La Punta Martin è una delle montagne più caratteristiche dell'Appennino Ligure. Non è che sia particolarmente alta (1.001 metri s.l.m. con 157 metri di prominenza, ma tra tanti rilievi dolci e arrotondati dell'entroterra di Genova spicca per la sua forma aguzza e i suoi versanti rocciosi. La cima, che è segnalata da una croce di vetta
, domina dall'alto il porto di Voltri
, e può essere raggiunta per varie vie, alcune delle quali alpinistiche come la "Cresta Federici". Si trova a breve distanza dal confine piemontese; ne parlo qui perché ci si può arrivare con un percorso - molto interessante - che tocca anche il nostro territorio regionale dove questo "sfiora il mare". E perché un collezionista di cime può tornarsene a casa con un ricco bottino.
La mia salita
Per andare alla Punta Martin sono partito dal Passo del Turchino. Da quello vero, a 588 metri di altezza; la statale ci passa sotto in galleria, ma per arrivare in auto al colle c'è ancora la vecchia strada, asfaltata ma piuttosto ripida. Dal passo ho imboccato l'Alta Via dei Monti Liguri, il percorso di trekking che collega Ventimiglia con l'"estremo oriente" della regione. La gita "base" è piuttosto semplice. Si tratta di seguire l'itinerario dell'Alta Via, ben segnalato e quasi sempre abbastanza agevole, arrivando in un paio d'ore al Passo Gandolfi (936 m). Qui si abbandona l'Alta Via e si prende a destra, si scavalca il Monte Penello (995 m, 16 metri di prominenza) e, per un sentiero che si tiene nei pressi di un crinale secondario della Val Leira, in un'altra mezz'ora di cammino si raggiunge la panoramica vetta, segnalata da una croce metallica
. Il ritorno è per la via dell'andata. Bel giro, ma un vero collezionista non si accontenta. L'Alta via fino al Passo Gandolfi si tiene nei pressi dello spartiacque principale padano/ligure e passa vicino a vari bricchi e montarozzi che si possono raggiungere senza particolari difficoltà, a volte per tracce di sentiero e a volte, come si dice, ravanando nella boscaglia. Io naturalmente ho cercato di raggiungerne un buon numero, e in più ho fatto anche una deviazione fino all'erboso Monte Foscallo (988 m, 53 metri di prominenza), circa un km a nord del Passo Gandolfi. I dettagli si possono vedere sulla traccia che ho caricato su peakbagger.com. L'unico di questi rilievi che si trova almeno parzialmente in Piemonte è il Bric Strambè (845 m, 41 metri di prominenza); quando sono arrivato in cima, dopo un tratto fuori sentiero nell'erba alta, mi sono accorto che alcune zecche passeggiavano tranquille sui miei pantaloni. Zecche a parte si tratta di una bella gita, con o senza le deviazioni. Io l'ho fatta a metà giugno ma di sicuro, almeno con il bel tempo, sono più indicati l'inizio della primavera o l'autunno, quando fa meno caldo, il cielo è più limpido e anche le zecche dovrebbero essere meno attive.
Questi posti davanti al mare
"Sin da Pavia si pensa al mare
sin da Alessandria si sente il mare
dietro una curva improvvisamente il mare"
(Ivano Fossati)
Il territorio piemontese è bellissimo e naturalisticamente molto vario ma, ammettiamolo, qualcosetta ci manca. Ad esempio almeno per ora non disponiamo né della foresta pluviale né di grandi dune sabbiose come quelle del Sahara e, tanto vale dirlo, neanche del mare. Ma mentre il Sahara è piuttosto lontano dai nostri confini al mare invece ci avviciniamo molto. Sul crinale tra il Passo del Turchino e il Passo Gandolfi, oltre che l'Alta Via, passa anche un tratto di confine ligure/piemontese. Si tratta solo di un paio di km orientati in senso est-ovest, ma sono la zona dove il Piemonte sfiora davvero il mare. La situazione in realtà è un po' confusa, perché alcune vecchie cartine facevano passare il confine regionale circa un km più a nord, sul fondo della valletta formata da uno dei rami sorgentizi della Stura di Ovada. Ormai però nei data base cartografici - compreso quello ufficiale della Regione Piemonte - in questa zona il limite tra le due regioni coincide con lo spartiacque principale. La distanza dal porto di Voltri, e quindi dal Mar Ligure, è di meno di sette km . Personalmente mi sento molto attirato da questi posti, in un certo senso esotici per uno che l'escursionismo lo ha scoperto tra il Biellese, la Valsusa e le montagne del cuneese. La "regione biogeografica", un dotto concetto naturalistico che sta alla base delle politiche di tutela ambientale europee, non è più quella "Alpina" ma diventa "Mediterranea"
. E poi il mio poeta preferito è Montale, Calvino è uno degli scrittori che amo di più e so a memoria parecchie canzoni di De Andrè e di Annalisa. Quindi se ho un po' di tempo mi piace sconfinare verso sud; c'è più autostrada da fare, ma questi posti davanti al mare valgono quasi sempre il viaggio.