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Una preghiera contro le locuste

Nella storia, la presenza di insetti dannosi nei campi agricoli non veniva contrastata direttamente, ma preferibilmente con la preghiera. Marco Boriani, entomologo ed agronomo, ha spiegato questa e altre interessanti curiosità in una recente conferenza all'Orto Botanico di Torino.

  • Valentina Mariconda
  • Aprile 2023
  • Giovedì, 5 Ottobre 2023
Immagine di locuste - Foto Pixabay Immagine di locuste - Foto Pixabay

Una profonda fede. Questa era sicuramente una delle caratteristiche dei nostri antenati che spesso si rivolgevano alla preghiera per scongiurare effetti dannosi all'agricoltura. Se, infatti, da un giorno all'altro un coltivatore trovava nei suoi campi un'infestazione di un qualsivoglia insetto parassita, la credenza comune era che fosse sinonimo di cattiva condotta, e dunque una giusta punizione divina.
Proprio per questa ragione, per risolvere il problema, si ricorreva a soluzioni che includessero esorcismi, preghiere, maledizioni e orazioni. Queste ultime erano compiute da persone specializzate, per esempio S. Gregorio Cardinale, che aveva addirittura formulato arringhe con testi diversi, a seconda della coltivazione specifica del campo.
Il primo pensiero che potremmo avere oggi è che questa pratica fosse totalmente inutile. In realtà, seppur senza evidenti effetti disinfestanti, i contadini dopo la processione avevano la netta percezione che gli insetti iniziassero ad andarsene e a diminuire. Il principio è del tutto simile all'efficacia attribuita scientificamente ai farmaci placebo. O al fatto che gli insetti scomparivano alla vista dopo un certo periodo, perché procedevano nelle fasi vitali, trasformandosi da larva ad adulto, e dunque adottando forme anche molto diverse.

Locuste, una specie invasiva

Gli insetti che per eccellenza nella storia hanno creato molteplici problemi, citati anche nella Bibbia, sono le locuste. Nel Testo Sacro, il nome della specie fu tradotta erroneamente in cavalletta, ma uno studio posteriore dimostrò che il termine non esisteva né in latino e nemmeno in greco, poiché la cavalletta è innocua rispetto alla locusta. Quest'ultima, molto dannosa tuttora in diverse parti del mondo, è caratterizzata da una fase di vita solitaria, durante la quale le femmine non depongono uova e hanno un colore marroncino e, successivamente, da una fase gregaria. In questo stadio le ninfe, cioè la forma precedente all'adulto, diventano grigie e metamorfosano in adulti, acquisendo un tipico colore nero. Le locuste sono particolarmente nocive durante la fase di sciame, creando aggregazioni estremamente consistenti di individui che superano anche il miliardo ogni 100 ettari di terreno.

Noi contro questi insetti

Nella storia, il primo provvedimento contro l'infestazione da locuste risale al 1231, e fu applicato in Puglia. In quel momento, il Re di Sicilia era Re Federico II di Svevia, che decise di emanare l'editto 'Noi contro questi insetti'. Questo imponeva al proprietario delle terre interessare dall'infestazione di provvedere alla raccolta di una quantità imposta di locuste o uova, per poi portarle ai magistrati comunali, i quali si sarebbero infine occupati di eliminarle. La mancanza del compimento di queste azioni avrebbe comportato una sanzione.
Il metodo divenne molto famigliare, tant'è che lo stile di questo editto fu preso da esempio per molte altre leggi durante la storia, fino ad arrivare ai giorni nostri. L'unica variante di questa modalità in epoca moderna è la sostituzione, talvolta, della sanzione con la ricompensa, di gran lunga più allettante e incoraggiante.

Il problema dell'importazione nella storia

La storia dell'importazione di specie esotiche nel mondo aumentò in modo sensibile a partire dal XIX secolo. Durante questo arco di tempo avvenne la rivoluzione della marineria, caratterizzata dalla riduzione dei tempi di attraversamento dell'Atlantico, che incoraggiò maggiormente i viaggi per l'esplorazione geografica.

L'aumento degli spostamenti intercontinentali fu accompagnato dalla formazione di rotte commerciali stabili, e dunque le merci provenivano da tutto il mondo. Non stupisce, quindi, l'arrivo di sempre più specie alloctone nei diversi Stati portate, intenzionalmente o meno, dai commercianti stessi.

Il problema degli insetti esotici fu chiaro quando, con l'importazione di piante o alimenti, si comprese (a danno ormai fatto) che venivano così introdotti anche organismi nascosti al loro interno. Fu allora che alcune di queste specie si rivelarono dannose, provocando numerose difficoltà ai contadini.

In quest'ottica, in Italia, nel 1970 furono emanati i primi decreti che vietavano l'importazione di piante di vite per scongiurare il rischio di introdurre agenti infettivi pericolosi, quale la fillossera della vite (Viteus vitifoliae). Qualche anno dopo, nel 1978, a Berna fu adottata la prima "Convenzione di Berna", volta a promuovere - a livello internazionale - il principio di sanità delle piante. Negli anni a venire saranno poi sottoscritte altre Convenzioni per la salvaguardia e la sicurezza, oltre che della vite, di molte altri vegetali e dei loro corrispettivi infestanti.

Link dei siti degli organizzatori della conferenza: 

Società Botanica Italiana

Museo Regionale di Scienze Naturali

Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi

Orto Botanico di Torino

 

 

 

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