprato 3 h, da Campiglia 2 h.
Secondo giorno: 5,5 h.
Rifugio Bausano a San Besso
Attrezzato ma non gestito, normalmente chiuso, chiavi a fondovalle: sig.i Gianfranco Gallo Balma,tel. 347 0564329; Mauro Saroglia, tel. 333 7241229; Mauro Michetti, tel. 335 7499274

Info

Parco nazionale Gran Paradiso

Centro visitatori a Ronco dedicato alla biodiversità

 

San Besso. La festa, la leggenda

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