Il Monte Casto è un rilievo delle Alpi Biellesi alto 1.139 metri e con 132 metri di prominenza. Dalla cima, segnalata da una croce metallica, il panorama è abbastanza inconsueto. Verso sud-ovest un'apertura tra gli alberi permette infatti di vedere le Alpi Cozie e Graie che spuntano dietro alla lunga linea orizzontale della Serra di Ivrea. Oltre che per camminatori e bikers il Casto, con le sue pendenze non eccessive, è un ottimo terreno anche per i runners locali, che fin dal 2006 possono sfidarsi nel "Trail Monte Casto" , una gara con un lungo tracciato ad anello che parte e arriva ad Andorno e che ne raggiunge la cima. Io con il Casto ho un lungo rapporto: dal paesino dove è nata mia mamma, e dove tutti gli anni passo ancora parte delle ferie, il Casto si vede benissimo. Il Pratocc ("Pratetto"), un ampio pianoro erboso che si apre sul versante nord del Casto, è sempre stato una meta di scampagnate famigliari e picnic. E c'è anche un bar-trattoria, il circolo "Piane di Pratetto", che propone ottimi piatti della tradizione biellese. Al Pratocc si può salire in auto per una stradina che arriva da Tavigliano, ma quando ero bambino un classicone estivo era di andarci a piedi partendo da casa
, con un percorso di due-tre ore di cammino .
Le mie salite
Personalmente sono salito al Casto un sacco di volte, da solo o in compagnia. E non solo d'estate ma anche d'inverno con la neve , d'autunno o in primavera. Negli ultimi anni a volte ci sono andato di corsa, magari facendo il tratto di asfalto con la bici e legandola poi nel bosco per completare la gita a piedi. La salita che consiglio ai neofiti (vedi mappa
) è l'anello con partenza dalla frazione Trabbia (comune di Callabiana, 850 metri di quota). Tenendosi a destra del monte si arriva al Pratocc e di lì si raggiunge poi la cima del Casto
. Per il ritorno al punto di partenza si passa sul lato opposto della montagna, seguendo per un buon tratto una pista forestale che tutti chiamano "tagliafuoco". La gita dura tre ore scarse e il percorso è piuttosto vario, facile, abbastanza ben segnalato e "buono per tutte le stagioni".
Peakbagging e Polybagging
Ragionando da collezionisti di cime potremmo chiederci perché salire così tante volte sulla stessa cima, quando magari potremmo "conquistarne" altre che ancora ci mancano. C'è però anche una categoria di peakbagger che praticano il "polybagging". Sono strani soggetti interessati più alla ripetizione che alla varietà, e che dedicano le loro attenzioni a una o poche cime salendoci, un po' ossessivamente, il maggior numero di volte possibile. Peakbagger.com espone per ognuno dei suoi utenti una apposita pagina per le salite multiple; questa per esempio è la mia. Le volte che sono salito al Casto da ragazzino però non me le segnavo da nessuna parte, e quindi non ho potuto registrarle. Il sito dei BWB ("Baggers Without Borders", ovvero "Collezionisti senza confini") dedica alla pratica del polybagging un'intera sezione, con tanto di "Progress Register" ("Registro dei progressi") , "Roll of Honour" ("Albo d'onore", con i polybagger deceduti) e "Hall of Fame" ("Sala della gloria", che prevede vari livelli il più basso dei quali ha come entry-level almeno 500 ripetizioni). Per fare parte del registro basta "solo" avere scalato per più di cento volte la stessa montagna, purché questa abbia almeno 30 metri di prominenza. Molti però vanno ben più in là come Larry Davis, che alla fine del 2023 era salito 7.659 volte sul Monadnock, una solitaria montagna degli USA alta 966 metri e con 666 metri di prominenza. La maggior parte dei polybagger censiti sono britannici o statunitensi, ma questo è legato al fatto che BWB è seguito più che altro in quelle nazioni. Chi va in montagna però sa benissimo che anche da noi ci sono appassionati della ripetizione, tipo chi sale sul Musinè tutte le settimane, o chi è stato decine e decine di volte sul Rocciamelone o sulla Bisalta. Il compianto Claudio Ghezzi, soprannominato "Re della Grigna" e scomparso nel 2022, ha salito in tutta la sua vita 5600 volte la Grigna Settentrionale (il "Grignone, 2.410 metri di altezza e 1.687 metri di prominenza). La scelta tra novità e ripetizione naturalmente non c'è solo nel collezionismo di cime, ma compare in molti altri campi della nostra vita. L'analogia più ovvia è quella con il sesso: stare sempre con lo stesso partner o, come Casanova, provare a collezionarne il più possibile? Ma anche nel lavoro c'è chi, una volta trovato un posto fisso, nessuno lo schioda più, e chi invece dopo neanche un annetto di servizio nello stesso ufficio inizia a sentirsi come un leone in gabbia. Chi quando va a cena fuori prende sempre lo stesso tipo di pizza e la stessa marca di birra e chi, al contrario, se vede nel menù il nome di un piatto che non ha mai sentito nominare lo ordina al cameriere senza neanche chiedere di cosa si tratta. Io come collezionista di cime tendo a preferire le nuove gite alle ripetizioni; per quanto riguarda il resto lascio dire a chi mi conosce.
Le mie salite al Casto su Peakbagger